Vita e scritti di una delle più note scrittrici di origine cinese che vivono all’estero
Nei suoi scritti Li Yiyun non racconta solo la Cina e la comunità cinese statunitense, ma soprattutto scandaglia l’animo umano nelle sue molteplici sfaccettature.
BIOGRAFIA
Li Yiyun è nata a Pechino nel 1972. Sua madre era insegnante, mentre il padre un fisico nucleare.
Dopo un anno di servizio militare, a cui si dovettero sottoporre, dopo le manifestazioni di Piazza Tian’anmen, tutti i giovani che intendevano iscriversi all’Università di Pechino, e aver quindi frequentato l’ateneo della capitale cinese, nel 1996 si è trasferita negli Stati Uniti per proseguire gli studi in medicina all’Università dell’Iowa, dove si laurea in immunologia nel 2000.
Ma nonostante la formazione scientifica, Li Yiyun ha coltivato anche la sua passione per la scrittura e la letteratura, conseguendo nel 2005 un Master of Fine Arts in scrittura creativa all’Iowa Writer’s Workshop.
Nello stesso hanno ha pubblicato la sua prima raccolta di racconti Mille anni di preghiere (Einaudi, 2007), che le è valsa numerosi riconoscimenti, come il Frank O’Connor Short Story Award, il Pen/Hemingway Award e il Guardian First Book Award.
I suoi racconti sono apparsi in numerose riviste, come The New Yorker, The Paris Review, Glimmer Train e Prospect, e sono stati tradotti in oltre venti lingue.
Nei suoi scritti, ambientati in Cina e nella comunità cinese americana, adotta spesso un tono tragicomico, mettendo l’accento sul rapporto dell’individuo con ciò che lo circonda. Non mancano poi i riferimenti autobiografici, che in molti testi rappresentano la parte principale del racconto. Come il suo duplice tentativo di suicidio avvenuto del 2012 e raccontato in Caro amico dalla mia vita scrivo a te nella tua (NN editore, 2018) oppure la scomparsa del figlio al centro di Dove le ragioni finiscono (NN editore, 2021).
Nel 2022 è stata insignita del premio Pen/Malamud, un premio letterario statunitense assegnato annualmente ad autori statunitensi che si distinguono nell’arte del racconto.
I LIBRI DISPONIBILI IN ITALIANO
L’esordio narrativo di Li Yiyun risale al 2005, quando è stata pubblicata la sua prima raccolta di racconti, arrivata in Italia due anni più tardi con il titolo Mille anni di preghiere (Einaudi), tradotto da Eva Kampmann.
I protagonisti di questa raccolta vivono la contraddizione tra un’umana volontà di realizzazione individuale e il destino collettivo che il potere, la famiglia, la tradizione, l’economia di volta in volta impongono loro. Ambientati in una Cina allo stesso tempo quotidiana e mitica, non solo offrono un ritratto spiazzante di un Paese e di un popolo travolti dai cambiamenti, ma anche riflessioni sull’universale aspirazione alla felicità e sul dolore attraverso cui questa ricerca inevitabilmente passa.
Oltre ad essere stato pluripremiato, da due dei racconti contenuti nella raccolta il regista Wayne Wang ha tratto due film: Mille anni di buone preghiere (A Thousand Years of Good Prayers) nel 2007 e The Princess of Nebraska nel 2008.
Con il primo romanzo, I girovaghi (Einaudi, 2010), tradotto in italiano sempre da Eva Kampmann, Li Yiyun si aggiudica il California Book Award for Fiction.
Il primo giorno di primavera del 1979 a Fiume Fangoso, una cittadina industriale nel cuore della Cina, è il giorno stabilito per l’esecuzione di una controrivoluzionaria. Quel giorno si incrociano i destini degli ultimi della città: maestro Gu e sua moglie, sfortunati genitori di Shan, la condannata, Tong, il ragazzino di campagna, il vecchio Hua e sua moglie, raccoglitori girovaghi di rifiuti e neonate abbandonate; Nini, undicenne deforme dallo sguardo penetrante, e l’imbelle Bashi, con la sua insaziata curiosità verso le ragazzine, o il solitario vecchio Kwen, incattivito come il cane nero che tiene alla catena. Ma sarà un giorno decisivo anche per chi all’apparenza ha tutto ciò che si possa desiderare, come la bella Kai, annunciatrice del partito e moglie di Han, politico in ascesa. L’esecuzione della controrivoluzionaria porterà al pettine i nodi che aggrovigliano gli abitanti di Fiume Fangoso, i quali si ritroveranno dopo quindici giorni nella piazza principale, a testimoniare con un fiore bianco di carta velina la loro silenziosa ribellione. E dalla capitale giunge l’eco di un cambiamento, nel segno del Muro della democrazia.
Nel 2015, è ancora Einaudi a pubblicare Più gentile della solitudine, tradotto da Laura Noulian, romanzo che ha per protagonisti la bella Ruyu, l’ingenuo di Moran e lo spavaldo Boyang. Tre adolescenti che condividono la vita nel cortile comune di un caseggiato di Pechino, nel 1989, subito dopo le proteste e gli scontri di piazza Tian’anmen. A vent’anni di distanza, si troveranno sparpagliati tra le due coste degli Stati Uniti e la capitale cinese, ora in piena crescita economica. Sarà il riemergere di un segreto dal loro passato a farli incontrare di nuovo. Cosa unisce Boyang, giovane immobiliarista rampante di Pechino, Ruyu, commessa e amica-factotum di ricche e annoiate signore californiane, e Moran, ricercatrice di laboratorio in una sperduta azienda farmaceutica del Massachusetts? O meglio: quale segreto del loro passato li divide e li tiene lontani? E quale ruolo ciascuno di loro ha avuto nella morte dell’antica compagna cui si apprestano a dare l’ultimo saluto? L’alternarsi della realtà della Cina di fine anni Ottanta con la contemporaneità, tra Pechino e gli Stati Uniti, scandisce le esistenze dei quattro protagonisti, avvolte da un’aura di malinconica sospensione e stravolte, quasi senza che se ne rendessero conto, dai tragici eventi pubblici e privati che le hanno sfiorate.
Totalmente diverso dalle opere precedenti è Caro amico della mia vita scrivo a te nella tua (traduzione di Laura Noulian, NN Editore, 2018), in cui Li Yiyun abbandona la finzione e racconta sé stessa. Ha scritto questo libro nei due anni in cui la depressione l’ha obbligata a una terribile resa dei conti con le proprie origini e con ciò che è diventata. Il libro è il diario di una vita vissuta tra i libri e tra gli autori più amati, da Soren Kierkegaard a Ivan Turgenev a Katherine Mansfield, è un percorso in cerca delle radici della creazione artistica e della memoria, dove si comprende che la verità si coglie solo ricreando il mondo con la penna. Un percorso necessario per rispondere a due domande fondamentali: perché scrivere? E perché vivere?
Nel 2019 NN editore pubblica la raccolta di racconti Ragazzo d’oro, ragazza di smeraldo, tradotta da Eva Kampmann. Ambientati nella Cina contemporanea, in cui la modernità non intacca le tradizioni sociali del passato, i racconti hanno come protagonisti un’anziana professoressa di zoologia che presenta il figlio a una devota studentessa, inconsapevole dei loro veri sentimenti, un gruppo di vecchie signore che decide di aprire un’agenzia di investigazioni private per salvare i matrimoni dall’adulterio e una coppia di mezza età, che vive negli Stati Uniti e decide di tornare in Cina dopo aver perso la figlia in un incidente, per assoldare una donna come madre surrogata.
Ultimo libro di Li Yiyun pubblicato in Italia è Dove le ragioni svaniscono (NN Editore, 2021), tradotto da Lara Noulian. Nato dalla drammatica esperienza vissuta dalla scrittrice, racconta il dialogo tra una madre e un figlio, lei scrittrice e lui un ragazzo sedicenne che si è tolto la vita pochi mesi prima. Le parole sono l’unica risorsa a cui la madre può attingere così da ridare vita al figlio e portare avanti con lui le conversazioni toccanti, profonde, intime di quando era al mondo. Il ricordo di una poesia amata si lega a quello di una torta fatta in casa, la memoria di un viaggio dà corpo e colore ai luoghi visitati, i mirtilli sono la chiave d’accesso al bambino che è stato Nikolai. In un dialogo continuo, come un flusso di coscienza, le due voci raccontano una storia d’amore: quello assoluto che pretendono i figli, quello pieno di dubbi e di colpe che scorre nei genitori.
Con questo libro Li Yiyun ha ottenuto nel 2020 il PEN/Jean Stein Book Award.
Tra le opere di Li Yiyun pubblicate in Italia ce n’è poi un volume decisamente diverso dagli altri. Si tratta di La storia di Gilgamesh raccontata da Li Yiyun, tradotta da A. G. Bonazzi, illustrata da Marco Lorenzetti e pubblicata da Gruppo editoriale L’Espresso. L’epopea di Gilgamesh è una delle più antiche storie note all’umanità. La lotta di Gilgamesh per la gloria, l’amicizia e l’immortalità rispecchia la crescita di qualsiasi essere umano che debba rimpiazzare la forza della gioventù con la saggezza dell’età matura. Rinarrare Gilgamesh permetterà alle generazioni giovani di riconnettersi non solo con questo racconto in particolare, ma anche con le altre storie che affondano le loro radici nel tempo.