Luni editrice è una casa editrice fondata nel 1992, specializzata in orientalistica, studi tradizionali, filosofia, pedagogia, storia contemporanea, medievistica e arti marziali, nelle sue collane ha molti libri dedicati alla Cina
Indice
CLASSICI E TESTI TRADIZIONALI
Il Libro delle Odi. Classico confuciano della poesia (edizione integrale, traduzione di Vincenzo Cannata)
In cinese Shijing, è una delle cinque opere denominate i Cinque Classici Confuciani. Libro intramontabile e fondamentale per conoscere e comprendere la Cina antica, la sua storia e la sua civiltà, viene finalmente pubblicato per la prima volta in edizione integrale in lingua italiana, ricca di tutti gli strumenti interpretativi oggi disponibili: dai commenti tradizionali di Mao Heng e Mao Chang (II secolo a.C.), che hanno prevalso, incontrastati, per oltre duemila anni, ai testi interpretativi più vicini ai tempi di Confucio, recuperati con le scoperte archeologiche del secolo scorso, senza ignorare le rilevanti reinterpretazioni dovute a sinologi del Novecento, come Marcel Granet, Bernhard Karlgren, Arthur Waley e Joseph R. Allen.
I King illustrato di Li Yan (traduzione di Nan Xinzhi e Vanessa Passoni)
Uno dei cinque libri canonici, è la più antica opera filosofica della Cina. Era, per i cinesi antichi, un libro di divinazione: i responsi dei 64 esagrammi e quelli delle sei linee di ogni esagramma rivelano, con i loro rapporti reciproci, le leggi del movimento, della mutazione e dello sviluppo dell’universo. Nel 1987 il professor Li Yan decise di approntarne una versione illustrata, che commentasse l’interpretazione più corretta degli esagrammi e delle linee, convinto che proprio l’intuitività della raffigurazione permettesse di superare la concettualizzazione dei commenti scritti e desse l’accesso al vero elemento arcaico e primordiale dell’I King.
Il viaggio in Occidente di Wu Cheng’en (2 volumi, traduzione di Serafino Balduzzi)
Il libro, uno dei Quattro grandi romanzi classici cinesi, è il punto d’arrivo dell’elaborazione leggendaria intorno al viaggio compiuto fra il 629 e il 645 dal monaco detto Tripitaka per recarsi dalla Cina all’India a raccogliere sutra buddisti. In effetti Tripitaka riportò in patria e tradusse una porzione considerevole dell’attuale canone buddista. Ma già prima del 1000 circolavano leggende che facevano della spedizione di Tripitaka un’avventura fantastica. L’autore del Viaggio in Occidente vi aggiunge tutti i miti correnti nel Paese, miti indiani (contatti col Râmâyana) fortemente sinizzati, frottole di cantastorie, aneddoti popolari, detti e proverbi in quantità. Al tempo dei Ming si leggeva nelle piazze e oggi il suo protagonista, Scimmiotto, è popolare come Topolino.
In riva all’acqua di Shi Nai’an e Luo Guanzhong (2 volumi, traduzione di Serafino Balduzzi e Vincenzo Cannata)
Il romanzo Shuihu è uno dei Quattro grandi romanzi classici cinesi. Si diceva che fosse stato scritto da Shi Nai’an e Luo Guanzhong nel XIV secolo, ma a quel tempo risalgono solo remote fonti sparse e non c’è traccia né di Shi né di Luo né del romanzo. Fu invece un’impresa editoriale attiva fra Cinquecento e Seicento, a partire da due centri geografici diversi: Suzhou e Fuzhou. Per questo romanzo, a quanto pare, degli editori inventarono il tema e arruolarono scrittori per sceneggiarlo. Nel rifugio in riva alle paludi dei Monti Liang si raccoglie una tale banda di fuorilegge scatenati che l’Imperatore non riesce a sconfiggere ed è costretto ad affidarle la sicurezza del Paese. I briganti così diventano “giubbe rosse” governative, in funzione antisommossa e antinvasione, e svolgono con successo missioni a piacere. L’ultimo a mettere le mani nella gestazione del romanzo fu Jin Shengtan di Suzhou, che riscrisse la prima parte del libro (più di metà) che narra le vicende personali dei briganti raccolti nelle paludi. Questa è l’edizione integrale della versione di Jin Shengtan e della ricostruzione del testo originale trecentesco, inventata dal grande sinologo Jacques Dars, in attesa di un’improbabile edizione critica. Ovviamente l’organismo romanzesco è arbitrario, ma fra le traduzioni occidentali più recenti ci è sembrato lo sforzo meglio riuscito.
Jin Ping Mei (2 volumi, traduzione di Serafino Balduzzi)
Considerato il quinto dei Quattro Grandi Romanzi Classici cinesi, scritto da un autore sconosciuto sul finire della dinastia Ming (1368-1644), racconta la decadenza della Cina attraverso la vita, straordinaria e fantastica, di Ximen. Sesso, intrighi, furberie, cene, balli, bordelli, ricchezza, cortigiane, menzogne e illusioni si susseguono nella narrazione.
Questa versione integrale è ricavata da una traduzione francese di un’edizione sopravvissuta in unica copia, ritenuta la più vicina al manoscritto originale scomparso.
Il romanzo dei tre regni di Luo Guanzhong (traduzione di Vincenzo Cannata, tre volumi)
Il romanzo dei Tre Regni è uno dei Quattro Grandi Romanzi Classici cinesi, tradotto per la prima volta in lingua italiana e in versione integrale.È la storia delle vicende belliche di tre stati, Shu, Wei e Wu, che si costituirono al tramonto della Dinastia Han rivaleggiando per dar vita a una nuova dinastia imperiale unitaria. I tre volumi sono intrisi di guerrieri e combattimenti, battaglie, colpi di scena, intrighi, sotterfugi, amori e tradimenti, popolate da una fantasmagoria incredibile di personaggi, ambiziosi e umili, intelligenti e sciocchi, virtuosi e depravati, valorosi e vigliacchi, leali e falsi, in altre parole, l’intero spettro delle attitudini umane.
Scritti di Mencio (traduzione di Giuseppe Tucci)
I padri del Taoismo di Lao Tzu, Chuang Tzu e Lieh Tzu (traduzione di Léon Wieger)
I tre classici del canone taoista, Tao Te Ching, l’opera di Chuang Tzu e l’opera di Lieh Tzu, nella versione in lingua occidentale di un unico traduttore: padre Léon Wieger, missionario gesuita che visse per quasi cinquant’anni in Cina e riuscì, nonostante la sua formazione occidentale, a penetrare l’imperturbabilità ermetica di molti testi fondamentali della tradizione cinese. Il maggior pregio di questa raccolta è di aver reso accessibile alla nostra cultura ciò che cela il pensiero taoista. Trasparente la traduzione del Tao Te Ching, e intelligenti, con il gusto del paradosso, i testi di Lieh tzu e di Chuang tzu.
Tao Te Ching di Lao Tzu (traduzione dal francese di Pietro Nutrizio)
Lao Tzu è una delle figure più rilevanti del panorama filosofico cinese. Secondo la tradizione egli visse nel VI secolo a.C., tuttavia molti storici anticipano la sua vita collocandola nel IV secolo a.C., il periodo noto per le cosiddette Cento scuole di pensiero. L’attribuzione a Lao Tzu della scrittura del Tao Te Ching, vero e proprio testo sacro taoista, fa di lui il fondatore de facto del taoismo.
L’opera di Chuang Tzu di Chuang Tzu (traduzione dal francese di Pietro Nutrizio)
Questo è uno di quei libri che creano una linea di confine tra il prima e il dopo: finché non l’hai letto tutto procede bene; dopo averlo letto nulla può più essere come prima. La sua capacità dialettica, in grado di presentare degli insegnamenti dottrinari senza l’intenzione di prevaricare la mente del lettore, è straordinaria: si viene guidati per mano con la gentilezza e la comprensione d’animo che solo la pura saggezza intellettuale orientale è in grado di esprimere. Leggendo queste pagine si è colti da un senso di comprensione e di riuscire a raggiungere il “sottile” senso del vivere, ben degno del nobile umorismo che pervade questi testi, pur nella loro quasi insondabile profondità.
L’opera di Lieh Tzu di Lieh Tzu (traduzione dal francese di Pietro Nutrizio)
Lieh Tzu è considerato, insieme a Lao Tzu e a Chuang Tzu, il padre del Taoismo come noi in Occidente siamo abituati a conoscerlo. Le tre opere dei Padri del Taoismo sono molto diverse l’una dall’altra pur “vivendo” l’una del riflesso introspettivo dell’altra. I vertici del pensiero del Tao Te Ching di Lao Tzu sono molto lontani dallo scritto di Lieh Tzu, assai pratico e diretto; la soavità letteraria di Chuang Tzu e il suo sorriso “da lontano” intriso di una nobiltà intellettuale senza eguali, non è presente nelle pagine di Lieh Tzu, ma non per questo il testo è meno forte, meno importante.
Memorie storiche di Sima Qian (due volumi, traduzione Vincenzo Cannata)
Il viaggio in Oriente di Wu Yuantai (traduzione di Serafino Balduzzi)
Le stagioni blu di Wang Wei (traduzione di Lidia Bonomi)
Racconti di una fugace esistenza di Shen Fu (Traduzione di V. Cerqua, revisione di A. Pensante)
Le vicende di questo romanzo furono segnate da uno strano destino. Il manoscritto fu trovato per caso verso la metà dell’Ottocento in una bottega di libri usati dal cognato di un importante scrittore e intellettuale di quell’epoca, Wang Tao, direttore di un quotidiano di Shanghai. Wang Tao lo diede alle stampe nel 1877 e il romanzo fu subito un grande successo e nel corso del Novecento è stato tradotto in moltissime lingue, sia in Occidente, sia in Asia. Shen Fu (1763-1825), pittore e letterato, dovette per tutta la vita conciliare il suo talento artistico con le necessità materiali dell’esistenza, adattandosi alla condizione spesso grama di modesto funzionario e segretario. Ma le sue memorie rappresentano un’eccezione, poiché sono anche e soprattutto il racconto di un matrimonio fuori dal comune, o almeno così fu per la società cinese del suo tempo: Shen Fu e sua moglie si erano sposati per amore, fatto allora assolutamente inconsueto, e condividevano una profonda affinità emotiva e intellettuale.
FILOSOFIA E CULTURA
La filosofia cinese e dell’Asia orientale di Paolo Beonio-Brocchieri
Leggendo questo libro ci si trova felicemente tuffati dentro un nuovo, fascinoso oceano nel quale riusciamo agevolmente a nuotare, seguendo onde e correnti che, pur se del tutto nuove, non sentiamo come sconosciute, estranee, temibili. La lettura scorrevole e l’immediatezza nel procedere del discorso contribuiscono in maniera determinante a catturare immediatamente il lettore. Bisogna prendere innanzitutto confidenza con categorie e con parole-chiave che costruiscono l’ossatura portante di tutto il volume, come tao, ch’i, hsing, li, che si rincorrono lungo tutto il procedere del testo in un continuo richiamo di significati distinti e pure correlati, a seconda delle differenti interpretazioni che i diversi autori nel corso dei secoli ne hanno fornito. È di grande interesse il vedere come, proprio attraverso queste parole-chiave, le idee fondamentali della riflessione filosofica abbiano viaggiato nel tempo e nello spazio costruendo una solida rete di comunicazione tra le diverse aree geografiche.
Confucio a cura di Frédérick Leboyer (traduzione dal francese di Giusy Valent)
Questo testo offre un lato inedito di Confucio, noto ai più come grande “sistematore” della dottrina etica e politica cinese. Il pensiero confuciano, in realtà, non va mai disgiunto da una via pragmatica di purificazione. Questa prospettiva ci fa conoscere un Confucio Maestro di Tai Chi Chuan, base della cultura tradizionale cinese: il pensiero e la pratica. Confucio, che ci era noto come un uomo che si occupa di politica e di morale e che finora era stato tradotto da eruditi che conoscevano perfettamente il cinese, ci viene qui presentato come un Maestro, vale a dire un insegnante che invece di insegnare la morale o l’arte di governare dall’alto di una cattedra della facoltà insegna di fatto quello che è la base della cultura cinese.
Il tesoro delle lettere: un intaglio di draghi di Liu Xie (traduzione di Alessandra C. Lavagnino)
Apologia del Taoismo di Giuseppe Tucci
In questo breve saggio pubblicato nel 1924, il grande orientalista Giuseppe Tucci si propone di fornire una chiave di lettura corretta del Taoismo, evitando le trappole contrapposte dell’identificarlo ora con la religiosità popolare cinese, intrisa di superstizioni e di rituali magici, ora con un sistema speculativo astratto da ogni esigenza etica (due posizioni tipiche degli studiosi di orientalistica del tempo), ora con un’interpretazione esoterica (tipica degli ambienti teosofici)che travisa Lao-tze mettendogli addosso i panni della mistica occidentale cristiana rispetto alla quale il Taoismo presenta «differenze irriducibili».
Gli scacchi di Mao di Scott A. Boorman (traduzione di Orazio Pugliese)
L’autore avanza, in quest’opera, una tesi affascinante: la possibilità che un antichissimo gioco cinese, il wei-c’hi – meglio noto da noi con il nome giapponese di «go» – possa costituire un modello concettuale per l’azione politico-militare di una forza storica della Cina, come il Partito Comunista di Mao Zedong, più aderente di tutte le griglie di lettura estranee (politiche, sociologiche, militari) applicate dagli studiosi Occidentali. questo libro spalanca uno scenario interpretativo di straordinario interesse, che connette in maniera magistrale il «wei-c’hi» o «go», la metafisica taoista che ne costituisce la radice, il pensiero strategico cinese basato sull’Arte della guerra di Sun Zi, e mette concretamente alla prova le proprie tesi, con un’analisi appassionante, verificandole passo a passo su cinquant’anni di storia cinese.
I libri in Cina prima dell’invenzione della carta di Edouard Chavannes (traduzione e rielaborazione a cura di Vincenzo Cannata)
La tradizione vuole che la carta sia stata inventata in Cina nel 105 d.C., ma è noto che i cinesi, popolo di antica e raffinata cultura, disponevano di libri fin da tempi molto lontani, almeno dall’epoca Shang (XVI – XI secolo a.C.). Ma come erano questi “libri senza carta”? Édouard Chavannes, pioniere della sinologia e finissimo studioso dell’antichità cinese, ha tentato di dare una risposta con questo breve ma prezioso studio, pubblicato nel 1905 a Parigi dalla rivista Journal Asiatique. Con grande competenza e straordinario intuito ha saputo ricostruire l’affascinante vicenda e la struttura dei libri e dei documenti ufficiali della Cina arcaica prima dell’invenzione della carta, grazie a un’analisi di fonti letterarie cinesi antiche e sulla base dei pochi ritrovamenti archeologici allora disponibili. Tra fine Ottocento e inizio Novecento, esploratori e archeologi come Aurel Stein, Sven Hedin, Paul Pelliot avevano individuato vere miniere di documenti cinesi (e non solo) antichi, conservati nei monasteri in grotta delle oasi del Turkestan cinese e ne avevano portato una gran parte in Europa, dando vita a un febbrile fermento di studi e analisi da parte delle diverse scuole di sinologia.Partendo da queste prime acquisizioni, Chavannes compone questo testo ricco di informazioni sorprendenti e di intuizioni fondamentali sulla vera natura dei più antichi libri cinesi e sugli strumenti di scrittura. Intuizioni che hanno trovato conferma nei più recenti sviluppi della ricerca archeologica in Cina.
I sei insegnamenti segreti della strategia di T’ai Kung (traduzione di Anna Pensante)
Un’opera breve ma ricchissima che analizza le tattiche militari e l’amministrazione civile, riflettendo avvenimenti di notevole importanza nella storia della Cina. Convinti della superiorità di queste strategie, funzionari e intellettuali erano sospettosi nei confronti delle armi e della guerra. I trattati militari erano avvolti nel segreto e i privati cittadini non potevano possederli e neppure leggerli, tanto che in certi casi venivano sepolti insieme al generale che li aveva utilizzati dal momento che le classi dirigenti non sottovalutavano il potenziale sovversivo dei metodi esposti nei trattati strategici. Il trattato del Ta’i Kung ebbe un ruolo fondamentale nella storia cinese. Applicando le sue strategie all’amministrazione civile e all’arte della guerra, la dinastia Chou riuscì a rovesciare la dinastia regnante Shang. T’ai Kung, che si chiamava Chiang Shang, era stato un funzionario della corte Shang, ma le biografie tramandano che l’avesse abbandonata e fosse fuggito, indignato per la corruzione dilagante. Si narra che all’età di 72 anni avrebbe incontrato il re di Chou, che servì per altri venti anni, diventando il suo maestro, consigliere, stratega militare e, probabilmente, anche comandante dell’esercito.
Il classico del tè di Lu Yu (Traduzione e cura di Isabella Doniselli Eramo)
È il primo di una lunga serie di “Libri del Tè” che lungo il corso della storia cinese accompagnano l’evoluzione del gusto, del senso estetico, delle abitudini legate alla consumazione della raffinata bevanda.
Il libro dei 36 stratagemmi (traduzione di Anna Pensante)
Il libro del Tuina. Teoria e pratica di Chen Jun (traduzione di Roberto Tresoldi)
Il Tè dell’Imperatore di Song Huizhong (traduzione di Stefano Bertone)
Il Tè. Storia, popoli e culture di autori vari a cura di Isabella Doniselli Eramo
Il tè è stato filo conduttore di incontri e scambi tra culture, è stato veicolo di diffusione degli ideali estetici dell’Estremo Oriente, ha influito sul gusto occidentale e ha fatto da traino alla ricerca e alla sperimentazione in settori, come quello della ceramica, legati alle esigenze della corretta preparazione e degustazione della bevanda. Il suo uso medicinale e alimentare è testimoniato da fonti scritte cinesi fin da epoche antichissime e la sua raccolta e coltivazione è sempre stata una colonna portante dell’economia delle popolazioni agricole della Cina sud occidentale. Nei primi secoli della nostra era ha iniziato il suo lungo cammino di diffusione nel mondo e oggi, dopo l’acqua, è la bevanda con il più elevato consumo a livello mondiale.
Il trattato di strategia di Wu-Tzu (traduzione di Anna Pensante)
Wu Qi, ovvero Wu-Tzu, è citato come esempio di intransigenza e di autorità in un altro famoso trattato militare, il Wei Liao-tzu. Fu in effetti considerato il più grande stratega militare della Cina antica, alla pari solo con Sun-tzu, che rimane però una figura avvolta nella leggenda, mentre le notizia storiche su Wu Qi sono ampiamente documentate. I letterati confuciani criticarono ferocemente il suo trattato, sia per lo stile, sia per i suoi metodi, che accusavano di volgare realismo e di brutalità. Alcuni storici moderni hanno messo in discussione le sue imprese, avanzando l’ipotesi che siano un misto di verità storica da una parte, ma anche di esagerazioni dall’altra. In realtà bisogna riconoscere che i testi antichi sono concordi nell’attribuirgli un talento e un’autorevolezza eccezionali.
L’arte della guerra di Sun Tzu (traduzione di Anna Pensante)
L’arte militare del Ssu-ma (traduzione di Anna Pensante)
L’arte militare di Wei Liao-tzu (traduzione di Anna Pensante)
L’ideogramma cinese come mezzo di poesia di Ernest Fenollosa (traduzione di Silvia Galimberti)
La vera agopuntura cinese di George Soulié de Morant (traduzione di Roberto Tresoldi)
Le domande dell’Imperatore al generale Li Ching (traduzione di Anna Pensante)
L’imperatore T’ai-tsung della dinastia Tang nel VII secolo aveva trasformato la Cina in una delle maggiori potenze del mondo medievale. La sua capitale, Chang’an, era diventata la più grande città della Terra, il centro del potere e della cultura dell’Asia intera. Fu un’epoca di sviluppi senza precedenti e l’imperatore T’ai-tsung ne fu il primo artefice. Le conversazioni con il generale Li Ching (Li Jing), se mai si siano svolte veramente, fatto storico di cui non si hanno prove certe, appartengono a questa tradizione. Li Ching (571-649) fu uno dei massimi generali della dinastia Tang; iniziò la sua carriera come ufficiale a Chang’an e nel 630 sconfisse i Turchi Celesti, che da allora divennero vassalli della dinastia Tang. Solo due anni prima, nel 628, l’imperatore T’ai-tsung lo aveva nominato suo ministro della giustizia e fino alla fine della sua vita lo tenne al suo fianco come fidato generale e ministro. Dopo avere guidato numerose campagne militari e pacificato i territori del Sud della Cina, morì nel 649, poco prima dell’Imperatore, e gli fu riservata una sepoltura accanto alla tomba imperiale.
Le tre strategie del Duca della Rupe Gialla (traduzione di Anna Pensante)
Massoterapia pediatrica di Luan Changye (traduzione di Roberto Tresoldi)
Sulla strategia di Huainanzi (traduzione di Valeria Di Bitonto)
Il Huainanzi, manuale del Principe o Maestro di Huainan, è una notevole opera filosofica cinese del II sec. a.C. ancora poco conosciuta ma di fondamentale importanza per la filosofia e il pensiero che racchiude. Il capitolo XV, Sulla strategia, è dedicato all’arte della guerra e alla gestione del conflitto. La sua lettura rivela i principi fondamentali del Dao così come dovrebbero essere applicati alla strategia militare, fino a giungere alla loro massima espressione: vincere senza combattere. È solo seguendo il Dao che l’uomo – nel caso specifico il sovrano e il comandante – può agire in sintonia con il flusso naturale della vita. È questa la strategia più efficace di tutte.
Diario di un letterato di epoca Ming di Zhang Dai (traduzione, adattamento e cura di Armando Alessandro Turturici)
Un raffinato letterato cinese di epoca Ming, Zhang Dai, e il suo diario che per la prima volta viene qui pubblicato in traduzione italiana. Un insieme di ricordi e sogni – Reminiscenze oniriche è, infatti, il titolo originale – che ci rimandano un quadro vivido e palpabile del raffinato mondo delle élite culturali cinesi della fine della grande dinastia Ming (1368-1644). Zhang Dai fa scorrere davanti ai nostri occhi luoghi appartati, angoli di natura incontaminata, templi affollati di pellegrini, monasteri silenziosi, giardini e boschi, montagne impervie, villaggi e città. Descrive feste tradizionali, sagre popolari, rituali intimi e raccolti, la cerimonia del tè, secondo una sapienza antica e condivisa tra i raffinati uomini di cultura dell’antica Cina. Ci presenta anche i piatti tradizionali delle feste, le leccornie preparate nei villaggi durante le sagre, le più golose preparazioni per spensierati momenti conviviali. E poi ci parla di libri e biblioteche, il suo mondo, il suo pane quotidiano: scaffali sovraccarichi di libri, i volumi degli studiosi del suo tempo, i “rotoli” sui quali egli stesso ha costruito la propria cultura e che lui stesso ha contribuito a compilare riempiendoli di colonne ordinate di minuti caratteri di scrittura.
VIAGGI ED ESPLORATORI
Confucio e il cristianesimo di Paolo Beonio-Brocchieri
L’importanza della figura di Prospero Intorcetta risiede nell’opera filologica, che contribuisce a qualificarlo come uno dei grandi sinologi della prima età moderna. I missionari della Compagnia di Gesù arrivati in Cina, si dedicarono con particolare zelo a tradurre non solo testi teologico-liturgici in cinese, ma anche i testi confuciani in latino. In questi testi ai missionari gesuiti sembrò di scorgere, all’interno del pensiero confuciano, una “religiosità naturale” tale da orientare l’intera strategia evangelica in Cina. Queste traduzioni rappresentano un momento cruciale nella storia della cultura occidentale, quello della scoperta, da parte dell’Europa, del pensiero filosofico cinese. Il presente volume contiene un ampio saggio di approfondimento di Paolo Beonio-Brocchieri, le traduzioni in italiano dei testi latini di Intorcetta e una meravigliosa serie di xilografie di Giulio Aleni che illustrano e commentano in cinese momenti della vita di Cristo. Impreziosisce il testo una introduzione di Mons. Pier Francesco Fumagalli, Vice Prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano.
Carlo Da Castorano. Un sinologo francescano tra Roma e Pechino a cura di Isabella Doniselli Eramo
Quest’opera, scaturita dal fermento di studi e ricerche attivatosi in occasione del convegno promosso dall’Associazione Culturale padre Carlo Orazi di Castorano per recuperare la memoria di un concittadino illustre, si propone di presentare la figura di padre Carlo (1673-1755) e la sua significativa opera sinologica, rivalutando il contributo che questo francescano, legato al territorio e alla storia del Piceno, ha saputo dare alla conoscenza delle tradizioni cinesi, fornendo strumenti di studio utili ancora oggi a facilitare la comprensione e il dialogo tra culture. Molta evidenza è data anche al ponderoso contributo di padre Carlo da Castorano nell’ambito della lacerante Controversia dei Riti Cinesi, che fin dal XVII secolo ha segnato profondamente la missione in Cina e i rapporti tra Pechino e la Santa Sede.
Gli ultimi giorni di Pechino di Pierre Loti (traduzione di Marco Bevilacqua)
Gli ultimi giorni di Pechino è un diario autobiografico della permanenza a Pechino di Pierre Loti che, grazie alla marina francese, di cui era ufficiale, ha potuto girare il mondo, descrivendone mirabilmente i Paesi che ha visitato, amato e conosciuto. Era a Pechino in un momento fondamentale della storia della Cina e ha assistito alla guerra dei boxer, alla caduta della città di Pechino e alla preponderanza degli occidentali nelle decisioni dei Paesi dell’Oriente. Ha, quindi, tramandato a noi occidentali, così lontani da quegli spazi, da quella guerra, da quegli intrighi ciò che va oltre la mera cronaca: la vera storia che ha cambiato un mondo e fatto cadere l’Impero Cinese.
I viaggi di un alchimista di Li Zhichang (traduzione di Elettra Casarin)
I viaggi di un alchimista. Che fare se si ricevono ripetuti e pressanti inviti a raggiungerlo da parte di un sovrano del calibro di Gengis Khan? Ovviamente ci si mette in viaggio. Così fa nel 1220 il Venerabile monaco alchimista Changchun, autorità assoluta del taoismo, nonostante sia ormai in età avanzata e nonostante sia votato alla vita contemplativa e al raccoglimento nel suo monastero nello Shandong.
Il resoconto, preciso e puntuale, scritto dal discepolo Li Zhizhang che lo accompagna, intitolato Viaggio in Occidente (Xiyou ji) consente ancora oggi di ripercorrere tappa dopo tappa questo lungo cammino, spesso reso faticoso da condizioni climatiche estreme e da mille difficoltà. Attraverso le vivide descrizioni e i racconti di Li Zhizhang si snoda il cammino del Venerabile alchimista per arrivare alla corte dell’allora “Padrone del mondo” Gengis Khan. La storia qui raccontata contiene, nelle pieghe della narrazione, anche preziose fonti per la storia e la geografia del primo periodo della dominazione mongola e per le vicende spesso controverse della Campagna Occidentale di Gengis Khan.
Il Lago errante di Sven Hedin (traduzione di Carlo Diano)
Questo libro è il supremo coronamento di una vita di avventure, di spedizioni in territori inesplorati dove mai piede d’uomo aveva toccato il suolo, di fatiche, di freddo pungente nelle ossa e tempeste, sempre a sfidare la natura in zone dove quest’ultima vince sempre. Quando Sven Hedin attraversava solitario il Tibet, in Europa ci si organizzava per la prima Guerra Mondiale; quando attraversò il Lop-Nor, il lago errante, si era tra due guerre, una da poco finita l’altra in procinto di nascere, in zone dove gli Occidentali erano considerati sempre delle spie al servizio di questo o quel regno o governo, con pericoli veramente reali e concreti (prigione e morte). Il dottor Hedin, come tutti lo chiamavano, cercò anche di individuare una pista per poter tentare la riapertura di una Nuova Via della Seta, ma fu fermato dagli strumenti inadeguati e dai governanti che lo volevano sotto controllo stretto.
L’oceano in un guscio d’ostrica di autori vari (traduzione e cura Maria Rita Masci)
Nella seconda metà del 1800, e precisamente a partire dal 1866, alcuni diplomatici cinesi vengono inviati in Europa in missione ufficiale: nel registrare sul taccuino di viaggio quello che destava la loro attenzione e la loro meraviglia, hanno lasciato una documentazione straordinaria che consente a noi occidentali letture a vari livelli: c’è materiale per lo storico, per il semiologo, per il sinologo e per il lettore curioso di veder descritto il proprio passato prossimo. I viaggiatori cinesi si soffermano soprattutto sulle differenze: il nostro mondo, i suoi costumi, il suo galateo, le conquiste della tecnica e della scienza si offrono alla loro attenzione come un immenso museo animato da osservare e da capire con strumenti e parole che spesso denunciano il loro imbarazzo.
Nell’Estremo Oriente di Luigi Barzini
Manoscritti dalla Via della Seta di Alessandro Balistrieri, Giuseppe Solmisazioni e Daniela Villani
Viaggiatori, pellegrini, mercanti sulla Via della Seta di Francesco Surdich e Matilde Castagna
TIBET
Tibet. Storia della tradizione, della letteratura e dell’arte di Hugh Richardson e David Snellgrove (traduzione di Giuditta Sassi)
Sulla sua montagna di Yarlung discese un Re divino, per mezzo di una corda celeste, unì sotto il suo comando il Tibet e ne fece un regno potente e agguerrito, temuto persino dal grande e solido Impero cinese, a tal punto che per scongiurarne il pericolo una graziosa e nobile principessa cinese venne offerta in moglie a uno dei suoi successori. È da quel momento che il Buddhismo cominciò a penetrare in Tibet e ad affermarsi sempre più ampiamente, conquistando il cuore del suo popolo. Dopo la caduta della monarchia, il Buddhismo si estese a macchia d’olio sull’intero Paese, ramificandosi in diverse Scuole e Ordini, e amalgamando in sé la tradizione tibetana originaria, in modo da divenire qualcosa di assolutamente unico e originale. Questo libro vuole essere una testimonianza della ricchezza della tradizione tibetana e un appello perché essa non sprofondi e non svanisca inghiottita dalla marcia vorticosa del cosiddetto «progresso».
Tibet di Giuseppe Tucci
Antico Tibet, nuova Cina di Alexandra David-Néel (traduzione di Anna Benucci Serva)
Volume parte di una trilogia di racconti di viaggio in cui l’autrice narra le peregrinazioni compiute nel corso del suo secondo viaggio in Estremo Oriente, tra il 1937 e il 1946, nelle regioni della frontiera sino-tibetana, lungo cammini spesso inesplorati, in luoghi ancora sconosciuti e misteriosi per il viaggiatore occidentale. Scritto tra il 1951 e il 1952, e apparso l’anno seguente, è uno sguardo acuto sul Tibet che, a sua volta, in quegli anni osservava, scrutava una Cina che ne aveva riannesso il territorio. David-Néel descrive il momento del passaggio, pennellando sullo sfondo la tradizione religiosa tibetana, l’ordine sociale, le consuetudini e, soprattutto, il paesaggio umano, con un piglio e una vivacità tale che qualche sua pagina ha perfino la qualità dell’umorismo: un resoconto che, a mezzo secolo di distanza dalla sua stesura, non cessa di sorprendere.
ARTE
Giuseppe Castiglione. Un artista milanese nel celeste impero a cura di Isabella Doniselli Eramo
Gli insegnamenti della pittura del giardino grande come un granello di senape a cura di Mai Mai Sze
Il drago in Cina. Storia straordinaria di un’icona di Isabella Doniselli Eramo
Il giardinaggio orientale di William Chambers (traduzione di Valentina Piccioni)
La vera storia di Turandot di François Pétis de la Croix (traduzione di Isabella Doniselli Eramo)
ARTI MARZIALI
Ba Ji Quan. I segreti degli otto poli di Stefano Pernatsch e Zu Yao Wu
Il Ba Ji Quan è uno dei metodi di kung fu più efficaci, tanto che si dice sia stato scelto dagli antichi imperatori cinesi per addestrare le loro guardie del corpo dopo che si rivelò un sistema di combattimento migliore tra più di duecento stili. Questo testo, ricco di illustrazioni, tratta in maniera esaustiva e articolata il vasto contenuto storico, strategico e tecnico del Ba Ji Quan originale, quello della famiglia Wu, rimasto nascosto per secoli. Il trattato si struttura attorno a una novità assoluta: per la prima volta viene tradotto in una lingua occidentale un vecchio manuale segreto di arti marziali cinesi, il Quan Pu, finora tramandato gelosamente da maestro a discepolo; in esso si trovano insegnamenti che risulteranno assai preziosi per tutti i praticanti di arti marziali, contemplando aspetti profondi come i concetti filosofici sottostanti la pratica, lo sviluppo delle energie psicofisiche e gli stratagemmi per gestire con sicurezza le fasi dinamiche del combattimento.
Come una barca sull’acqua. Il gusto del Taijiquan di Wang Zhixian e Carlo Born
Manuale per imparare il Taijiquan. Il Taijiquan non è solo un’arte marziale, ma una sintesi di vari aspetti della cultura cinese: vi si possono riconoscere riferimenti al pensiero taoista, che vede nell’acqua il modello ideale, al pensiero confuciano, che predilige la Via di mezzo, alla psicologia buddhista, che analizza i meccanismi della mente, alla medicina tradizionale cinese, che chiarisce il ruolo dell’energia vitale (qi). In questo lavoro gli accenni agli aspetti tecnici certo non mancano ma, come viene più volte ribadito, non sono da mettersi in primo piano quanto i principi fondamentali comuni a ogni stile, enunciati nei quattro Classici del Taijiquan commentati nell’ultima parte del volume. Nelle pagine che seguono sono raccolti, in sintesi, i frutti di oltre quarant’anni di lavoro del maestro Wang Zhixiang, insegnante, medico, calligrafo e divulgatore di conoscenze tradizionali che anche in Italia tanti allievi hanno imparato ad apprezzare.
Dachengquan di Wang Xuanjie (traduzione di Anna Pensante)
Enciclopedia delle Arti Marziali di Roland e Gabrielle Habersetzer (due volumi, traduzione di Roberto Tresoldi e Anna Pensante)
Ermeneutica marziale. Biospiritualità, filosofia e arte medica in Cina di Giacomo De Angelis
Esercizi cinesi per la salute delle persone anziane di Léo Landsman (traduzione di Roberto Tresoldi)
Esercizi di scioglimento dei muscoli in 14 serie di Chang Weizhen (traduzione di Valeria Pazzi)
Fondamenti di Tai Chi Chuan di Tiziano Grandi e Marco Venanzi
Questo libro è la traduzione del Dialogo sul Tai Chi Chuan scritto nel 1926 dal professor Ch’en Wei-ming, allievo del grande Maestro Yang Cheng-fu. Il volume è scritto in forma di domande e risposte, per rendere più agevole e chiara l’esposizione di una materia così complessa. Questo volume vuole essere la spiegazione a molte delle domande che i nuovi e i vecchi praticanti spesso si fanno, non trovando purtroppo mai una risposta. Nella sua semplicità, il volume è agevole, semplice, fornendo al contempo una grande quantità di informazioni e chiarimenti che mai sono stati raccolti insieme. Le persone che hanno lavorato alla compilazione, stesura e traduzione del libro sono tutti praticanti che hanno fatto del Tai Chi Chuan la loro vita e sono per capacità e conoscenza fra i migliori interpreti fra l’enorme nugolo di maestri oggi presenti.
Gli esercizi superiori dei monaci taoisti di Kim Tawm (traduzione di Matteo Luteriani)
Questo manuale appartiene al filone sull’antica e tuttora attuale tradizione cinese; infatti rappresenta un’esperienza vissuta in prima persona, la cui ricchezza non può essere apprezzata se non con una pratica giornaliera assidua. I frutti promessi agli adepti di questo metodo non possono essere neppure immaginati da parte del neofita. Questa serie di esercizi è una preparazione indispensabile per chi desidera progredire nella «Via», anche se non razionale, per lo meno integrata nella realtà universale.
Hung Gar. Il Kung fu della Triade di Giuseppe Giosuè
Il Ba Gua Zhang di stile Cheng di Zhao Min Hua
«Ba Gua Zhang» è un’abbreviazione del nome «You Shen Ba Gua Lian Huan Zhang». In cinese, la parola «you» indica il movimento nell’acqua o movimenti liberi sulla terraferma, «shen» significa corpo, «Ba Gua» è un termine proprio della filosofia tradizionale cinese, che indica le otto grandi direzioni, «lian» significa continuo, «huan» cerchio e «zhang» palme delle mani Questa disciplina vide la luce in un’epoca relativamente tarda, durante la dinastia Qing (1866 circa). Fu in quell’epoca che, a Pechino, il Maestro Dong Hai Chuan, che una delle tradizioni riconosce come fondatore dell’arte, cominciò a trasmetterne le tecniche. Il Ba Gua Zhang si diffuse in breve tempo in vaste zone della Cina e si perfezionò a tal punto da diventare uno dei principali stili marziali cinesi. In questo manuale il Maestro Zhao Min Hua espone la teoria e la pratica del Ba Gua Zhang di stile Cheng, lo stile oggi più diffuso, che è caratterizzato dalla forma particolare che viene assunta dalla palma della mano: le prime tre dita (pollice, indice e medio) sono separate l’una dall’altra, mentre le ultime due sono strettamente accostate.
Il dito e la luna. Il Dao del Prof. Zheng Man Qing di Tiziano Grandi
La forma antica del Taiji quan stile Chen di Flavio Daniele
Il Maestro Flavio Daniele dedica tutto il suo tempo allo studio, alla diffusione e all’insegnamento delle arti marziali cinesi. Questo libro è frutto di un lavoro di squadra che egli ha saputo pazientemente costruire, valorizzando le capacità e le attitudini di alcuni suoi allievi e istruttori, grazie al contributo dei quali ha realizzato quest’opera. La forma antica del Taiji Quan Stile Chen è sia un manuale di consultazione e di riferimento per lo studio e l’apprendimento di questa antica forma di Taiji, costituita da 83 movimenti, come è stata trasmessa al Maestro Daniele dai Maestri Ma Hong e George Xu, sia di diffusione di questo stile affascinante che per la sua complessità è di difficile apprendimento e insegnamento.
La Via del Respiro di Mei Sheng Gu (traduzione di Marta Luteriani)
Le arti marziali tradizionali cinesi in epoca moderna di Giacomo De Angelis
«Questo tipo di ignoranza culturale-marziale, ormai tramandata e consolidata da oltre un secolo, è la causa dell’inefficacia di tali tecniche, e quindi il decadimento di quelli che oggi sono definiti erroneamente stili tradizionali, i quali, assurti ormai a verità assiomatiche, rendono estremamente difficile invertire questa tendenza alla mediocrità». Così questo libro annuncia l’oggetto delle sue pagine: la diffusione dell’ignoranza e della mediocrità all’interno delle scuole di arti marziali tradizionali cinesi e non solo. La trattazione che ne segue è una sorta di genealogia di questa involuzione che, nella prosa spesso scanzonata di De Angelis, tocca campi differenti, dalla politica, all’educazione, dalla filosofia e religione, alla stessa vita sociale, offrendo paragoni e differenti riflessi da Oriente a Occidente, dal passato al presente e viceversa. Tuttavia, per l’autore, questa involuzione è iniziata diversi secoli fa, quando l’arte marziale ha avviato un processo di alienazione dalle tecniche militari, quando l’abilità ha ceduto il posto all’esteriorità, la pratica reale all’idealizzazione del movimento, la competenza alla mediocrità.
Qi Gong. Storia e metodo dell’arte del respiro di Sue Koei-Li
Tecniche del corpo di Pierre Huard e Ming Wong (traduzione di Gianni Caviglione)
Trattato fondamentale di T’ai Chi Ch’uan stile Yang di Yang Chen Fu (traduzione di Franco Malinverno)
Viaggio nel Kung fu. Storia e metodi di Giuseppe Giosuè
Xing Yi Quan di Sun Lu Tang (traduzione di Stefano Pernatsch)
Yi Quan di Wang Xiang Zhai (traduzione di Valeria Pazzi)
Arte della guerra e arte della guarigione di W. Rusong, W. Hongtu e H. Ying (traduzione di Roberto Tresoldi)
Gli esercizi superiori dei monaci taoisti di Kim Tawn (traduzione di Matteo Luteriani)
Questo manuale appartiene al filone sull’antica tradizione cinesee rappresenta un’esperienza vissuta in prima persona, la cui ricchezza non può essere apprezzata se non con una pratica giornaliera assidua. Questa serie di esercizi è una preparazione indispensabile per chi desidera progredire nella «Via», anche se non razionale, per lo meno integrata nella realtà universale. Le considerazioni concernenti la dietetica sono molto interessanti e il lettore noterà con curiosità che alcune proibizioni si fondano su vecchie credenze simili a quelle che esistevano durante il nostro medioevo. Chiunque può praticare queste tecniche, che un tempo furono appannaggio esclusivo dei monaci.
I tre poteri segreti del Taiji Quan di Flavio Daniele
Il potere segreto del corpo nelle arti marziali di Flavio Daniele
Le tre vie del tao di Flavio Daniele
Pre-corso di Feng Shui di Francesco Rossena e Mario Vitale
Tai Chi Chuan. Armonia del corpo e dello spirito di James Kou
Quest’opera, frutto di ricerche sia teoriche che pratiche, comprende nella sezione teorica gli aspetti storici, filosofici e psicosomatici del Tai Chi Chuan. Nella sezione pratica ogni sequenza viene spiegata in modo dettagliato e minuzioso e illustrata con grande precisione, così che possano trarne vantaggio sia il principiante sia il praticante avanzato. Per il suo estremo rigore, la sua lettura è utile anche agli istruttori. Nel corso della descrizione delle 85 sequenze (il libro è illustrato da 500 disegni originali che rappresentano i movimenti eseguiti nelle 85 sequenze), il ricercatore troverà risposta e soddisfazione a tutte le sue domande sull’arte del Tai Chi Chuan che, come ogni arte, non si può improvvisare ma si deve apprendere ed esercitare.
Tai Chi Chuan. Origine e potenza di un’arte marziale di Kenji Tokitsu
dove si possono acquistare i vs libri?
Buongiorno Gerardo,
noi non facciamo parte della casa editrice Luna, comunque può trovare i titoli del loro catalogo sia nel loro sito (lunieditrice.com) che nelle librerie online.
Buona lettura!