Una selezione di titoli ambientati nell’arcipelago della Repubblica di Cina
Taiwan, nome con cui ci si riferisce comunemente alla Repubblica di Cina, è l’isola principale di un gruppo di isole che comprende anche gli arcipelaghi minori di Penghu, Kinmen e Matsu. Si trova a 150 chilometri dalla Cina continentale, tra il Mar Cinese Meridionale e quello Orientale.
CENNI STORICI
Annessa al Giappone nel 1895, tornò alla Cina nel 1945, dopo la sconfitta nipponica nella Seconda Guerra Mondiale. Quattro anni dopo, quando fu sconfitto dal Partito comunista nella guerra civile nella Cina continentale, il governo nazionalista del Guomindang e le truppe superstiti si rifugiarono proprio a Taiwan.
Iniziò così la contesa ancora irrisolta tra Pechino e Taipei sulla legittimità della sovranità dei rispettivi governi. Il governo nazionalista, guidato da Jiang Jieshi, rivendicava infatti la sovranità sull’intera Cina e riuscì ad ottenere l’appoggio militare ed economico degli Stati Uniti.
Dagli anni Cinquanta iniziarono una serie di crisi dello Stretto di Taiwan, che ebbero ripercussioni anche nei rapporti diplomatici internazionali. In base alla politica di una sola Cina, il riconoscimento ufficiale di uno dei due governi da parte di un Paese straniero avrebbe comportato l’interruzione delle relazioni diplomatiche con l’altro. Se nel ventennio successivo al 1949 Taiwan sembrò favorita sul piano internazionale, la situazione cambiò radicalmente a partire dagli anni Settanta, segnati dall’esplulsione della Repubblica di Cina dalle Nazioni Unite, dove fu sostituita dalla Repubblica Popolare Cinese, e dalla ripresa delle relazioni tra Cina e Stati Uniti, con la storica visita in Cina del presidente Usa Richard Nixon, a cui fece seguito il riconoscimento della legittimità della Repubblica Popolare Cinese da parte di molti Paesi occidentali.
Ancora oggi i rapporti tra Repubblica di Cina e Repubblica Popolare Cinese, che considera Taiwan una provincia cinese, sono tesi. Il presidente cinese Xi Jinping punta alla riunificazione di Taiwan, definendola una «necessità storica».
Non sono molti i libri di scrittori di Taiwan tradotti e pubblicati in Italia, sono comunque reperibili alcuni titoli interessanti.
SAGGI
Voci da Taiwan
di Autori Vari (a cura di Rosa Lombardi, Orientalia Editrice, 2022)
La letteratura contemporanea, il cinema, la questione dell’identità e la storia di Taiwan nell’ultimo secolo in una prospettiva comparativa nei contributi di studiosi di fama internazionale.
Contributi di: Isabelle Rabut, Angel Pino, David Der-wei Wang, Michelle Yeh, Rosa Lombardi, Guido Samarani, Chien-hsin Tsai, Silvia Schiavi, Wen Tianxiang, Wu Yi-wei.
Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l’Asia
di Giulia Pompili (Mondadori, 2021)
Non esiste Pechino senza Taipei, non esiste Pechino senza Seul, ma soprattutto non esiste Pechino senza Tokyo. La vicinanza geografica, culturale e storica rende praticamente impossibile interpretare i fatti asiatici di oggi – e di conseguenza quelli americani, europei, mondiali – senza conoscere che cosa succede al di là dei confini del Celeste impero. Attingendo non solo alla storia e ai fatti più recenti, ma anche agli incontri, alle esperienze, ai dialoghi avuti durante i suoi numerosi reportage, la giornalista del Foglio, Giulia Pompili, dedica un libro all’altra Asia, ovvero a quella che Cina non è. E da questa prospettiva, globale e personale insieme, mescolando politica, costume e aneddoti, ci racconta il disgelo tra le due Coree, il rilancio del Giappone di Shinzo Abe, il crescente soft power di Seul, l’isola ribelle di Taiwan, ma anche la divisione generazionale e le discriminazioni presenti in queste società ancora fortemente patriarcali.
Letteratura taiwanese
di Federica Passi (Cafoscarina, 2007)
Il valore letterario di molte opere di autori di Taiwan rende sempre più vivo l’interesse per la letteratura taiwanese. Il volume tenta una sintesi degli sviluppi letterari di Taiwan dalle origini nel XVII secolo fino ai giorni nostri, presentandone il contesto culturale, i movimenti letterari, le dispute e gli autori principali: dalla nascita di un movimento per una nuova letteratura durante l’occupazione giapponese, allo sviluppo di una letteratura modernista, alla reazione nativista, fino alle tendenze più recenti. Le travagliate vicende storiche dell’isola hanno stabilito inoltre uno stretto legame tra la letteratura e le problematiche connesse alla ricerca di una identità per la popolazione dell’isola, cosicché parlare di letteratura di Taiwan significa anche affrontare argomenti quali la nascita di una coscienza taiwanese, in politica quanto in letteratura, e l’evoluzione del concetto stesso di letteratura taiwanese e del suo delicato rapporto con la letteratura cinese.
ROMANZI
Il maestro della notte
di Bai Xianyong (traduzione di Maria Rita Masci, Einaudi, 2005)
Taipei, inizio anni Settanta. Un gruppo di ragazzi omosessuali si riunisce nel Parco Nuovo. Aqing, il narratore, bandito dalla scuola perché sorpreso in atti osceni con un sorvegliante e cacciato di casa dal padre, austero ufficiale del Guomindang, si ricrea una famiglia nella società del parco. In questo regno nascosto che non conosce la luce del giorno, i ragazzi – sotto la guida del loro mentore, il «maestro della notte», Yang – si prostituiscono per sopravvivere. Eppure ciascun ragazzo ha un sogno, un progetto segreto che ha ancora sapore di infanzia, di gioco, e storie da raccontare. Aqing, Wu Min, Xiaoyu, il Sorcio e gli altri formano una nazione illegale con regole e gerarchie. E con propri miti, come la tragica storia d’amore fra il Dragone e la Fenice. Storia estrema che diventa, nel romanzo, paradigma della condizione dei giovani omosessuali. Accanto a loro prende forma il mondo degli adulti, con figure come quelle di nonno Guo e del vecchio signor Fu. E prende forma, in una immersione totale nelle strade nei sapori nei cibi e nella cultura cinese, l’intera città, non solo quella dei «reietti». Quando i suoi protetti saranno cacciati dal parco, il Maestro della notte li guiderà a costruire una nuova impresa, il mitico bar-ristorante «La Terra di beatitudine», e a traghettare il guado più difficile: quello della consapevolezza.
Rosa rosa amore mio
di Wang Zhenhe (Orientalia editrice, a cura di Anna Di Toro, 2014)
La vita di Lotusa, una piccola città costiera, sta per essere scombussolata dall’arrivo di un contingente di militari americani in licenza dal Vietnam. La prospettiva di spillare dollari ai soldati accende la cupidigia di un gruppo raccogliticcio di magnaccia e tenutarie di bordelli che si affidano ad un ampolloso professore d’inglese per organizzare un corso di formazione per bargirls. Scopo iniziale del corso è di insegnare una trentina di frasi d’inglese che potrebbero tornare utili alle intrattenitrici, ma ben presto il professore si lascerà prendere la mano. Animato da un anelito patriottico e moralizzante, portatore di antichi valori asserviti al più vile degli scopi, il protagonista aggiungerà man mano alle lezioni di lingua anche quelle di danza, canto, etichetta internazionale, trucco ed estetica, introduzione alla cultura americana, profilo della civiltà classica, igiene fisiologica, questioni legali, nozioni dell’arte della mescita di alcolici e tecniche di preghiera protestante, dando vita ad una serie di situaizoni paradossali ed esilaranti.
La moglie del macellaio
di Li Ang (traduzione di A. M. Paoluzzi, Pisani, 2015)
Prendendo spunto da un fatto di cronaca realmente accaduto, Li Ang narra la storia di Lin Shi, una povera contadina costretta a sposare un uomo rude e brutale, che per professione macella maiali. L’uomo si fa costantemente beffa delle regole religiose e morali della società in cui vive e non esita ad abusare della moglie, godendo dello stesso perverso piacere che prova sgozzando animali. Lin Shi si ritrova ben presto in una situazione senza via d’uscita: emarginata dalle altre donne del villaggio – che considerano i suoi comportamenti bizzarri e le sue grida di aiuto niente altro che un perverso escamotage sessuale per eccitare il marito – scivola lentamente nella disperazione e nella follia fin quando, una notte, non sarà proprio lei stessa a “macellare” il marito.
L’ombra nel pozzo
di Chi Wei-jan (traduzione di Riccardo Moratto, Marsilio, 2018)
Cosa si può fare a Taipei quando si ha, da sempre, una grande passione per i romanzi polizieschi e per la filosofia? Wu Cheng, professore e drammaturgo fallito, il cui matrimonio esiste ormai solo sulla carta, ha preso la sua decisione: lasciare l’università e l’insegnamento e trasferirsi in un vicolo di Liuzhangli, quartiere non proprio trendy, che per la concentrazione di imprese funebri si è conquistato l’appellativo di “zona dei morti”. Qui, tra la scatola di cemento dove abita e il suo “ufficio”, al caffè all’angolo, dove trascorre le giornate seduto a osservare i passanti, intende avviare la prima agenzia di investigazione privata di tutta Taiwan. E proprio mentre sta cominciando la sua nuova vita, una serie di omicidi porta il caos tra le forze dell’ordine che, abituate a criminali impulsivi e maldestri, banalmente mossi da ragioni di cuore o di soldi, devono ora fare i conti con un profilo di assassino molto complesso. Impaziente di dare il suo contributo, Wu Cheng si getta con passione nelle indagini, senza immaginare che presto i sospetti ricadranno proprio su di lui. Nel suo brillante romanzo d’esordio Chi Wei-Jan combina satira e umorismo a tutti gli ingredienti propri del poliziesco, mostrando l’originalissima commistione di buddhismo e cristianesimo, pragmatismo e fantasia, tradizione e modernità della realtà cinese di Taiwan.
Il ciliegio del mio nemico
di Wang Ting-kuo (traduzione di Maria Gottardo e Monica Morzenti, Neri Pozza Editore, 2018)
Un giorno Luo Yiming, alto dirigente bancario in pensione, esce dalla sua vetusta dimora in stile giapponese, attraversa il giardino con il vecchio ciliegio dai boccioli in fiore e, inforcata la sua bicicletta, costeggia l’argine del fiume per poi fermarsi a un caffè ai margini della sua piccola città, unico cliente nell’ora che precede il pranzo. Di lì a poco quello stesso rispettabile pensionato esce dalla porta a vetri del locale come un giocatore disperato che abbia perso tutto, torna a casa e si ammala. Alcuni giorni dopo, un pomeriggio, la sua senile integrità volge definitivamente al termine. Luo Yiming sale in terrazza e, come se avesse ricevuto un ordine segreto, scavalca la balaustra per poi essere raccolto in strada con le gambe ancora tremanti e il viso di un pallore mortale. A detta di tutti, l’improvvisa malattia del pensionato, noto benefattore e anima generosa, ha un solo colpevole: il proprietario del caffè, cui non resta che dileguarsi con la coda tra le gambe, come un malfattore. Nessuno sa che quell’incontro mattutino è stato però fatale e inaspettato anche per lui, che aveva servito Luo Yiming come un automa e, pur di non sentirgli dire niente né vederlo pagare il conto, aveva abbandonato il suo locale aspettando che uscisse.
Anni addietro, l’uomo aveva infatti frequentato Luo Yiming, ospite della sua ricca dimora insieme con Qiuzi, la moglie, giovane donna dal sorriso radioso e dalla pelle così candida che quando corrugava la fronte sembrava sporcarsi con la polvere del mondo. Struggente storia di un amore perduto e dell’impossibilità di opporsi alla forza del destino, Il ciliegio del mio nemico è stato accolto, al suo apparire, come una delle opere più importanti della narrativa cinese contemporanea, rivelando sulla scena internazionale il talento di Ting-Kuo Wang.
Montagne e nuvole negli occhi
di Wu Ming-yi (edizioni e/o, traduzione di Silvia Pozzi, 2021)
Sull’isola di Wayo-wayo, il destino di ogni figlio maschio secondogenito è già segnato: al compimento dei quindici anni, dovrà mettersi in mare per offrirsi come sacrificio umano al dio del mare. Atrei, tuttavia, ha deciso che sarà il primo a sfidare questa sorte. E a sopravvivere. Sull’altra costa, la vita di Alice sarà travolta da un gigantesco accumulo di spazzatura galleggiante venuto a infrangersi sulle coste di Taiwan che porta con sé anche Atrei. All’indomani della catastrofe, Atrei e Alice intraprendono un viaggio fra le montagne, cercando di ripercorrere il sentiero battuto dal marito della donna, prima di morire: sperano così di risolvere il mistero della scomparsa del figlio. Mentre fra i due nasce un’inaspettata amicizia, emergerà un oscuro segreto, per cui Alice dovrà mettere in discussione i propri ricordi e tutte le sue certezze
Montagne e nuvole negli occhi è il primo romanzo di Wu Ming-yi che è anche professore, fotografo, pittore, attivista ambientalista e studioso di farfalle, ad essere tradotto in italiano e, oltre a raccontarci una storia toccante e ricca di emozioni, ha il merito di far scoprire ai lettori italiani il filone della scrittura naturalistica di Taiwan, di cui l’autore è uno degli esponenti più noti.
RACCONTI
Uomini a Taiwan
di Wang Zhenhe (traduzione di A. M. Paoluzzi, Pisani, 2006)
Un vagabondo innamorato della propria sorella, un povero sordo compiacente alle avventure extra-coniugali di sua moglie, un ometto megalomane e paranoico con insospettabili capacità amatorie e un giovanotto alle prese con un test sulla virilità. Cosa hanno in comune questi personaggi? Il tema ricorrente è quello dell’amore nelle sue varie forme. Ritratti attraverso l’occhio dell’autore con una varietà di toni che vanno dal sarcasmo all’ironia affettuosa fino a una lucida drammaticità, testimoniano di una realtà che è quella della Taiwan a cavallo tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Ottanta.
Ultime lettere da Montmartre
di Qiu Miaojin (Calabuig, traduzione di Silvia Pozzi, 2016)
A metà tra memoir ed epistolario, un percorso complesso all’interno di un’anima in un caleidoscopio di frammenti di rabbia, risentimento, senso di abbandono, guizzi di genio, letture e visioni, ricordi cristallini e strazianti.
Ultime lettere da Montmartre descrive il dolore reale e profondo da cui si può fuggire con il pensiero, con il ricordo, ma non con il corpo.
Nostalgia dei miei fratelli dei villaggi militari e altri racconti
di Zhu Tianxin (traduzione di Luca Pisano, a cura di Rosa Lombardi, Orientalia editrice, 2023)
Probabilmente chi non è vissuto in un villaggio militare o è nato dopo gli anni Sessanta, taiwanese o continentale che sia, non può capire. Molti ragazzi dei villaggi (soprattutto di quelli grandi in cui c’era il mercato, l’emporio, il negozio d’alimentari, la scuola…) arrivavano fino ai vent’anni, ossia fin quando andavano a studiare all’estero o partivano per il servizio militare, senza aver mai conosciuto un taiwanese, a eccezione di quei pochi che avevano la madre nativa e trascorrevano le vacanze dai nonni materni e di chi aveva in classe un compagno originario dell’isola e ne diventava amico. Per anni, gli unici taiwanesi che le mamme continentali videro erano quelli dei banchi del mercato, perciò per loro i taiwanesi nativi si dividevano in due tipi: chi era nel commercio e chi no.
Gente di Taipei
di Bai Xianyong (a cura di Antonio Leggieri, Atmosphere Libri, 2024)
Quattordici storie, o forse sarebbe meglio dire quattordici ritratti di personaggi in esilio volontario, paralizzati nella loro nostalgica rievocazione del passato e della madrepatria; fra partite infinite a mahjong, piatti prelibati, brindisi e abiti tradizionali, tutto serve a creare l’illusione di essere ancora sul continente, di essere giovani aitanti, o fate ammaliatrici, e di ricoprire ancora posizioni di prestigio nei propri circoli sociali. Sullo sfondo di una città spesso fredda e piovosa, contro un vento impetuoso e noncurante, malinconiche odi al tempo e alla gloria che furono si sviluppano in appartamenti fatiscenti e giardini appassiti.
FUMETTI
I miei anni ’80 a Taiwan
di Sean Chuang (traduzione di Martina Renata Prosperi, add editore, 2018)
Nostalgica storia di formazione che racconta con sguardo cinematografico gli anni Ottanta, i suoi culti e manie, come Bruce Lee, Mazinga e i robottoni giapponesi, la breakdance, senza tralasciare i forti condizionamenti della politica e delle restrizioni alla libertà imposte dalla legge marziale. A quei tempi Taiwan era tappezzata di manifesti che inneggiavano alla riconquista della Cina. Al cinema, prima di ogni spettacolo, ci si doveva alzare e cantare l’inno nazionale. Verso la fine degli anni Ottanta le cose iniziarono a cambiare, la gente scese in piazza per protestare e si arrivò addirittura a delle colluttazioni tra politici in Parlamento. In parallelo, le strade furono invase di VHS pirata e spuntarono un po’ ovunque baracchini della birra affollati di persone. I dodici episodi che compongono questo fumetto immergono il lettore nelle strade di Taipei e della provincia taiwanese, nei cortili delle case, nei cinema, nelle scuole, seguendo interminabili partite di baseball, combattimenti kung fu e le crisi d’ansia ricorrenti che il severo sistema scolastico cinese provoca al protagonista.
Railway Sonata. Sinfonia ferroviaria
di Ruan Guang-Min (Toshokan, 2023)
Quattro storie indipendenti una dall’altra e tuttavia interconnesse, proprio come le quattro stagioni dell’anno che fanno da sfondo alle vicende. Lungo la linea ferroviaria Neiwan, a Taiwan, si incrociano i destini di vari personaggi. Alcuni non si rivedranno mai più, altri si uniranno per il resto della vita. Racconti che assomigliano a poesie, nei quali Ruan Guang-min dipinge spaccati di vita taiwanese e sentimenti universali. Tasselli di un mosaico che rivela l’animo umano.
Priceless 1. Un pittore taiwanese a Parigi
di Hom (Toshokan, 2024)
Parigi all’inizio del XX secolo richiama pittori da tutto il mondo. Van Gogh, Monet, Cézanne e altri maestri vivono nella capitale francese e respirano la sua atmosfera, vivace e stimolante. In città arriva anche Yang San-lang, un giovane pittore di Taiwan, destinato a diventare il più amato della sua terra natale. Attraverso la storia e la passione di un uomo, un suggestivo viaggio nel mondo dell’arte della prima metà del Novecento. Disegni splendidi e personaggi affascinanti.
GUIDE
A Taiwan!
di Marco Liu (Obarrao Edizioni, 2022)
Cittadino di Taipei, Marco Liu con le sue illustrazioni ci guida in una passeggiata attraverso le strade dell’isola di Taiwan alla scoperta dei suoi luoghi tipici, delle sue peculiarità architettoniche, dei cibi e degli stili di vita locali. Attento osservatore dei più piccoli aspetti della quotidianità, Liu, con il suo tratto delicato e la sua ricchissima palette cromatica, interpreta la realtà che lo circonda facendo esplodere i colori nei suoi minuziosi disegni ad acquerello. Una preziosa edizione in formato leporello (libro a fisarmonica), un road trip visivo accompagnato da brevi approfondimenti bilingui (cinese-italiano) che è una gioia per gli occhi e costituisce una piccola guida per chi vuole avvicinarsi a questo Paese di cui troppo spesso si parla solo in ottica geopolitica.