L’albo illustrato pubblicato da Carthusia ripropone la nota fiaba dell’autore danese impreziosendola con meravigliose illustrazioni
Molti bambini sono cresciuti, e molti continuano a crescere ancora oggi, con le fiabe di Hans Christian Andersen. Sono fiabe senza tempo, che l’autore danese ha composto riscrivendo racconti delle tradizioni popolari o limitandosi a trarne spunto per poi rielaborarli e integrarli con elementi di sua invenzione.
Sono oltre 150 le fiabe a lui attribuite (ma c’è anche chi arriva a contarne oltre 200), ce ne sono di più conosciute e di meno note, riproposte nel corso dei decenni in film d’animazione, come Frozen ispirato alla fiaba La regina delle nevi o la Sirenetta, in libri per bambini e in albi illustrati.
Ed è questo il caso de L’usignolo, fiaba scritta da Andersen nel 1843 e riproposta di recente da Elena Ceccato nella collana Di fiaba in fiaba, edita da Carthusia (2018) proprio per avvicinare i lettori più piccoli alla tradizione di fiabe e miti classici presentandoli in una veste nuova, caratterizzata da testi brevi e grandi illustrazioni colorate.
L’usignolo racconta la storia di un imperatore cinese che vive in un meraviglioso palazzo, circondato da un immenso giardino, pieno di piante e fiori. Tra gli alberi di quel giardino vive un usignolo il cui canto incanta chiunque abbia la fortuna e il piacere di ascoltarlo. L’imperatore, venuto a conoscenza della sua esistenza ordina ai suoi funzionari di catturarlo e portarlo al suo cospetto per poterne ascoltare il canto con le sue orecchie. Un canto così melodioso che fa commuovere l’imperatore, spingendolo a decidere di tenere l’usignolo a palazzo, rinchiuso in una gabbia, da cui può uscire più volte al giorno sotto lo sguardo vigile di dodici servitori.
Quando però l’imperatore del Giappone invia a corte in dono un usignolo meccanico, fatto d’oro, d’argento e di pietre preziose, l’usignolo riesce a fuggire e a riguadagnarsi la sua libertà. Presto e a palazzo tutti si dimenticano di lui e del suo canto, sostituito da quello dell’usignolo meccanico, che a forza di essere utilizzato finisce per usurarsi.
Un giorno l’imperatore si ammala e cerca invano conforto proprio nel canto dell’usignolo meccanico. Ma il canto tanto agognato arriva invece dalla finestra, dove inaspettatamente si affaccia l’usignolo volato via anni prima, tornato a consolare l’imperatore malato, che grazie a quella soave melodia si sente subito meglio.
Sfogliando l’albo illustrato da Elena Ceccato balza subito all’occhio la scelta di dare a tutti i personaggi della fiaba le sembianze di animali. L’imperatore è un panda e il suo luogotenente una scimmia, intorno a loro si muovono macachi tibetani, anatre mandarine, fagiani dorati, caprioli d’acqua e altri esemplari di una fauna variegata, completamente composta da animali che vivono realmente in Cina e dai dodici componenti dell’oroscopo cinese. Una scelta niente affatto scontata che contribuisce a dare forma all’ambientazione cinese della fiaba.
Le illustrazioni, realizzate con colori accesi e dovizia di particolari, arricchiscono il racconto e riescono a far immergere i piccoli lettori nelle atmosfere degli antichi palazzi imperiali cinesi.
L’albo conferma il valore senza tempo delle fiabe di Hans Christian Andersen e della morale che riescono a trasmettere da decenni a chi le legge.
Non mi ha dato la risposta che volevo😤
Buongiorno Valeria,
a quale risposta si riferisce? Probabilmente non ho visto la sua domanda, potrebbe essere finita nello spam. Mi faccia sapere, le rispondo molto volentieri.
Lea