Il saggio di Sara D’Attoma esplora la condizione femminile in Cina dal crollo dell’impero Qing nel 1911 a oggi
Quando si pensa alla condizione delle donne in Cina subito si materializzano immagini di donne dai piedi fasciati o di concubine prive di qualsiasi libertà. Ma se è vero che il passato delle donne cinesi è stato questo, qual è il loro presente? Come si è evoluto il loro ruolo nella famiglia e nella società? Che posizione occupano nella Cina contemporanea?
A questi e ad altri interrogativi risponde Sara D’Attoma nel suo saggio Fiori di pioppo al vento. Storie di donne cinesi in cerca di diritti (Le Lucerne, 2022).
Il saggio si apre con un excursus su donne e diritto in Cina, utile al lettore per inserire nel giusto contesto le storie e le situazioni che l’autrice tratterà nei capitoli seguenti. Capitoli dedicati alle donne considerate nei diversi ruoli in cui la società cinese le relega e in periodi storici differenti. La concubina, la vittima, la moglie, la madre e la figlia. Sono loro i fiori di pioppo al vento del titolo. Un’espressione dal suono poetico, ma che in realtà è associata a una visione misogina. Come spiega la stessa autrice, deriva infatti dall’espressione idiomatica cinese shuixing yanghua, che significa “mutevole come l’acqua, leggera come un fiore di pioppo” e si riferisce alla natura volubile della donna, considerata incline all’infedeltà e a cambiare spesso compagno.
Le protagoniste del saggio di Sara D’Attoma sono donne prese dalla cronaca o dalla finzione letteraria, accomunate dalla volontà di affermare i loro diritti, di affrancarsi dalla situazione in cui sono costrette dalla famiglia e dalla società. E capitolo dopo capitolo, ci accompagnano in un secolo di storia della Cina, evidenziando come è cambiata la condizione femminile dal crollo dell’impero Qing nel 1911 fino alla Cina contemporanea.
Tra le donne della letteratura scelte dall’autrice, troviamo personaggi indimenticabili come Songlian, protagonista di Mogli e concubine, celebre romanzo di Su Tong di cui Zhang Yimou ha curato l’adattamento cinematografico, Lin Chi, protagonista del romanzo La moglie del macellaio della scrittrice taiwanese Li Ang, Li Xueliang al centro della vicenda tragicomica raccontata in Divorzio alla cinese di Liu Zhenyun, Qiu Ju, determinata ad avere giustizia per un torto subito dal marito in La storia di Qiu Ju di Chen Yuanbin, e Meili, protagonista de La via oscura di Ma Jian, che ci racconta le terribili sofferenze provocate dalla politica del figlio unico.
L’autrice cala le protagoniste di questi importanti romanzi della letteratura cinese nella realtà, analizzando i diversi momenti storici e soffermandosi sull’evoluzione di leggi e diritti. Dalla fasciatura dei piedi al concubinaggio, fino al divorzio, alla politica del figlio unico e alle norme contro la violenza domestica, Sara D’Attoma ripercorre la strada fatta, sottolineando però che tanta ne resta ancora da fare, perché:
i retaggi culturali che tenevano ancorata (la donna) alla sua posizione di subalternità in alcuni casi sono sopravvissuti e, ancora oggi, non è possibile affermare che quella uguaglianza formale, ottenuta con la legge, si sia del tutto realizzata anche nella pratica.
Fiori di pioppo al vento. Storie di donne cinesi in cerca di diritti è un saggio molto interessante che, oltre a dare al lettore una panoramica completa dei cambiamenti della condizione femminile in Cina dagli inizi del Novecento, sia a livello sociale che legislativo, offre anche molti spunti di lettura per chi voglia approcciarsi alla letteratura cinese, analizzando da un punto di vista particolare i romanzi citati.