Vicki Baum racconta le vite di nove personaggi che si intrecciano nella Shanghai degli anni Trenta del Novecento

Non avevo mai sentito parlare di Vicki Baum né del suo libro Hotel Shanghai (Bookever, 2004). Mi ci sono imbattuta per caso, un po’ di tempo fa, spulciando la sezione outlet del sito Mondadori Store. Attratta dal titolo e dal periodo storico in cui è ambientato il romanzo, non ci ho pensato due volte a metterlo nel carrello.

Ora che l’ho finalmente letto, ammetto che non era il libro che mi aspettavo, infatti ci ho messo più del previsto a terminarlo. Ma anche se non ha soddisfatto in pieno le mie aspettative, ho comunque apprezzato alcuni aspetti della narrazione.

hotel shanghai_coverHotel Shanghai conta quasi seicento pagine ed è diviso in due parti, profondamente diverse tra loro.

Nella prima, Vicki Baum presenta i nove personaggi principali della sua storia, dedicando a ognuno un capitolo in cui ripercorre le loro vite. Più che un romanzo sembra di leggere una serie di racconti, indipendenti l’uno dall’altro. I nove personaggi, infatti, hanno origini ed esistenze diversissime. C’è chi vive in Cina, chi negli Stati Uniti e chi in Europa. Ma nonostante abbiano alle spalle esperienze così diverse, arrivano tutti a intraprendere, per ragioni differenti, una strada che li porterà alla stessa destinazione: Shanghai.

Proprio nella città cinese è ambientata la seconda parte del romanzo. Tutti i personaggi si ritrovano a Shanghai, una città divisa tra la parte cinese, la Concessione francese e quella Internazionale. Una città in cui convivono cinesi, americani, russi, europei e giapponesi. Tutti si rifugiano tra le sue vie per ragioni e con obiettivi diversi. Tutti cercano un riscatto e guardano oltre, pensando con insistenza al giorno in cui potranno lasciare la città.

È il 1937 e su Shanghai incombe lo spettro della guerra tra Cina e Giappone. Shanghai è avvolta dai fumi dell’oppio che condizionano e rovinano la vita di molti, cinesi e non. Tra le sue strade, in cui serpeggia con sempre maggiore intensità l’ostilità verso i giapponesi, si intrecciano le vicende e la sorte dei nove personaggi che Vicki Baum ci ha fatto conoscere dettagliatamente nella prima parte del romanzo.

Se li contraddistingue un passato profondamente diverso, li accomuna invece un unico tragico destino. No, non è uno spoiler. Perché la scrittrice stessa avverte fin dall’inizio i suoi lettori che la città in cui ambienta il suo racconto è ormai solo un ricordo, come anche i personaggi che animano la sua storia.

Fulcro attorno a cui ruotano le loro vicende è l’Hotel Shanghai che dà il titolo al libro. Situato lungo la Nankin Road, è prima simbolo di benessere e mondanità e poi della distruzione portata dalla guerra tra Cina e Giappone che, dopo essere stata evocata a più riprese nel corso del racconto, si materializza con brutalità.

Hotel Shanghai è stato pubblicato nel 1937, ottenendo un grande successo internazionale, come del resto gli altri libri di Vicki Baum, austriaca di nascita, ma statunitense di adozione, autrice di romanzi, racconti e sceneggiature. Nata a Vienna nel 1888, fu costretta a emigrare per sfuggire alle persecuzioni razziali perpetrate nei confronti degli ebrei. Situazione documentata anche in Hotel Shanghai.

Nel complesso la lettura è scorrevole, l’intreccio ben costruito e le vicende avvincenti. Non ho particolarmente amato, però, la scelta di presentare i nove personaggi principali in una successione di capitoli distinti e indipendenti. Anche se, procedendo con la lettura, il fatto che ogni capitolo si chiuda con il protagonista che lascia il posto in cui si trova per imbarcarsi per Shanghai lascia presagire che a un certo punto ci sarà un punto di incontro tra tutte quelle storie così diverse, per oltre metà libro ho provato un senso di disorientamento, che mi ha reso particolarmente difficoltoso portare avanti la lettura.

Ho preferito, quindi, la seconda parte del romanzo che procede in maniera più organica e, a mio parere, più coinvolgente. Qui, Vicki Baum riesce a ricreare in maniera molto vivida l’atmosfera che si doveva respirare a Shanghai alla fine degli anni Trenta del Novecento, portando il lettore dentro quel crogiolo confuso di razze e culture, crocevia di persone di origine ed estrazione sociale estremamente variegate.

 

Sommario
Data
Titolo
Hotel Shanghai
Valutazione
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