Si conclude la saga di Rin. Alle prese con la Repubblica del Drago, Fang Runin tornerà al suo Paese natale e tutti i nodi irrisolti verranno finalmente sciolti
Dopo aver letto La guerra dei papaveri e La Repubblica del Drago, non potevo non immergermi nella lettura del terzo volume La dea in fiamme, che conclude la saga di Rin, scritta da Rebecca F. Kuang e pubblicata in Italia da Mondadori.
La dea in fiamme ha sicuramente un ritmo diverso rispetto ai primi due volumi della saga, ma non risulta per questo meno avvincente. Anzi. Molti nodi vengono al pettine e finalmente si sciolgono, tanti fili si riallacciano e tutta la storia diventa più nitida.
Rin è reduce da prove molto dure. Ha salvato il Nikan dagli invasori stranieri e ha combattuto l’imperatrice Su Daji. Ma nonostante sia stata tradita dai suoi alleati e abbandonata in fin di vita, è decisa a continuare a lottare per il popolo delle province meridionali e per il suo villaggio natale, Tikany. Per lei le sfide non sono finite, vuole vendicarsi e per farlo è pronta a fronteggiare la Repubblica del Drago, gli esperiani e tutti coloro che minacciano le arti sciamaniche e coloro che le praticano. Su di lei, però, continuerà a incombere il richiamo della Fenice, che la spinge a dare alle fiamme il mondo intero.
Anche questo volume, come i precedenti, è ricco di personaggi e di avvenimenti, ma anche qui tutto gira intorno alla protagonista, che sembra perdere sempre più il suo lato umano, in balia del fuoco e del potere che le dà. La forza di Rin è dirompente, ma continua ad essere mitigata dalle sue insicurezze. In lei convivono e si scontrano due aspetti opposti e complementari: forza e fragilità. E se da un lato è una sciamana potentissima, dall’altro non ha capacità strategiche, non è in grado di comandare e guidare il Paese, apparendo a tratti estremamente ingenua e impreparata, spesso in preda a rimorsi e sensi di colpa.
Al suo fianco ritroviamo Kitay, la sua parte razionale, la sua ancora. Proprio lui e altri personaggi chiave, che rivestono un ruolo fondamentale nella storia, come ad esempio Nezha, avrebbero meritato un maggiore approfondimento psicologico.
Sono, invece, assolutamente approfonditi le scene di guerra, le descrizioni crude, la morte, l’orrore e la violenza a cui Rebecca F. Kuang ci ha abituati nei precedenti volumi.
In La dea in fiamme, però, emerge dirompente un altro aspetto: lo scontro con gli Esperiani, l’Occidente, che pur non potendo contare su poteri ultraterreni, hanno vantaggi tecnologici contro cui gli sciamani poco possono fare. Ed è questo che, pagina dopo pagina, segna il destino di Rin.
Se avete iniziato a leggere i primi volumi della saga di Rebecca F. Kuang, non potete ovviamente non terminarla con la lettura di questo terzo volume. Se, invece, ancora non avete conosciuto Rin, vi consiglio di farlo. Non vi deluderà!