Lanciata nel 1966 da Mao Zedong per rafforzare la sua autorità si tradusse in violenze, massacri e attacchi indiscriminati

La Grande rivoluzione culturale proletaria, più nota semplicemente come Rivoluzione culturale, è stata lanciata da Mao Zedong nel 1966, quando in seguito al fallimento del Grande Balzo in avanti si rese conto di dover riaffermare la sua autorità e riprendere le redini del Partito comunista cinese, tentando di frenare il riformismo promosso da Deng Xiaoping e Liu Shaoqi.

Mao puntò il dito contro i revisionisti controrivoluzionari, mobilitò i giovani e li invitò a ribellarsi ai cosiddetti Quattro vecchi, cioè vecchie idee, vecchia cultura, vecchie abitudini e vecchie tradizioni, ritenendo fossero da ostacolo alla trasformazione socialista della Cina.

Dopo essersi assicurato il sostegno dell’Esercito popolare di liberazione guidato da Lin Biao, Mao lanciò lo slogan Bombardare il quartiere generale, invitando i giovani a prendere di mira i vertici del Partito considerati controrivoluzionari. Gli studenti accolsero il suo appello e vennero organizzati nella Guardie Rosse, che cominciarono a perpetrare violenze indiscriminate in tutto il Paese.

Si moltiplicarono i dazibao che attaccavano chiunque fosse considerato controrivoluzionario, furono organizzate sessioni di autocritica e moltissimi, soprattutto intellettuali, furono inviati nelle campagne per essere rieducati.

Una situazione che si protrasse per un decennio, fino alla morte di Mao Zedong avvenuta nel 1976 a cui seguì l’arresto della Banda dei Quattro, composta tra gli altri da Jiang Qing, quarta e ultima moglie di Mao.

Si chiuse così un decennio tra i più bui della storia della Cina. Ancora oggi non è certo quanti persero la vita in seguito alle violenze e ai massacri di quegli anni.

Sono tantissimi i libri ambientati durante il periodo della Rivoluzione culturale. Letture intense e molto utili per capire il clima che si respirava in Cina in quegli anni terribili e cosa hanno subito milioni di cinesi.

Raccoglierli tutti è impossibile, ma vi consiglio alcuni romanzi, raccolte di racconti, autobiografiefumetti e albi illustrati che mi hanno particolarmente colpito.

 

ROMANZI

Sono tantissimi i romanzi ambientati nel periodo della Rivoluzione culturale.

il libro di un uomo solo_coverInnanzitutto, Il libro di un uomo solo di Gao Xingjiang, scrittore insignito con il Premio Nobel per la Letteratura. Tradotto da Alessandra Lavagnino e pubblicato da Bur, racconta la storia d’amore, tormentata e sensuale, tra un maturo intellettuale cinese in esilio e un’«ebrea fornita di un cervello tedesco e che parla cinese», Margarethe. È il sofferto racconto della vita in Cina durante la Rivoluzione culturale, l’epoca in cui i figli denunciavano i genitori, i vicini spiavano i vicini, gli artisti, come accadde all’autore bruciavano i propri quadri e le proprie poesie. «Perché tutto ciò?», chiede Margarethe. Perché, spiega il protagonista-narratore, «bisognava trovare dei nemici. Senza nemici, come avrebbe fatto il regime a esercitare la sua dittatura?».

il dizionario di maqiao_coverUn romanzo molto particolare è, invece, Il dizionario di Maqiao di Han Shaogong,  tradotto da Maria Rita Masci e da Patrizia Liberati e pubblicato da Einaudi. Partendo dalla sua esperienza diretta, lo scrittore redige una sorta di dizionario, a cui affiderà il racconto del periodo di rieducazione trascorso a Maqiao dallo scrittore durante la Rivoluzione culturale. Parola dopo parola, Han Shaogong ricostruisce personaggi e storie, riflettendo sulla lingua e sui diversi significati che le parole assumono in differenti periodi e contesti.

pazzia_ha jinUn altro libro molto particolare è Pazzia di Ha Jin, tradotto da Monica Morzenti e pubblicato da Neri Pozza. In questo romanzo protagonisti sono un professore colpito da ictus e un suo studente che lo assiste in ospedale, uniti dalla comune passione per la letteratura. Sullo sfondo, due tragedie che hanno segnato la storia della Cina della seconda metà del Novecento: la Rivoluzione culturale appunto e i fatti di piazza Tian’anmen. Due binari lungo i quali si dipanano le loro storie: la pazzia, vera o presunta del primo, che innesca e amplifica lo smarrimento del secondo.

balzac e la piccola sarta cinese_coverSempre nel periodo della Rivoluzione culturale è ambientato uno dei libri più apprezzati anche dai lettori meno esperti di letteratura cinese: Balzac e la Piccola sarta cinese di Dai Sijie, tradotto da Ena Marchi e pubblicato da Adelphi. Il romanzo narra di come la lettura, grazie alla segreta malia di una misteriosa, preziosissima valigia di libri occidentali proibiti, riesca a sottrarre due ragazzi, colpevoli soltanto di essere figli di borghesi, a svariate torture e permetta anche a uno di loro di conquistare la Piccola Sarta cinese. Così, pur vivendo in mezzo agli orrori della rieducazione, i due ragazzi e la Piccola Sarta scopriranno, in virtù di qualche goccia magica di Balzac, di Dumas, di Flaubert e di Kipling, che esiste un mondo fatto di pura, avventurosa bellezza.

il_sole_delle_otto_del_mattinoRacconta, invece, la Rivoluzione culturale dal punto di vista di una bambina, poi adolescente e giovane donna, Il sole delle otto del mattino di Hu Lanbo, pubblicato da Cina in Italia. Un romanzo, sospeso tra realtà storica e finzione letteraria, che offre al lettore una prospettiva inedita per conoscere da vicino, senza filtri ideologici e con un linguaggio semplice e lineare, quel periodo di delirio rivoluzionario e di violenza gratuita, un romanzo che commuove, sorprende e indigna il lettore conducendolo per mano alla scoperta di un periodo buio e decisivo nella storia della Cina per riuscire a comprendere davvero la Cina di oggi.

rivioluzione pranzo di gala_coverAnche La rivoluzione non è un pranzo di gala di Ying Chang Compestine (Giunti, 2009) racconta questo periodo buio dal punto di vista di una bambina. Ambientato a Wuhan all’inizio degli anni Settanta, ha per protagonista la piccola Ling, che ha poco più di dieci anni e vive con i genitori. Il padre sogna gli Stati Uniti, ma tutto cambia quando il compagno Li, un capo delle Guardie Rosse incaricate di portare a compimento la Rivoluzione Culturale di Mao nelle province cinesi, requisisce una stanza nell’appartamento della famiglia di Ling e vi si stabilisce. La famiglia di Ling è tacciata di simpatie borghesi, il padre si vede togliere il lavoro di chirurgo e viene costretto al lavoro di inserviente nello stesso ospedale. Mentre la città è sempre più invasa dagli enormi poster raffiguranti il presidente Mao che osserva con sguardo apparentemente benigno e distante la popolazione, mentre le Guardie Rosse continuano a imperversare, sempre più arroganti, costringendo adulti e bambini a una professione di obbedienza alla Rivoluzione che si manifesta nella mortificazione personale, la giovane Ling cresce in un mondo che non riesce più a capire, in una realtà enigmatica in cui le dichiarazioni sulla bontà della Rivoluzione sono costantemente contraddette dalle umiliazioni quotidiane.

Con-il-cappello-di-carta-calato-sugli-occhi_coverUn’uscita recentissima è, invece, Con il cappello di carta calato sugli occhi di Elisabetta Ferraresi (L’Erudita). Racconta la storia di Li Yongjie, professore al Conservatorio, preoccupato per la distruzione del sapere messa in atto, mentre la sua amicizia col giovane Xiaohong rischia di incrinarsi per le idee politiche del ragazzo, attirato, come tanti altri della sua età, dal carisma del Grande Timoniere. Diviso fra gli anni della fondazione della Repubblica Popolare Cinese e gli anni Duemila, il romanzo mostra, senza filtri ma con delicatezza, gli sconvolgimenti che hanno interessato la Cina nel periodo della Rivoluzione culturale.

Ci sono poi tantissimi romanzi ambientati in periodi più ampi della storia di cinese, in cui il decennio della Rivoluzione culturale è comunque affrontato in una parte del racconto. Sono titoli importanti della letteratura cinese, di scrittori molto conosciuti, che meritano di essere letti e menzionati in questa selezione dedicata alla Rivoluzione culturale. Tra questi ci sono Grande seno, fianchi larghi di Mo Yan (Einaudi, traduzione di Giorgio Trentin), Brothers (Feltrinelli, traduzione di Silvia Pozzi) e Cronache di un venditore di sangue di Yu Hua (Feltrinelli, traduzione di Maria Rita Masci), L’antica nave di Zhang Wei (Einaudi, traduzione di Maria Rita Masci) e Cigni selvatici di Jung Chang (Longanesi, Tea, traduzione di Lidia Perria).

 

RACCONTI

Tra i racconti, estremamente significativa è La trilogia dei re di Acheng, che comprende Il re degli alberi, Il re dei bambini e Il re degli scacchi, tutti tradotti in italiano da Maria Rita Masci ed editi da Theoria, sia singolarmente che in una raccolta.

il re degli alberi_coverIl re degli alberi racconta la storia di un gruppo di giovani che viene portato nelle campagne per farsi educare dai contadini. Vengono inoltre incaricati di realizzare un piano di disboscamento volto ad abbattere gli alberi inutili e a sostituirli con quelli utili, ma l massacro subito dalla natura stessa non porta nessun rinnovamento, anzi distrugge senza costruire, illudendo coloro che se ne fanno carico di aver intrapreso la via che porterà alla trasformazione della Cina.

il re dei bambini_coverIl re dei bambini ha per protagonista Stecco, un bambino che viene scelto per sostituire un vecchio maestro di scuola in congedo, suscitando invidia nei suoi compagni. Si troverà però a fare i conti con una realtà totalmente inaspettata, in cui gli studenti sono svogliati e non stimolati: decide così di spronarli a pensare con le loro teste e a ragionare, senza seguire i libri di testo, ma pagherà questa scelta con l’allontanamento dalla scuola.

il re degli scacchi_coverInfine, Il re degli scacchi racconta la storia di Wang Yisheng, giovane povero ma geniale giocatore di scacchi, che viene mandato in un campo di lavoro nelle foreste dello Yunnan per essere rieducato. Dopo aver cercato validi avversari e antichi maestri, la sua avventura si conclude con una partita giocata da lui solo contro nove campioni. Il gioco diventa alla fine l’espressione della dimensione spirituale umana in contrapposizione ai bisogni materiali che segnano l’esistenza dei non giocatori.

epoca_dei_tatuaggi_coverAltrettanto interessante è la raccolta di racconti di Su Tong L’epoca dei tatuaggi, anche questi tradotti da Maria Rita Masci e pubblicato da Orientalia. Si tratta di cinque racconti, scritti tra il 1989 e il 1999: L’epoca dei tatuaggi, I fratelli Shu, Banda autonoma, La scena del crimine e Diario di agosto. Non solo sono accomunati dall’essere ambientati nello stesso luogo, a Suzhou, in via Xiangchunshu, una strada tagliata in due da un fiume, dove il celebre scrittore cinese viveva da bambino, e nello stesso tempo, gli anni della Rivoluzione culturale, ma anche dal fatto di avere la stessa tipologia di protagonisti, ragazzini che crescono immersi nella violenza del loro tempo.

 

AUTOBIOGRAFIE

Particolarmente toccanti, poi, sono le autobiografie di chi ha deciso di raccontare e condividere le esperienze vissute durante la Rivoluzione culturale. Tra queste ce ne sono due scritte da artisti che hanno raggiunto la fama internazionale rispettivamente nella danza e nella musica: L’ultimo ballerino di Mao di Li Cunxin (Cairo editore) e Il pianoforte segreto di Zhu Xiaomei (Bollati Boringhieri).

Lultimo-ballerino-di-Mao_coverL’ultimo ballerino di Mao racconta la storia di Li Cunxin che, ancora bambino, nato in un piccolo villaggio della Cina da una famiglia poverissima, sesto di sette fratelli, un giorno viene scelto per essere inserito nell’Accademia di danza di Pechino che la moglie di Mao vuole restituire agli antichi fasti. Così abbandona il suo villaggio, i genitori, i fratelli e gli amici, non sapendo che quello che lo aspetta non è meno duro di ciò che lascia. Finché l’opportunità di andare negli Stati Uniti imprime la seconda svolta alla sua vita, gli fa toccare una libertà e un benessere mai immaginati prima. Da lì la decisione di non tornare, pur nella consapevolezza che il governo cinese non gli permetterà di rivedere i suoi cari.

il_pianoforte_segretoIl pianoforte segreto, invece, racconta la vita di Zhu Xiaomei, pianista di fama internazionale. Il libro è diviso in due parti, la prima ripercorre la vita di Zhu Xiaomei in Cina, la seconda si sofferma sugli anni trascorsi in Occidente, prima negli Stati Uniti e poi a Parigi. Nata nel 1949, proprio quando Mao Zedong stava per diventare il presidente della Repubblica Popolare Cinese, Zhu Xiaomei si ritrova ragazza nel pieno della Rivoluzione Culturale, che con la sua violenza colpisce duramente la sua famiglia e la sua vita di studentessa. Internata per cinque anni in un campo di rieducazione ai confini con la Mongolia, continua a coltivare il suo amore per la musica procurandosi avventurosamente un pianoforte. L’autrice racconta il percorso accidentato che la porta poi negli Stati Uniti, le difficoltà che affronta per continuare a studiare pianoforte, per poi approdare a Parigi dove dà il primo concerto, dedicato a Bach.

ragazza che leggeva il franceseAutobiografico è anche La ragazza che leggeva il francese di Wei Wei, tradotto dal francese da Elisa Sabattini e pubblicato da Edizioni e/o. Dopo aver terminato gli studi superiori, Wei Wei viene mandata a lavorare in campagna per essere rieducata. Nel cuore ha un solo desiderio: diventare medico. Ma un giorno il destino le gioca uno strano scherzo: viene scelta per studiare il francese. La Cina ha bisogno di lei per una missione nell’Africa francofona. Non ha altra scelta: se vuole continuare a studiare, deve dedicarsi al francese e abbandonare l’idea di diventare medico. Col tempo, tuttavia, Wei Wei si innamora di questa lingua così diversa e affascinante, che di fatto scopre clandestinamente nella sua interezza perché il regime impone letture tradotte e rivedute da cinesi. Sarà nella biblioteca dell’università che, nascondendosi da occhi indiscreti, leggerà Hugo, Balzac, Gide…

 

ALBI ILLUSTRATI E FUMETTI

Sono autobiografici anche due libri illustrati che raccontano la Rivoluzione culturale oltre che con le parole attraverso le immagini, si tratta di un graphic novel e di un albo illustrato.

vita cinese_1_coverIl primo è Una vita cinese. Il tempo del padre scritto da Philippe Ôtié e illustrato da Li Kunwu. Pubblicato da add editore, è il primo volume della trilogia autobiografica che copre gli anni dal 13 ottobre 1950, un anno dopo la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese da parte di Mao Zedong, al 31 dicembre 2009. In particolare, il primo volume si apre con un’immagine del padre 25enne di Li Kunwu, prosegue raccontando gli anni del maoismo, del Grande Balzo in Avanti, della Rivoluzione culturale e si chiude con un evento che segna una svolta nella storia della Cina e nella vita dei cinesi: la morte di Mao il 9 settembre 1976. In quegli anni, Li Kunwu è un bambino e la Rivoluzione culturale viene raccontata dal suo punto di vista. Nonostante si tratti del decennio più buio della storia della Cina, l’autore non dà giudizi né fa analisi, limitandosi a scattare una serie di fotografie di quanto accaduto e svelando al lettore cosa ha significato essere bambini in quegli anni, come si cresceva, con quali valori e punti di riferimento.

Io e mao_coverAnche nell’albo illustrato Io e Mao di Chen Jiang Hong, pubblicato da Babalibri, il punto di vista è quello dell’autore ancora bambino ai tempi della Rivoluzione culturale. All’epoca viveva in una grande città nel nord della Cina, con la sua famiglia, in un piccolo appartamento. Un giorno, il Presidente Mao proclamò la Rivoluzione Culturale e iniziò così un periodo terribile ed esaltante. Ogni giorno accadevano fatti brutali, talvolta strazianti ma, malgrado tutto, il Paese credeva fermamente nel suo presidente. Chen Jiang Hong racconta la vita della sua famiglia e allo stesso tempo uno dei periodi più turbinosi e terribili della storia contemporanea, accompagnando il testo con immagini di grande impatto.