Xu Xiaobin racconta la Cina dalla fine della dinastia Qing fino alle proteste di piazza Tian’anmen, guardandola attraverso le vicende di una famiglia in cui tutto ruota intorno alle figure femminili
È una storia tutta al femminile quella raccontata da Xu Xiaobin nel libro Il serpente piumato (Elliot, 2009). Sono le donne il motore del racconto, cinque generazioni che si succedono in una Cina che cambia profondamente volto, dalla fine della dinastia Qing fino alla strage di piazza Tian’anmen. Ma il contesto storico è solo accennato per dare una vaga collocazione temporale alle vicende personali delle protagoniste.
I cambiamenti sociali si riflettono nel variegato universo femminile incarnato dalle protagoniste di questa saga familiare. Xuanming è nata alla fine dell’Ottocento, quando alle donne era ancora imposta la fasciatura dei piedi; Ruomu, sua figlia, ha studiato all’università, si è sposata con Lu Chen grazie a uno stratagemma architettato con la madre e ha dato alla luce tre figlie, Ling, Xiao e Yu, e un unico maschio, morto ancora neonato; e poi c’è Yun’er, figlia di Ling.
I rapporti tra loro sono conflittuali, le dinamiche familiari non sono caratterizzate dall’affetto. Chi ne paga maggiormente le conseguenze è Yu, la figlia minore, vera protagonista del romanzo. Fin da bambina è consapevole che né la mamma né la nonna provano affetto nei suoi confronti. Una consapevolezza che la rende fragile, vulnerabile e ribelle allo stesso tempo. La sua vita è segnata fin dalla tenera età da un peccato che rende insanabile la frattura con il resto della famiglia e che per tutta la vita cerca in qualche modo di espiare, portandosi dentro un senso di colpa che la schiaccia.
Additata dalla nonna e dalla madre come colpevole di un crimine atroce, è in realtà vittima della loro indifferenza.
Pensò che aveva passato l’intera vita a cercare di redimersi dal suo peccato. Il costo che aveva pagato era stato troppo alto. Se avesse dovuto vivere un’altra vita, sperò davvero che fosse diversa.
La vita di Yu è in bilico tra due dimensioni, una reale e una onirica, che si intersecano continuamente, confondendo a volte il lettore, che rimane sospeso tra di esse insieme lei.
Nonostante Yu sia la figura dominante, Il serpente piumato è un romanzo corale. Intorno a lei, infatti, ruotano un gran numero di co-protagoniste, le cui storie si intrecciano, in un continuo cambio di prospettiva, con salti temporali, che rendono questa saga familiare una lettura particolarmente impegnativa, a tratti faticosa.
Non è tanto la scelta di non seguire un ordine cronologico o di puntare i riflettori alternativamente sui diversi personaggi a rendere la lettura poco scorrevole, quanto quella di passare da una narrazione in terza persona a una in prima persona, creando troppe interruzioni nella narrazione, già estremamente frammentata e dispersiva.
Forse per le alte aspettative che avevo riposto in questo romanzo, Il serpente piumato non mi ha pienamente convinta. Non per la storia in sé, ricca di spunti interessanti, ma per l’intreccio con cui Xu Xiaobin ha scelto di narrarla e per la commistione tra realtà e sogno, a tratti un po’ forzata.