Autori, temi e caratteristiche della produzione letteraria ribattezzata in cinese come “Haipai”
Negli anni Trenta del Novecento, Shanghai è chiamata la Parigi d’Oriente. È un crogiolo di etnie e culture. Una città internazionale, nelle cui vie si incrociano cinesi provenienti da zone diverse della Cina, giapponesi e occidentali che vivono nelle concessioni straniere.
Una città dai mille volti e dalle mille contraddizioni, animata da persone di estrazione, cultura e vite profondamente diverse. Ricchi e poveri, cinesi e stranieri, intellettuali e analfabeti: c’è tutto e il contrario di tutto.
Caratterizzata da un clima vivace, da una vita mondana intensa, tra locali e negozi, bordelli e fumerie d’oppio, centro commerciale e culturale, Shanghai fa da cornice alla nascita di una nuova corrente letteraria, la cosiddetta Haipai, cioè Corrente di Shanghai, che si contrappone alla Corrente di Pechino, in cinese Jingpai. Detta anche corrente modernista o neosensazionista, la Corrente di Shanghai è fortemente ispirata al modernismo francese e giapponese.
Tra i nomi di spicco che vengono ricondotti alla Corrente di Shanghai, ci sono Liu Na’ou (1900-1939), Mu Shiying (1912-1940), Shi Zhecun (1905-2003) e Ye Lingfeng (1904-1975). La loro produzione letteraria si concentra in un periodo limitato di tempo. I primi due, infatti, muoiono in giovane età, in circostanze poco chiare, mentre Shi Zhecun si dedica alla scrittura soltanto per una decina di anni, impegnandosi poi nell’insegnamento. Per quanto riguarda, poi, Ye Lingfeng, la sua opera è finita a lungo nel dimenticatoio.
Negli anni in cui la Corrente di Shanghai è attiva, gli scritti dei suoi esponenti sono pubblicati soprattutto su riviste letterarie fondate dagli scrittori stessi, come Xiandai zazhi (I Contemporanei), fondata nel 1932 e il cui editore è Shi Zhecun.
Aspetti comuni nelle opere degli scrittori della Corrente di Shanghai, oltre alle dettagliate descrizioni psicologiche, la presenza di personaggi espressione della vita della metropoli, che diventa essa stessa protagonista.
La città di Shanghai, con la sua vita mondana e la sua vivacità commerciale, le sue donne fatali e la loro carica erotica, i luoghi di piacere e il dilagante consumismo, si fa portatrice di nuove esperienze, nuovi valori, nuovi rapporti, influenzati anche dai contatti con le potenze straniere.
Lontani dalla politicizzazione della letteratura, auspicata invece dalla Lega degli scrittori di sinistra, gli esponenti della Corrente di Shanghai descrivono nelle loro opere la città in tutte le sue sfaccettature, cogliendone la modernità di stampo occidentale che la contraddistingue in quel periodo.
Simbolo per eccellenza di questa modernità metropolitana è la figura femminile. Ammaliante, seducente e seduttrice, incarna e riflette le caratteristiche della città che la ospita. Piacere, sensualità, consumismo ed esotismo accomunano Shanghai e i personaggi che la animano e che diventano protagonisti delle opere degli scrittori della Haipai.
Oltre che nei contenuti, gli scrittori della Corrente di Shanghai esprimono la propria modernità anche nello stile. Molto utilizzate le narrazioni in prima persona, i monologhi interiori e la modalità del flusso di coscienza. Inoltre, spesso la narrazione sembra riprodurre tecniche tipiche della cinematografia, che si traducono nel susseguirsi di immagini, suoni e percezioni.
Per approfondire la Corrente di Shanghai, potete consultate La narrativa cinese del Novecento. Autori, opere, correnti di Nicoletta Pesaro e Melinda Pirazzoli (Carocci Editore, 2019), in cui quest’ultima ha curato un capitolo dedicato a Il senso della metropoli. La produzione narrativa della corrente di Shanghai. Oltre a spiegare l’origine della corrente, sono proposti scritti dei suoi autori più rappresentativi, attraverso cui sono approfondite le tematiche e lo stile che la caratterizzano.