Jade Chang racconta il sogno americano infranto di Charles Wang, cinese emigrato negli Stati Uniti che torna in Cina per riscattarsi
È una saga familiare on the road il romanzo d’esordio della giornalista americana di origini cinesi Jade Chang. La famiglia Wang contro il resto del mondo (Ponte alle Grazie, 2017) racconta le vicissitudini di Charles Wang, emigrato da Taiwan in California inseguendo il sogno americano.
Un sogno che Charles è riuscito a realizzare costruendo un impero nel settore dei cosmetici, ma che dopo avergli fatto assaporare ricchezza e benessere si infrange a causa di investimenti sconsiderati che lo fanno finire tra le vittime della grande crisi economica del 2008. Senza più una casa, senza più un lavoro e senza più un dollaro, Charles Wang vede un’unica via d’uscita: tornare in Cina, recuperare le terre che un tempo appartenevano alla sua famiglia e ripartire da lì. Un’idea che gli sembra logica e risolutiva, un piano in cui intende coinvolgere la sua famiglia al completo. Parte così in un viaggio attraverso l’America, da Los Angeles a New York, per recuperare i suoi tre figli, Grace, Andrew e Saina, deciso poi a partire con loro per raggiungere Pechino, che diventa la meta del suo nuovo sogno, questa volta tutto cinese.
Ma il viaggio è l’occasione per portare a galla le questioni familiari irrisolte, i pensieri e le preoccupazioni di Charles e dei suoi figli, i loro ricordi e le aspirazioni. Jade Chang costruisce così una storia a più voci, in cui nei 49 capitoli si alternano i punti di vista di tutti i coprotagonisti, ognuno dei quali aggiunge un pezzo importante per ricomporre il puzzle della storia della famiglia Wang.
I dissesti finanziari del padre si intersecano con le crisi personali vissute da ognuno dei familiari, che devono fare i conti, oltre che con la situazione imprevista che ha stravolto radicalmente le loro esistenze, soprattutto con se stessi. Charles, la sua seconda moglie Barbra, i suoi tre figli Saina, Andrew e Grace si svelano in tutte le loro sfaccettature, sottopongono se stessi a un’autoanalisi profonda, scandagliano le loro debolezze e rivelano le loro frustrazioni, dosando sapientemente ironia e disperazione, divertimento e commozione.
Il risultato è un romanzo avvincente che mescola sapientemente diverse tematiche. Dal sogno americano, che ha spinto molti cinesi a lasciare la Cina per trovare fortuna negli Stati Uniti, al gap culturale che si trovano a vivere costantemente sia nei confronti della società in cui si sono trasferiti e mai completamente integrati, sia rispetto ai propri figli, nati in America e cresciuti in bilico tra la cultura cinese dei propri genitori e la cultura americana di cui si sono nutriti quotidianamente. Dalla crisi finanziaria, di cui si racconta il lato umano soffermandosi sulle sofferenze che ha provocato in chi ne è rimasto vittima, al viaggio, fisico ma soprattutto emotivo, fino al tema della riscoperta delle proprie radici e dei propri affetti.
Ed è proprio con l’arrivo a destinazione in Cina, alle radici, che Charles e tutta la sua famiglia raggiungono la consapevolezza di se stessi e del loro legame, riconciliandosi finalmente tra loro e con le loro vite.