Una storia di umiliazione e riscatto, dalla Cina agli Stati Uniti, dove alla fine dell’Ottocento gli immigrati cinesi furono oggetto di violenze e persecuzioni
Nel suo romanzo d’esordio La strada delle nuvole (Editrice Nord, 2022), Jenny Tinghui Zhang fa luce sulla situazione in cui vivevano i cinesi immigrati negli Stati Uniti alla fine dell’Ottocento.
Dopo un viaggio che durava mesi, non solo si ritrovavano a dover fronteggiare difficoltà economiche e lavorative, ma erano vittima di violenza e persecuzioni. Come spiega l’autrice nella nota che segue il romanzo, nella seconda metà del XIX secolo ci fu un’ondata di violenza anticinese, testimoniata dal Chinese Exclusion Act e culminata nel massacro di Rock Springs in Wyoming, nel massacro dello Snake River in Oregon e in innumerevoli altri episodi analoghi. Pagine di storia dolorose, poco note al di fuori degli ambienti accademici e delle comunità cinesi americane. Con La strada delle nuvole, Jenny Tinghui Zhang spera di riuscire a far conoscere questa storia a chi la ignora.
Protagonista del romanzo è Lin Daiyu, che nella Cina del 1882 si ritrova da un giorno all’altro senza una famiglia e senza una casa. A tredici anni, Travestita da ragazzo, cerca di trovare il modo per guadagnarsi da vivere. Ma quando crede di aver finalmente trovato una sistemazione in una scuola di calligrafia, arte per cui rivela di avere un grande talento, viene rapita e rinchiusa in una cella, dove per un anno le sarà insegnata la lingua inglese, fino a quando, rinchiusa in una cassa, sarà caricata su una nave diretta a San Francisco e venduta a un bordello.
Inizia così un nuovo capitolo della sua vita, in un Paese sconosciuto, che però le riserverà ancora altra sofferenza. Sebbene riuscirà a fuggire dal bordello, ancora una volta mascherandosi da uomo, decisa a trovare il modo per tornare in Cina dalla sua famiglia, le disgrazie non sono affatto finite.
Ma se nella prima parte del romanzo l’autrice si focalizza sulla povertà della protagonista e sull’ineluttabilità del suo destino di donna e Daiyu è impegnata a salvare sé stessa e a cercare il proprio riscatto, nella seconda parte del racconto si focalizza sull’aspetto politico, sulle discriminazioni razziali e sul movimento anticinese americano di fine Ottocento e la ragazza mette da parte la propria salvezza per quella collettiva, degli immigrati cinesi in America, mettendo in pratica uno dei valori fondanti della cultura cinese, secondo cui il bene e gli interessi collettivi vengono prima di quelli individuali.
Nel corso della sua storia Lin Daiyu è costretta a cambiare più volte la sua identità. È Daiyu, il nome datole dai suoi genitori, il nome che lei odia perché ricorda l’omonima Lin Daiyu, debole protagonista di un triangolo amoroso dal finale tragico raccontato in uno dei quattro grandi romanzi classici della letteratura cinese Il sogno della camera rossa di Cao Xueqin; è Feng, ragazzo orfano che cerca il modo per sopravvivere in una città sconosciuta e resta incantato dalle meraviglie della calligrafia cinese; è Peony, giovane prostituta alle dipendenze di Madam Lee; ed è Jacob Li, giovane lavoratore cinese, immigrato negli Stati Uniti, deciso a trovare il modo di tornare in Cina.
Quando sarò di nuovo me stessa? E, se succederà, la saprò riconoscere, questa me stessa?
La risposta è sì. Ma solo dopo innumerevoli dolorose vicissitudini che la cambieranno nel profondo.
L’AUTRICE
Jenny Tinghui Zhang è nata a Changchun, in Cina, ma è cresciuta ad Austin, in Texas, dove vive tuttora. Dopo aver conseguito un Masters of Fine Arts presso la University of Wyoming, ha scritto articoli, saggi e racconti per numerose riviste. Attualmente lavora come capo redattrice per The Adroit Journal, una testata che promuove le opere di autori emergenti. La strada delle nuvole è il suo primo romanzo.