Una selezione di romanzi, racconti e reportage ambientati nella regione annessa alla Cina, Paese da cui da decenni rivendica l’autonomia
Il Tibet è una Regione Autonoma della Repubblica Popolare Cinese.
Dopo essere stato unificato all’inizio del VII secolo da re Srong btsan sgam po, il Tibet intraprese una serie di guerre di espansione contro la Cina per espandersi nel bacino del Tarim. Ma già dal IX secolo la monarchia entrò in una fase di decadenza che portò ad un conseguente frazionamento politico e alla mancanza di un’autorità centrale.
Dal XIII secolo, il Tibet divenne uno stato vassallo prima dell’Impero mongolo e poi dell’Impero cinese, con le dinastie Ming (1368-1644) e Qing (1644-1911).
Con la fine dell’impero e la nascita della Repubblica di Cina, il Tibet si autoproclamò indipendente, sotto il governo della massima autorità religiosa del Buddismo tibetano, il Dalai Lama. Un’indipendenza che terminò quando nel 1949 il Partito Comunista Cinese guidato da Mao Zedong, dopo aver sconfitto il Partito Nazionalista, costretto a ritirarsi nell’isola di Taiwan, proclamò la Repubblica Popolare Cinese.
L’anno successivo, infatti, l’Esercito Popolare di Liberazione occupò il Tibet riannettendolo alla Cina, ma garantendo il rispetto delle prerogative del Dalai Lama e delle istituzioni religiose. Successivamente, però, il piano di modernizzazione e di sviluppo lanciato dal governo cinese incontrò una forte opposizione.
Nel 1959 il XIV Dalai Lama Tenzin Gyatso scappò in India dove costituì il governo tibetano in esilio. Sei anni dopo, nel 1965, fu ufficialmente istituita la Regione Autonoma del Tibet, guidata da un governatore di etnia tibetana, controllato da un segretario del Partito Comunista Cinese di etnia han, in linea con la scelta del governo cinese di favorire l’insediamento di cittadini cinesi nella regione.
Dopo la morte di Mao Zedong, Hua Guofeng prima e Deng Xiaoping poi, tentarono di avviare dei colloqui con il governo tibetano in esilio, mentre dal canto suo il Dalai Lama mise da parte le rivendicazioni indipendentiste, avviando un’attività diplomatica a livello internazionale. Ma la situazione non cambiò e, nel corso degli anni, si sono verificate periodicamente rivolte contro il governo cinese per l’autonomia della regione, a cui sono seguite repressioni condannate sul piano internazionale.
Oggi il territorio tibetano costituisce per la maggior parte una Regione Autonoma della Repubblica Popolare Cinese, mentre una piccola parte del territorio sud-occidentale fa parte dell’India. Il Dalai Lama continua a chiedere l’autonomia del Tibet e il rispetto dei diritti umani dei suoi abitanti.
ROMANZI
Rossi fiori del Tibet
di Alai (traduzione dall’inglese di Idolina Landolfi, Bur, 2004)
Il romanzo di Alai è la saga di una famiglia di potenti feudatari tibetani, i Maichi, raccontata dal figlio minore del capofamiglia. Siamo negli anni Trenta, ma la vita scorre uguale da secoli: i feudatari hanno schiavi, schiere di concubine, storici di corte, boia personali ed eserciti familiari. Ma la modernità comincia a fare irruzione in quel mondo arcaico: un emissario cinese convince i Maichi a piantare campi di papaveri (i rossi fiori del titolo) per produrre oppio, e la loro ricchezza cresce a dismisura, così come l’invidia dei vicini. E quando tutti coltiveranno solo papaveri, sarà il figlio minore a convincere il padre a piantare il grano, proprio alla vigilia di una carestia.
La vita da sogno di Champa il tibetano
di Koonchung Chan (traduzione di Lorenzo Andolfatto, Atmosphere Libri, 2016)
La vita è semplice per Champa, un giovane tibetano. Ha un buon lavoro come autista nella sua città natale, Lhasa. Il suo capo cinese Mei è una seria collezionista d’arte e, quando comincia a dormire con lei, la vita diventa un bel po’ più complicata. Improvvisamente la vita sessuale di Champa è al di là dei suoi sogni più sfrenati, ma poi Mei porta a casa una statua di Tara, una statua che brilla con squisita bellezza femminile, e improvvisamente la vita non è semplice per tutti, così Champa fugge per Pechino alla ricerca della propria ispirazione, rubando la Toyota e l’iphone di Mei e lasciandola arrabbiata e in cerca di vendetta.
Dolore e rinascita tra le nuvole
di A Lai (traduzione di Fiori Picco, Fiori d’Asia editrice, 2021)
Il 12 maggio 2008 un terremoto di magnitudo 8.0 colpisce la provincia cinese del Sichuan, compreso il villaggio tibetano di Tra Le Nuvole. I superstiti vengono trasferiti e solo lo sciamano Aba decide di tornare sui monti per accudire le anime dei defunti con i rituali dell’antica religione Bon. Il terremoto ha lasciato una profonda crepa che preannuncia una frana distruttiva. Il desiderio di Aba è morire insieme al villaggio.
Quando la nostra terra toccava il cielo. Una saga tibetana
di Yangdzom Tsering Lama (traduzione di Federica Oddera, Einaudi, 2023)
Un paese invaso dall’esercito cinese, ma aggrappato alla propria storia. Un’epica saga tibetana che ripercorre le vicende di una famiglia divisa, tratteggiando un affresco commovente di una magica terra sul tetto del mondo. Quando Lhamo e sua sorella Tenkyi arrivano in Nepal, non hanno piú nulla. Sono fuggite dal Tibet, riuscendo a sopravvivere al pericoloso viaggio attraverso l’Himalaya. Ma hanno perso i genitori. E mentre le due ragazze fanno i conti con la tragedia appena vissuta, la speranza sembra farsi strada tra il fango del villaggio che le ha accolte: la statuetta del Santo senza nome, un’antica reliquia tibetana dai poteri spirituali, è tornata tra la sua gente. Ma è un sollievo effimero, poiché il cimelio viene presto rubato e sottratto al suo popolo. Decenni dopo, quando i resti del Santo senza nome verranno ritrovati a casa di una ricca collezionista a Toronto, Tenkyi, Lhamo e sua figlia Dolma avranno la possibilità di riscattare parte dei soprusi del passato e riappropriarsi simbolicamente della loro cultura ancestrale.
Respirare sott’acqua
di An Yu (Atmosphere Libri, a cura di Martina Codeluppi, 2024)
Una mattina d’autunno, subito dopo colazione, la vita di Jia Jia cambia per sempre: trova il marito morto nella vasca da bagno del loro appartamento a Pechino. Accanto a lui c’è un foglio di carta piegato: lo schizzo di una strana creatura che aveva sognato. Nessun altro indizio o messaggio. Giovane, sola e con molte domande a cui dare risposta, Jia Jia si mette alla ricerca del significato di questo misterioso disegno. Partendo dai grattacieli e dai locali notturni della Pechino contemporanea, intreccia nuove relazioni, una delle quali sembra prometterle l’amore autentico a cui ormai aveva rinunciato rifugiandosi in un matrimonio conveniente ma infelice. Il viaggio la porterà tra le montagne del Tibet e persino in un misterioso mondo delle acque, da cui si sente spaventata e attratta allo stesso tempo.
Scenografico e onirico, Respirare sott’acqua è una riflessione sul mito, sul lutto e sull’esistenza di un mondo al di là delle parole, un testo che narra della ricerca di una giovane donna, che scava nel proprio passato per conquistarsi il futuro.
RACCONTI
Tira fuori la lingua
di Ma Jian (Feltrinelli, traduzione di Katia Bagnoli, 2020)
Uno scrittore cinese con alle spalle un matrimonio fallito parte per il Tibet. Durante i suoi vagabondaggi assiste alla sepoltura celeste di una ragazza morta di parto, divide la tenda con un nomade diretto a una montagna sacra a chiedere perdono per aver avuto rapporti sessuali con la figlia, incontra un orafo che a un muro della caverna tiene appeso il corpo della sua amante incartapecorito dal vento, ascolta la storia di una giovane lama morta durante un rito di iniziazione. Nell’aria rarefatta dell’altopiano, il confine tra realtà e finzione narrativa diventa labile e l’uomo si immerge in una cultura diversa che lo tormenta in sogno.
Le tre sorelle Yak e altre storie del regno di Hoh Xil
di Cao Shui (Fiori d’Asia Editrice, a cura di Fiori Picco, illustrazioni di Asia Picco Zhao, 2024)
Sei favole ambientate a Hoh Xil, sull’altopiano del Qinghai-Tibet. Protagonisti sono gli animali di questa regione: antilopi, yak, leopardi delle nevi, orsi, lontre, asini selvatici, linci, lupi, bharal e numerose varietà di uccelli. Ogni favola ha una morale o più che riguardano la tutela dell’ambiente, la salvaguardia degli animali, l’amicizia, la solidarietà, l’onestà, il rispetto e il senso del dovere: Le Tre Sorelle Yak; Il Bar delle Lontre; I Turchesi dell’Asino Selvatico; Norbu e l’Orsa; Principe Leopardo delle Nevi; Le Guardie delle Antilopi Tibetane.
LIBRI DI VIAGGIO
Sette anni nel Tibet
di Heinrich Harrer (Mondadori, 1998)
Poco prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale, Heinrich Harrer riesce a farsi accettare come membro di una spedizione tedesca sulle cime himalayane. Il settembre 1939, quando si trovava nel nord dell’India, viene internato in un campo di prigionia inglese. Solo al terzo tentativo, con un compagno, riesce a raggiungere il Tibet a piedi e, dopo aver superato difficoltà insormontabili, riesce a raggiungere la città santa di Lhasa. Accolto nella migliore società, ha l’opportunità, primo occidentale, di conoscere e descrivere i costumi degli abitanti, diventa, infine, amico e confidente del giovanissimo Dalai Lama. A guerra finita tornerà in Germania ma il legame con la civiltà tibetana segnerà per sempre la sua vita.
Viaggio di una parigina a Lhasa
di Alexandra David-Néel (traduzione di E. Gut, Voland, 2003)
Il peregrinare, divenuto leggendario, della viaggiatrice che, negli anni Venti, attraverso la Cina e l’India, affronta incidenti, fa scoperte inattese, elude trappole e, travestita da mendicante, arriva finalmente alla città proibita di Lhasa, prima europea che vi mette piede.
Il paese delle donne dai molti mariti
di Giuseppe Tucci (Beat 2017)
Dal 1926 al 1930, appena il caldo delle pianure indiane si fa insopportabile, Giuseppe Tucci trova riparo tra le montagne di Simla e del Kashmir, dove si aggirano quasi tutti i viaggiatori e gli esploratori più famosi dell’epoca, da Sven Hedin a Aurel Stein a Paul Pelliot. Traversatori di spaventosi deserti e scalatori di montagne considerate inaccessibili; uomini abituati alla rudezza dell’Asia centrale e alle fatiche e ai pericoli dei viaggi. Eppure animati tutti da un desiderio infantile: un giorno, al mattino, quando la nebbia si dirada e i panorami tornano sconfinati, avrebbero trovato Shangri-la, quel paese dell’eterna giovinezza immerso nella luce e abitato da saggi vestiti di bianco e un sorriso sulle labbra, come nel film di Hollywood tratto da un celebre romanzo.
Segreto Tibet
di Fosco Maraini (Corbaccio, 2014)
Giuseppe Tucci, uno dei nostri massimi orientalisti,nelle sue spedizioni del 1937 e del 1948 ebbe come compagno Fosco Maraini, allora giovanissimo, che dalle sue note di viaggio trasse Segreto Tibet, un libro che ebbe enorme successo e fu tradotto in dodici lingue. Nel Tibet di allora si viveva ancora in un medioevo intatto, altamente e raffinatamente civile privo soltanto di quei mezzi, datici dalla scienza e dalla tecnologia, quali strade, luce elettrica e plastica, fibre sintetiche e gas metano, televisione, giornali e radio. Il popolo tibetano trovava nella propria antica civiltà religiosa, artistica, letteraria, teatrale e musicale i mezzi per trascorrere un’esistenza ricca di soddisfazioni. Questa è un’edizione aggiornata ai nostri giorni che ripropone ai lettori il racconto e le immagini di un tempo inquadrati e messi a fuoco nel panorama della realtà di oggi con tutte le sue implicazioni storiche, sociali e morali. Questo libro ci fa sentire la voce autorevole e appassionata di uno dei primissimi testimoni di una straordinaria civiltà che rischia di scomparire.