Wei Wei racconta la storia di Xiao Hui e A Jie. Un viaggio introspettivo attraverso cui conoscere le nuove generazioni cinesi gettando uno sguardo sulla società cinese di oggi
Non conoscevo Wei Wei, autrice appartenente alla generazione di scrittori post-Settanta, espressione della crisi di valori innescata dalla rapida crescita economica che ha interessato la Cina con l’avvio delle politiche di riforma e apertura. Ho comprato L’estate della svolta (Atmosphere libri, 2017) quasi per caso, girando tra gli scaffali della libreria, prima dell’estate. Ne ho rimandato la lettura per qualche mese, poi una volta tornata dalle vacanze mi sono finalmente decisa. E devo ammettere che ho faticato un po’ per arrivare alla fine del libro.
Il romanzo, pubblicato in Cina nel 2003, racconta la storia d’amore, travolgente e travagliata, tra Xiao Hui, voce narrante, e A Jie, donna conosciuta per caso su un autobus nel giorno dell’arrivo del ragazzo a Pechino, dove si era trasferito per studiare arte. Xiao Hui è un sedicenne dal passato doloroso, A Jie una truffatrice di professione, con il doppio dei suoi anni. Accomunati dalla volontà di non conformarsi ai ruoli che la società vorrebbe imporre loro, vogliono vivere liberi da vincoli e convenzioni. Condividono due anni della loro vita, che Xiao Hui ripercorre sedici anni dopo, quando ripensa a quell’incontro con nostalgia.
Il racconto corre su più binari paralleli. Oltre a narrare la storia del rapporto tra i due protagonisti, dall’incontro alla loro separazione, Wei Wei ricostruisce anche le loro storie individuali, permettendo così al lettore di capire cosa li ha portati a volersi ribellare alla realtà in cui vivono. E se le vicende di Xiao Hui, segnate da una storia familiare complicata e da un’adolescenza turbolenta, potrebbero collocarsi in qualsiasi luogo e in qualsiasi tempo, i ricordi della vita di A Jie sono strettamente connessi alla storia cinese, che attraverso i fatti rievocati emerge con particolare drammaticità. Così se la ribellione e l’insofferenza di Xiao Hui affondano le radici nella sua vicenda personale e nei conflitti familiari, quelle di A Jie sono strettamente connesse alle ripercussioni che la storia cinese ha avuto sulla sua famiglia, distrutta dalla Rivoluzione culturale. Ma le vicende storiche restano comunque sullo sfondo, sono presentate esclusivamente attraverso l’impatto che hanno avuto sulle vite dei personaggi, senza diventare oggetto della narrazione.
Protagonista indiscusso è l’individuo e il romanzo è fortemente introspettivo. Wei Wei sviscera minuziosamente i pensieri e le vicende dei due personaggi principali, con insistenza e spesso anche in maniera ripetitiva, a tratti ossessiva. Xiao Hui, nella ricostruzione di quella che ha individuato come la “svolta” nella sua vita, analizza nel dettaglio il suo passato familiare, la sua ossessione per A Jie, sviscerando le motivazioni che stanno dietro alle sue decisioni e al suo modo di vivere. Lo stesso vale per A Jie, di cui ricostruisce il passato, ricercando in esso le motivazioni delle sue scelte presenti.
Oltre ai temi della memoria e della ribellione sociale, attraverso la ricostruzione di quella che per il protagonista è l’estate della svolta, il romanzo affronta anche il tema della crescita e del passaggio all’età adulta, in una società in cui spesso le aspirazioni personali e i desideri individuali si scontrano con le imposizioni esterne, che arrivano dalla famiglia e dalla società stessa.