Gene Luen Yang racconta tre storie parallele che svelano cosa significa sentirsi esclusi ed estranei e come riuscire a fare i conti con la propria identità
American Born Chinese (Tunué, 2022) è un graphic novel scritto da Gene Luen Yang e pubblicato per la prima volta nel 2006 dalla casa editrice First Second Books. A distanza di sedici anni, durante i quali ha ricevuto numerosissimi riconoscimenti, torna in libreria con una nuova edizione.
American Born Chinese racconta tre storie parallele che alla fine si congiungono in un finale per nulla scontato.
Il primo racconto ruota attorno a un personaggio molto noto in Cina, e non solo, Sun Wukong, conosciuto anche come il Re Scimmiotto, protagonista di uno dei Quattro Grandi Romanzi Classici della letteratura cinese, Il viaggio in Occidente.
Il secondo racconto è incentrato sulle vicende di un ragazzo di origine cinese di nome Jin Wang, da poco trasferitosi dalla Chinatown di San Francisco e ritrovatosi ad essere l’unico sino-americano della scuola che frequenta. Le sue origini lo fanno diventare vittima di bullismo, ostacolano i suoi sentimenti per una compagna di classe americana e lo spingono a rifiutare la sua identità.
Il terzo racconto ha per protagonista Danny, un ragazzo americano, giocatore di basket, popolare nella sua scuola, che ogni anno è costretto ad ospitare Chin-Kee, cugino in visita dalla Cina, espressione di tutti gli stereotipi cinesi più radicati, nei confronti del quale prova profonda avversione e vergogna.
I tre racconti procedono separati, ma alla fine i personaggi si sovrappongono in un percorso di accettazione della propria identità, che va oltre le apparenze e coinvolge l’essenza più profonda dell’individuo e la sua evoluzione. Un’identità che coinvolge il passato e il presente, la cultura d’origine e quella di approdo, in una commistione di elementi che si estrinsecano in un’individualità in cui gli elementi dell’una e dell’altra risultano inscindibili.
Ma le tematiche affrontate in American Born Chinese sono molteplici. Si parla di stereotipi, discriminazioni, bullismo, relazioni interetniche, negazione e affermazione di sé stessi. È quindi un graphic novel che presenta più livelli di lettura e numerosi spunti di riflessione, dalla poca attenzione per le culture altre in ambito scolastico alla presunta superiorità della cultura americana su quella delle minoranze, fino all’incapacità di coglierne i tratti caratteristici e le specificità, confondendo ad esempio cinesi e giapponesi.
Impossibile non mettere in relazione la storia raccontata Gene Luen Yang con la sua biografia. L’autore, infatti, è un americano con origini cinesi, i cui genitori si sono conosciuti durante il periodo di studio negli Stati Uniti, dove erano emigrati. Tutto lascia presupporre, quindi, che abbia potuto osservare con i propri occhi e vivere sulla propria pelle molte delle difficoltà sperimentate dai protagonisti di American Born Chinese.
Nei disegni, caratterizzati da uno stile essenziale e da colori accesi e accattivanti, privi di sfumature, molti tratti appaiono stereotipati, risultando così un elemento in grado di sottolineare i temi affrontati nel fumetto.
A ben guardare, però, la storia di American Born Chinese riflette la storia di tanti, non solo quella di ragazzi immigrati o di seconda generazione, ma anche quella di chi non si sente a suo agio né adeguato nel contesto in cui vive.