Su Tong racconta la storia di Duanbai, diventato a quattordici anni imperatore del regno di Xie
Duanbai diventa imperatore di Xie. A soli quattordici anni, si ritrova a ricoprire un ruolo per il quale non è e non si sente adeguato, stretto tra una madre che vuole rafforzare la sua influenza a corte e una nonna ingombrante che manovra i fili del potere, un fratellastro deciso a riprendersi il trono che gli spetta, un fedele eunuco pronto a tutto per lui e una concubina che non gli è permesso amare.
Nel romanzo Quando ero imperatore (tradotto da Maria Gottardo e Monica Morzenti, Neri Pozza, 2004), Su Tong tratteggia atmosfere imperiali in un regno in decadenza, animato da intrighi di corte, attentati, rivolte e guerre.
La storia corre su due binari: da una parte la parabola di Duanbai, giovane imperatore che si trova a ricoprire un ruolo decisamente più grande di lui, incapace di gestire responsabilità e potere; dall’altra la parabola di una dinastia e di un regno ormai in decadenza, in balia di divisioni e brame di potere.
Entrambe sono raccontate attraverso gli occhi del giovane imperatore. Il romanzo, infatti, è scritto in prima persona. Duanbai è consapevole della sua inadeguatezza, si sente inetto, debole e vive la sua condizione con tormento. Sa di non conoscere a fondo i problemi del regno che guida e le questioni di palazzo, finendo così per subire la presenza e l’invadenza delle figure femminili che gli gravitano intorno. La nonna e la madre esercitano su di lui la loro influenza, ne determinano i comportamenti e gli impongono le scelte. Intorno a lui vengono orditi complotti e sconvolgimenti agitano la situazione dentro e fuori il Palazzo.
Ed è proprio fuori dal Palazzo, quando tutto sembra perduto, che Duanbai riesce a trovare il suo posto nel mondo, a dare un senso alla sua esistenza, percorrendo una strada assolutamente inaspettata.
Proprio come la vita di Duanbai, anche il regno di Xie subirà profondi e tragici stravolgimenti, che sono presagiti fin dalle prime pagine del libro. Il destino del giovane imperatore e quello del suo regno sembrano già scritti. Anche se per il primo, deposte le vesti imperiali e indossate quelle di comune cittadino, ci sarà una sorta di riscatto.
In Quando ero imperatore, è possibile rintracciare tratti distintivi dello stile di Su Tong. La sua scrittura è come sempre molto lineare e la storia è ambientata in un luogo e in un tempo indefiniti, un passato lontano ma non specificato, tratto tipico della narrativa d’avanguardia neorealista, sviluppatasi in Cina negli anni Ottanta e di cui Su Tong è un esponente di primo piano.
Una modalità che ben si adatta al racconto di tradimenti e conflitti, invidie tra concubine ed eunuchi, lotte di potere e complotti ai danni dell’imperatore, che sono in effetti dinamiche senza tempo, ripetutesi sempre uguali a se stesse nel corso dei secoli della Cina imperiale. Su Tong, quindi, attraverso la storia di Duanbai e del regno di Xie ci porta dentro queste dinamiche e, pur senza connotarle nel tempo e nello spazio, non intacca minimamente l’efficacia del suo racconto.
Se siete interessati a Su Tong, nel blog trovate:
- una sua biografia e bibliografia dei libri disponibili in italiano
- un post sul libro La casa dell’oppio
- un post sul libro Un’altra vita per le donne & Tre Lanterne
- un post sul libro Racconti fantastici