Lisa See racconta una storia di donne, che ruota attorno al legame indissolubile tra madre e figlia e alle radicate tradizioni della minoranza akha

Desideravo leggere Come foglie di tè di Lisa See (Longanesi, 2020) dal momento in cui è uscito, attratta dall’ambientazione scelta dalla scrittrice statunitense per questo romanzo.

come_foglie_di_tèCome foglie di tè racconta la storia di Li-yan, dal 1988 al 2016. Meno di trent’anni in cui Li-yan, la sua famiglia e il remoto villaggio di montagna in cui vivono saranno protagonisti di vicende drammatiche e cambiamenti radicali, segnati dallo scontro tra tradizione e modernità.

Alla fine degli anni Ottanta, i ritmi di vita degli akha sono scanditi dalla natura, dal susseguirsi delle stagioni e dalle fasi della coltivazione del tè. Li-Yan è una bambina, deve sottostare ai dettami della sua famiglia e seguire le tradizioni del suo popolo. Può però frequentare la scuola ed è lì che si instilla in lei la possibilità di allargare il suo sguardo oltre i confini del piccolo villaggio in cui vive e della minoranza etnica a cui appartiene.

Una minoranza che, come spiega Li-Yan:

Quelli che parlano il mandarino ci chiamano hani. Nel dialetto locale, invece, ci conoscono come aini. Ma non siamo né l’una né l’altra cosa. Siamo akha. Quando il presidente Mao ha proclamato che la Cina ospitava cinquantacinque minoranze etniche, nessuno era ancora venuto a contatto con noi. Quando siamo stati scoperti, persone influenti che vivono chissà dove hanno deciso che venissimo assimilati agli hani, perché il presidente Mao non poteva sbagliarsi.

Fin dalle prime pagine Lisa See ci svela le tradizioni del popolo akha. Alcune sono ammantate di fascino e poesia, altre sono crudeli e spietate. Spesso sfociano in superstizioni, radicate e in alcuni casi incomprensibili e ingiustificabili per un lettore occidentale che vive nel XXI secolo. Ma non solo. Anche Li-Yan fatica a comprendere e ad attenersi ai costumi tradizionali che la sua famiglia le impone fin dalla nascita.

Mi guardo intorno e non vedo né cure né benessere, ma solo le sofferenze causate da superstizioni e tradizioni.

E sarà proprio una sofferenza tremenda, che la lacererà nel profondo, causandole una ferita che per tutta la vita tenterà di rimarginare, che segnerà per lei un punto di svolta, facendole intraprendere un cammino che sfocerà in un drastico cambiamento e in una nuova vita.

La rinascita di Li-Yan sarà una rinascita che avrà l’aroma del tè. Proprio il tè le consentirà di mantenere vivo il legame con le sue origini, di riallacciare un legame con la sua famiglia, di costruirsi una vita diversa e felice, di conoscere il mondo ben oltre il suo villaggio e la Cina, di chiudere questioni insolute con se stessa e di fare pace con il suo passato.

In tutto il romanzo è fortemente presente il tema del rapporto madre-figlia. Un rapporto che Li-Yan vive prima come figlia e poi come madre. In entrambi i casi sperimenta il dolore e la gioia di questo legame, consapevole di quanto l’abbia forgiata e di quanto resti fondamentale, nonostante le distanze, l’età e i cambiamenti.

Non voglio entrare troppo nel dettaglio della storia perché Lisa See l’ha costruita pagina dopo pagina in maniera così perfetta che svelare troppo intaccherebbe il piacere della lettura di questo romanzo.

Come foglie di tè è il secondo romanzo di Lisa See che leggo, dopo Le perle del drago verde, e di certo non sarà l’ultimo. Le storie che racconta e il modo in cui le racconta sono travolgenti, trasportano il lettore in una dimensione lontana, di cui la scrittrice riesce a trasmettere atmosfere, colori, odori e sapori, facendolo affezionare ai personaggi che le animano e ai luoghi che li ospitano.

 

Sommario
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Titolo
Come foglie di tè
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