Mese dopo mese un elenco aggiornato di saggi, romanzi, racconti e libri per bambini di autori cinesi e non pubblicati sul mercato editoriale italiano nel corso del 2024
Indice
GENNAIO 2024
Storie di uccelli messaggeri di Li Jingze (Orientalia, traduzione di Paolo Magagnin, 16 euro)
Gli aneddoti contenuti in Storie di uccelli messaggeri raccontano i contatti, più o meno fortunati, avvenuti tra la Cina e il resto del mondo nel corso dei secoli. A volte si tratta di incontri (e spesso di scontri) reali, altre volte semplicemente di idee, concetti, miti che si affacciano speculari ai capi opposti del mondo. Mettendo mano di volta in volta agli strumenti dell’archeologo, dello storico e dello scrittore, Li Jingze riporta in superficie personaggi ed eventi dimenticati, donando al contempo nuova luce ad altri che crediamo di conoscere. Ecco, quindi, le relazioni segrete, di cui spesso non si trova traccia nelle grandi narrazioni storiche, che l’autore prende a pretesto per riflettere sulle possibilità e sui limiti degli incontri tra le diverse culture: gli innumerevoli dettagli in cui la storia dei rapporti tra la Cina e il mondo procede silenziosa.
Il Milione. La descrizione dettagliata del mondo di Marco Polo (traduzione di Giordano Tedoldi, Marsilio, 352 pagine, 22 euro)
Città di gatti di Lao She (traduzione di Edoarda Masi, Mondadori, 216 pagine, 13 euro)
Un pilota cinese, durante una manovra d’emergenza, approda su Marte, e scopre che il pianeta è abitato da uomini gatto. Accolto da uno di loro, chiamato Grande Scorpione, impara a parlarne la lingua e ne scopre via via usi e cultura, apprezzando gli effetti stupefacenti delle foglie di loto di cui si nutrono. Man mano che si addentra nella conoscenza della loro società, tuttavia, si accorge che quella a cui assiste è la fase finale di una civiltà in declino, ormai irrimediabilmente corrotta, soggiogata dagli stranieri, priva di valori morali. Scritto tra il 1932 e il 1933, Città di gatti adombra una feroce satira politica: del regime instaurato dal Partito nazionalista cinese di Chiang Kai-shek, oltre che della Russia sovietica e di un intero mondo in crisi.
Il ragazzo del risciò di Lao She (traduzione di Alessandra Lavagnino, Mondadori, 336 pagine, euro 13,50)
Edizione tascabile del romanzo ambientato nella Pechino dei primi anni Trenta, con l’invasione giapponese che incombe. Protagonista è Xiangzi, un giovane venuto dalla campagna che lavora come tiratore di risciò. La parabola della sua vita incarna alla perfezione questo momento incerto e confuso della storia della capitale, spossessata eppure magnifica; ma le vicissitudini della città imperiale non sembrano incidere più di tanto sulla vita dei personaggi, diseredati, povera gente senza nome, come lo stesso protagonista, che di suo ha solo il soprannome Cammello. Ingenuo, onesto, gran lavoratore, uomo di pochissime parole ma di fervidi pensieri, Xiangzi rincorre la fortuna. Ma la sorte non gli sarà amica: la volontà di migliorare se stesso e il proprio stato, che lo percorre come una febbre in tutta la prima parte del romanzo, lo condurrà all’ineluttabile sconfitta.
I due Ma, padre e figlio di Lao She (traduzione di Monica Morzenti e Maria Gottardo, Mondadori, 372 pagine, euro 13,50)
Scritto da Lao She alla fine del suo soggiorno a Londra, è ambientato proprio nella capitale britannica. Protagonisti sono il signor Ma Zeren e suo figlio Ma Wei, che ereditano da un parente un negozio di antiquariato a Londra. Lasciata Pechino e la Cina, che negli anni Venti del Novecento è un Paese debole e diviso, i due Ma devono imparare a districarsi tra la variopinta folla di una città che li attrae e li respinge allo stesso tempo e soprattutto tra mille incomprensibili convenzioni sociali. A guidarli alla scoperta di abitudini e codici di comportamento nuovi sono il reverendo Evans, già missionario in Cina, e le signore Wendell, madre e figlia, presso cui i Ma alloggiano e di cui fatalmente si innamorano.
Il monaco ipocrita di Istituto Changjiang (Cina in Italia, illustrazioni di Chen Zixin e Chen Xunru, traduzione di Maura Schettino, edizione bilingue, 48 pagine, 15 euro)
Ci sono persone che ammirano i ricchi e disprezzano i poveri, giudicando la gente dall’aspetto esteriore, come fa il monaco della prima storia. Molte di queste persone, inoltre, vantano grandi capacità o caratteristiche ma, una volta messe alla prova, dimostrano l’esatto contrario. In questo libro troverete due brevi racconti sull’accettazione di se stessi e sull’importanza di non giudicare dall’esteriorità o dall’apparenza. Inoltre, in ogni libro della collana INCINQUE il lettore può imparare cinque caratteri cinesi. Oltre a spiegarne le origini e l’evoluzione, una griglia consente di esercitarsi attivamente nella scrittura, seguendo il corretto ordine dei tratti. Infine, grazie a due QR code, è possibile ascoltare la corretta pronuncia dei testi sia in cinese che in italiano.
La lira antica di Istituto Changjiang (Cina in Italia, illustrazioni di Zhou Xiang e Chen Zixin, traduzione di Francesca Runci, edizione bilingue, 48 pagine, 15 euro)
Il libro contiene due storie. La lira antica è una satira pungente riguardo coloro che mancano di intuito e valorizzano solo la fama piuttosto che il vero talento, mentre L’oro rende ciechi è una storia su coloro che sono accecati dal loro desiderio di guadagno personale, senza rendersi conto della realtà. Inoltre, in ogni libro della collana INCINQUE il lettore può imparare cinque caratteri cinesi. Oltre a spiegarne le origini e l’evoluzione, una griglia consente di esercitarsi attivamente nella scrittura, seguendo il corretto ordine dei tratti. Infine, grazie a due QR code, è possibile ascoltare la corretta pronuncia dei testi sia in cinese che in italiano.
Storia dell’arte cinese del XX al XXI secolo. Ediz. illustrata di Lü Peng (Mondadori Electa, 1188 pagine, 40 euro)
La Cina del XX secolo è un appassionante palcoscenico della storia, sia per la complessa evoluzione di vicende dispiegatesi in un territorio vastissimo, sia perché gli studiosi occidentali stanno sempre più spesso rivolgendo la loro attenzione ai contesti, ai fatti e ai protagonisti dell’arte e della cultura sullo sfondo dell’ineludibile scenario sociologico e politico. Affidarsi alla «luce della storia» è anche il metodo teorizzato dal curatore e storico cinese Lü Peng, che l’ha applicato in quest’opera per la prima volta presentata ai lettori italiani.
Rescue Wild Birds di Lonlon (Toshokan, 224 pagine, euro 8,90)
L’autrice utilizza gli uccelli selvatici come fossero insegnanti e la natura come fosse una scuola, per esplorare il tema dell’educazione alla vita, con l’amore come fulcro. Albatros che cercano di tornare al mare, giovani tortore che incontrano studenti delle scuole elementari, aquile giganti con le ali spezzate e simpatici gufi che diventano ambasciatori di buona volontà… I volontari portano avanti la missione di preservare l’ecosistema, offrendo nuove speranze di vita agli animali in pericolo.
Marco Polo. La via della seta di Marco Tabilio (Becco Giallo, 208 pagine, 20 euro)
I mercanti che approdano a Venezia dall’Oriente raccontano di terre e popoli misteriosi, di mari in tempesta e deserti di predoni. Marco Polo ha diciassette anni e si nutre di questi racconti con la speranza di raggiungere il padre Niccolò e lo zio Matteo, partiti per l’Oriente quando lui era ancora bambino. L’occasione per il “viaggio dei viaggi” arriva nel 1271, quando Niccolò e Matteo ritornano dalla Cina con l’incarico di portare a Kublai Khan in persona l’olio del Santo Sepolcro di Gerusalemme e cento ambasciatori del Papa: i tre ripartono da Venezia alla volta della Palestina, attraversano la Georgia, l’Armenia, la Persia e l’Afghanistan. Di commercio in commercio, superano i deserti dell’Uiguristan e raggiungono il cuore dell’Impero cinese, dove Marco Polo conquista la fiducia del Gran Khan diventandone uno dei più influenti ambasciatori nel mondo.
Spirito errante pensiero meditativo. Tutte le poesie di Gao Xinjiang (traduzione di Simona Polvani, con i disegni dell’autore, La nave di Teseo, 304 pagine, 22 euro)
Un’opera essenziale per comprendere appieno l’estro creativo e geniale del primo scrittore di lingua cinese a vincere il Premio Nobel per la letteratura. Spirito errante, pensiero meditativo è l’unica raccolta di poesie di Xingjian fino ad oggi: tra testi che si intersecano a dipinti a inchiostro e a immagini fisse dei suoi film, che lo stesso Gao definisce cine-poesie, e commistioni tra i vari media che creano una polifonia “transmediale”, il premio Nobel per la letteratura ci offre, con la sua arte, una serie di istantanee in cui si mescolano sogni, politica, danza, teatro, cinema, metafisica, confermando ancora una volta l’ecletticità di uno dei personaggi più interessanti e affascinanti della letteratura mondiale e spingendo ancora più in là i confini culturali oltre i quali Xingjian continua, attraverso i suoi esperimenti innovativi, a spingersi ogni volta.
Il professore e la ballerina del carillon di Dorothy Tse (traduzione di Antonio Paoliello, e/o, 192 pagine, 18 euro)
In una città fittizia chiamata Never vive un professore di letteratura, il professor Q, che ha una vita ordinaria, un matrimonio noioso e una carriera poco brillante. La sua unica passione sono le sue preziose bambole, che custodisce in gran segreto in un armadio del suo studio privato. Un giorno l’uomo scova il pezzo perfetto per la sua singolare collezione: una ballerina di carillon, Eilis, che si anima e prende magicamente vita. Guidato dal suo misterioso amico Fugo, Q inizierà una storia d’amore divorante e passionale con Eilis, rimanendo completamente cieco alle proteste che intanto dilagano nell’università e che hanno svuotato le sue classi. La città montuosa di Never (che ricorda in modo evidente Hong Kong) è l’altra grande protagonista di questo romanzo, un personaggio di cemento, di nuove costruzioni scintillanti dal profumo coloniale. Vincitore del PEN/Heim Translation Fund Grant 2021, Il professore e la ballerina del carillon è un romanzo d’esordio straordinariamente inquietante, una coraggiosa esplorazione delle esistenze sotto i regimi totalitari.
Mostri meno noti del ventunesimo secolo di Kim Fu (traduzione di Chiara Reali, Racconti, 245 pagine, 18 euro)
Da quando l’essere umano ha dovuto ridimensionarsi di fronte a tecnologie più indomabili di Frankenstein, a cambiamenti troppo grandi e repentini, alla minaccia di un’estinzione, la letteratura si è ritrovata infestata da mostri sempre più famigerati. Il futuro sa però insinuarsi anche in modo surrettizio. Chi sono i mostri meno noti del secolo in cui viviamo? I mostri di Kim Fu ci appaiono come deformati in uno specchio del domani, e se ci siamo ormai resi conto che al potenziamento delle tecnologie non corrisponderà alcun miglioramento di chi ne usufruisce, nelle mostruosità dei loro volti è un diverso «segno dell’età» quello che traspare: il futuro è in realtà un megafono. I mondi virtuali, le simulazioni, le piattaforme social, ma anche gli ambienti lavorativi, i nuovi modi di vivere la coppia, non fanno che amplificare le nostre vibrazioni più profonde – fobie, ansie e ossessioni tipiche di un mondo non più a misura d’umano ma di sovrumano, dove nel super non c’è solo il nuovo, ma quanto di più recondito portato all’eccesso, messo radicalmente a nudo.
Lapidi di Yang Jisheng (traduzione di Natalia Francesca Riva, Adelphi, 836 pagine, 38 euro)
Alla fine di aprile del 1959 uno studente della contea cinese di Xishui viene avvisato delle condizioni disperate in cui versa il padre adottivo: lo raggiunge al più presto e lo trova a letto. Ormai incapace di deglutire anche solo una zuppa di riso, morirà tre giorni dopo. In un primo momento Yang Jisheng non ha esitazioni: si tratta di una tremenda, inevitabile sventura. La cieca obbedienza che gli è stata inculcata non lascia spazio a dubbi o critiche, e non lo sfiora neppure l’idea che il governo e il Grande Balzo in avanti propagandato in quegli anni possano essere la causa della sua perdita. La fedeltà al partito si incrinerà con la Rivoluzione culturale, e nei primi anni Novanta, ormai consapevole dell’amnesia storica cui il potere condanna i cinesi, Yang Jisheng comincerà a indagare, a interrogare documenti, a raccogliere testimonianze. Scoprirà che la carestia di cui il padre è rimasto vittima ha ucciso in Cina, tra il 1958 e il 1962, 36 milioni di persone, ridotte a cibarsi di paglia di riso, guano di airone, topi ed erbe selvatiche – quando non di cadaveri. Un eccidio immane la cui responsabilità va attribuita non già a «tre anni di disastri naturali», bensì alla scelta deliberata di sacrificare ai ceti protagonisti dell’«industrializzazione» in corso la popolazione delle aree agricole, sequestrandone la produzione, le case, gli appezzamenti, il bestiame.
Fantasmi cinesi. Racconti del soprannaturale di Lafcadio Hearn (traduzione di Alessandro Giarda, O Barra O Edizioni, 128 pagine, 14 euro)
La figura di Lafcadio Hearn è indissolubilmente legata al Giappone. Eppure pochi sanno che il suo personale percorso di avvicinamento all’Oriente inizia con la Cina. Fantasmi cinesi, opera inedita in Italia, esce nel 1887 e prefigura l’interesse di Hearn per le civiltà asiatiche ben prima della sua esperienza giapponese. Una raccolta composta di sei racconti, rielaborati attingendo agli studi dei più emeriti sinologi del tempo, che rivela un’insospettabile conoscenza della cultura cinese e una profonda fascinazione per la “misteriosa bellezza” insita nella tradizione letteraria e folclorica del Paese di Mezzo. Una campana che rintocca un nome femminile, l’amore tra un letterato e il fantasma di una bellissima cortigiana morta diverse ere prima, una dea che si incarna per premiare la pietà filiale di un uomo, il mito buddhista della creazione della pianta del tè e la storia dell’artigiano che divenne il Dio della Porcellana. Questi sono alcuni degli spunti fantastici intorno ai quali Hearn sviluppa le sue godibilissime narrazioni permeate di erudizione, esotismo e poesia. Con un saggio di Alessandra Pezza.
Chip war. La sfida tra Cina e USA per il controllo della tecnologia che deciderà il nostro futuro di Chris Miller (Garzanti, traduzione di Davide Martirani, 432 pagine, 22 euro)
Risorsa rara e contesa, il microchip è il nuovo petrolio su cui si fonda il mondo di oggi: dai missili ai forni a microonde, dagli smartphone al mercato azionario, praticamente tutto funziona grazie a questo semiconduttore da cui ormai dipendono gli equilibri militari, economici e politici globali. Fino a poco tempo fa, gli Stati Uniti erano il paese leader nella progettazione e produzione di chip e il loro status di superpotenza era garantito anche da questo assoluto predominio. Recentemente però la situazione è cambiata: il primato americano è insidiato da Taiwan, dalla Corea, dall’Europa e, soprattutto, dalla Cina, che sta investendo miliardi nello sviluppo della tecnologia puntando a farne un’importante leva di potere. Nel suo libro, lo storico dell’economia Chris Miller spiega come questo semiconduttore sia arrivato a svolgere un ruolo fondamentale nella nostra vita, come gli Stati Uniti si siano lasciati sfuggire di mano i componenti chiave del processo di produzione, come la corsa al microchip contribuisca ad alimentare, tra Stati Uniti e Cina, una nuova guerra fredda.
Antiche storie riscritte di Lu Xun (Sellerio, a cura di Fiorenzo Lafirenza, 320 pagine, 15 euro)
Dopo la pubblicazione di Grida ed Esitazione, Sellerio propone in una nuova traduzione curata da Fiorenzo Lafirenza Antiche storie riscritte, il terzo e ultimo volume dell’edizione completa dei racconti di Lu Xun. Antiche storie riscritte attinge ai miti e alle leggende della vecchia Cina, ma li manipola, li distorce, li stravolge lambendo ampiamente il grottesco. Compie, delle loro figure per millenni venerate, una terrestre genealogia, approfondendo in questo modo lo «smantellamento della morale confuciana – scrive Fiorenzo Lafirenza nell’Introduzione – dominante nella storia, nel costume e nella ingiustizia sociale. Usa, Lu Xun, i mezzi del «faceto», dell’«arguzia», dell’«astuzia», di cui i critici ufficiali lo accusavano e lui se ne faceva vanto come un sarcasmo in più contro la cultura di potere delle élite.
Expats. La vita delle altre di Janice Y. K. Lee (Sperling & Kupfer, traduzione di Studio Lettera, 352 pagine, euro 17,90)
Mercy, giovane neolaureata alla Columbia, è in cerca dell’ennesima ragione per ricominciare. Hilary, casalinga dalla vita scintillante, desidera un figlio per salvare il suo matrimonio. Margaret tenta di scendere a patti con un’esistenza divenuta del tutto irriconoscibile. In questa vibrante comunità di espatriati a Hong Kong, arrivati da lontano con il sogno di ritrovare sé stessi o inventarsi una nuova identità, le amicizie sono intense ma effimere, i matrimoni sfarzosi, le feste al country club appuntamenti irrinunciabili. Mercy, Hilary e Margaret non potrebbero essere più diverse. Ma quando le loro vite collidono in modo del tutto inaspettato, tra alleanze insolite e verità nascoste, il loro mondo incantevole e sfavillante cambierà per sempre. Da questo libro la serie Expats con protagonista Nicole Kidman.
Lunar Love di Laureen Kung Jessen (traduzione di Valentina Chioma, Mondadori, 300 pagine, 19 euro)
Olivia Huang Christenson non potrebbe essere più entusiasta e allo stesso tempo terrorizzata da ciò che sta per accaderle. Finalmente, dopo anni di duro lavoro, sta per prendere in mano le redini della Lunar Love, l’attività di famiglia fondata da nonna June che per moltissimi anni ha organizzato con successo appuntamenti tra persone in cerca dell’amore sulla base dell’oroscopo cinese. Tutto andrebbe per il meglio se non fosse che proprio negli stessi giorni scopre non solo che ZodiaCupid, una nuova app di incontri, è stata lanciata sul mercato, ma anche che si basa sullo stesso approccio della Lunar Love. In una versione impoverita, che però i clienti sembrano apprezzare molto. Sospesa tra indignazione e cieca rabbia, Liv fa di tutto per scoprire e togliere di mezzo chi si cela dietro la app che svilisce e potrebbe distruggere l’eredità della nonna, ma una volta dato un volto al nemico, quello bellissimo di Bennet O’Brien, non è facile per lei non vacillare e tenere fede al suo piano. Certo, Bennet è esasperante, presuntuoso e crede che le tradizioni debbano essere infrante, ma è pur sempre lo scapolo più affascinante e ambito di Los Angeles.
Le tre sorelle Yak e altre storie del regno di Hoh Xil. Ediz. illustrata di Cao Shui (Fiori d’Asia Editrice, a cura di Fiori Picco, illustrazioni di Asia Picco Zhao, 71 pagine, 16 euro)
Sei favole ambientate a Hoh Xil, sull’altopiano del Qinghai-Tibet. Protagonisti sono gli animali di questa regione: antilopi, yak, leopardi delle nevi, orsi, lontre, asini selvatici, linci, lupi, bharal e numerose varietà di uccelli. Ogni favola ha una morale o più che riguardano la tutela dell’ambiente, la salvaguardia degli animali, l’amicizia, la solidarietà, l’onestà, il rispetto e il senso del dovere: Le Tre Sorelle Yak; Il Bar delle Lontre; I Turchesi dell’Asino Selvatico; Norbu e l’Orsa; Principe Leopardo delle Nevi; Le Guardie delle Antilopi Tibetane.
FEBBRAIO 2024
I racconti del misantropo di Lu Xun (Luni Editrice, traduzione di Isabella Doniselli, Eramo, 176 pagine, 20 euro)
In questo volume sono raccolti undici racconti, scritti tra il 1922 e il 1926, tradotti dall’originale cinese, che sono “spaccati” della vita quotidiana dei villaggi della provincia della Cina di inizio Novecento nella quale era nato e cresciuto Lu Xun. Ricordi personali si intrecciano a vicende sentite raccontare in famiglia e creano un ritratto vivido e a tratti nostalgico della Cina più tradizionale, dei suoi paesaggi con i villaggi tipici, gli abitanti e le loro inveterate abitudini. Il Misantropo è il protagonista di uno di questi racconti, uno dei tanti personaggi che affollano questa raccolta, dove uomini e donne sono resi scontrosi, induriti, chiusi in se stessi – appunto, “misantropi” – a causa delle troppe disillusioni subite.
Cani di paglia nell’universo di Ye Chun (Neri Pozza, traduzione di Maddalena Togliani, 320 pagine, 18 euro)
Sixiang ha dieci anni, eppure sa bene quanto possa essere capricciosa e letale l’acqua. L’anno prima un tifone ha colpito il suo villaggio, nelle campagne cinesi e lei, la mamma e la nonna si sono dovute rannicchiare in tinozze galleggianti, le pance sempre più vuote, schivando rami, detriti, mobili, cadaveri bluastri. Ora, pigiata in una stiva insieme a una donna che l’ha comprata per un sacchetto di riso, Sixiang non sa cosa aspettarsi dal futuro e dal luogo in cui approderà, Montagna d’Oro, dove l’attende una nuova famiglia, o almeno così dice la madam. Sopra, sotto e in tutte le direzioni, c’è solo acqua. Montagna d’Oro: la terra dell’abbondanza, della ricchezza. La terra che anni prima il padre di Sixiang ha sognato e raggiunto, senza riuscire più a tornare. L’unica cosa che la bambina possiede di lui è una foto, arrivata da oltreoceano proprio il giorno della sua nascita. La stessa foto, avvolta in un fazzoletto di seta, che adesso Sixiang spera la guidi nel viaggio alla ricerca di quel che resta della sua famiglia. Perché Sixiang sa che Montagna d’Oro è ben diversa da quello che tutti raccontano. È il luogo in cui scompare la gente. Il luogo delle persone dai mille colori e dalle strade di ferro, che i cinesi come suo padre stanno aiutando a costruire. Dalle campagne dell’Asia alla San Francisco di metà Ottocento, Cani di paglia nell’universo è un racconto di immigrazione e identità; una pagina di storia negata che Ye Chun illumina con la grazia di una scrittura limpida, capace di insegnarci quanta tenacia e coraggio servono per sopravvivere in un mondo nuovo.
La storia del tè di Hong Ma Books Studio (Cina in Italia, traduzione di Laura Cassanelli, 56 pagine, 13 euro)
Lu Yu era un orfano bruttino e balbuziente che venne adottato e allevato in un monastero. Sembrava destinato a una vita misera, ma coltivandosi grazie al tè e usando la concentrazione e la meditazione fece esperienza della vita, cambiò la sua esistenza e diede origine a una nuova cultura che avrebbe avuto ripercussioni su tutte le successive generazioni di cinesi e persino sul mondo intero. Lu Yu ha scritto il primo trattato sul tè e, attraverso il Canone del tè, ha trasmesso nei secoli e con grande efficacia la cultura del tè.
L’uccello spaventato di Istituto Changjiang (Cina in Italia, illustrazioni di Yu Li e Zhou Xiang, traduzione di Laura Cassanelli, edizione bilingue, 48 pagine, 15 euro)
Questo libro contiene due storie. La prima, L’uccello spaventato, è tratta dal libro Strategie degli Stati Combattenti, compilato da Liu Xiang alla fine della dinastia Han occidentale. I cinesi usano l’espressione “pauroso come un uccellino” per descrivere una persona che ha avuto paura e continua ad averne di fronte a situazioni simili. La seconda storia, L’uomo che non riconosceva la sua scrittura, è tratta da I racconti notturni di Leng Zhai, libro di un monaco dei Song settentrionali, e invita le persone ad ascoltare le opinioni degli altri per aiutarle a crescere. Inoltre, in ogni libro della collana INCINQUE il lettore può imparare cinque caratteri cinesi. Oltre a spiegarne le origini e l’evoluzione, una griglia consente di esercitarsi attivamente nella scrittura, seguendo il corretto ordine dei tratti. Infine, grazie a due QR code, è possibile ascoltare la corretta pronuncia dei testi sia in cinese che in italiano.
Lo spaventapasseri di Istituto Changjiang (Cina in Italia, illustrazioni di Miao Wei e Pan Xiaoqing, traduzione di Michela Martinelli, edizione bilingue, 48 pagine, 15 euro)
Il libro contiene due storie. La prima storia è Lo spaventapasseri, adattamento di un racconto contenuto nel Quan zi di Geng Dingziang, raccolta di barzellette del celebre funzionario della dinastia Ming, che insegna a non valutare una situazione alla cieca basandosi solo sulla propria esperienza, ma ad essere sempre buoni osservatori. La seconda storia è L’ago e racconta l’origine del detto “Con un duro lavoro anche una barra di ferro diventa ago”, espressione derivata dall’opera Fang Yu Sheng Lan di Zhu Mu, risalente al periodo dei Song Meridionali. Inoltre, in ogni libro della collana INCINQUE il lettore può imparare cinque caratteri cinesi. Oltre a spiegarne le origini e l’evoluzione, una griglia consente di esercitarsi attivamente nella scrittura, seguendo il corretto ordine dei tratti. Infine, grazie a due QR code, è possibile ascoltare la corretta pronuncia dei testi sia in cinese che in italiano.
Colpo d’ascia di Istituto Changjiang (Cina in Italia, illustrazioni di Pan Xiaoqing e Zhou Xiang, traduzione di Flavia Terrana, edizione bilingue, 48 pagine, 15 euro)
Il libro contiene due storie. La storia Colpo d’ascia racconta della difficoltà di sfruttare la propria saggezza e le proprie capacità se non si hanno amici, se non ci si fida l’uno dell’altro. La storia La scimmia e il suo padrone, invece, parla di una scimmia allevata come animale domestico, che ha quindi perso la capacità di nutrirsi e di sopravvivere da sola. Il messaggio è che i genitori non devono viziare i figli, ma dare loro le capacità per essere autonomi. Inoltre, in ogni libro della collana INCINQUE il lettore può imparare cinque caratteri cinesi. Oltre a spiegarne le origini e l’evoluzione, una griglia consente di esercitarsi attivamente nella scrittura, seguendo il corretto ordine dei tratti. Infine, grazie a due QR code, è possibile ascoltare la corretta pronuncia dei testi sia in cinese che in italiano.
La volpe e la tigre di Istituto Changjiang (Cina in Italia, illustrazioni di Wang Xiaoming e Chen Xunru, traduzione di Michela Martinelli, edizione bilingue, 48 pagine, 15 euro)
Il libro contiene due storie. Il racconto La volpe e la tigre risale alle Strategie degli Stati Combattenti e insegna a non credere a tutto ciò che si vede, come fa la tigre, altrimenti saremo imbrogliati da chi cerca di farsi forte del potere degli altri. I gabbiani, invece, ci insegna che l’onestà e la bontà sono le virtù supreme dell’uomo e che l’amicizia vera può esistere solo tra persone sincere e genuine. Inoltre, in ogni libro della collana INCINQUE il lettore può imparare cinque caratteri cinesi. Oltre a spiegarne le origini e l’evoluzione, una griglia consente di esercitarsi attivamente nella scrittura, seguendo il corretto ordine dei tratti. Infine, grazie a due QR code, è possibile ascoltare la corretta pronuncia dei testi sia in cinese che in italiano.
L’alter ego di Wang Weilian (Fiori d’Asia Editrice, traduzione di Fiori Picco, illustrazioni Asia Picco Zhao, 96 pagine, 14 euro)
Uno scrittore viene legato, sequestrato e condotto in un vecchio cinema abbandonato di una cittadina fantasma. Ad aspettarlo c’è uno strano e inquietante uomo mascherato. L’autore si chiede: chi si nasconde dietro la maschera di coniglio? Perché mi ha rapito? Cosa vorrà da me? Qual è il suo scopo? Solo alla fine verrà svelato il piano diabolico dello sconosciuto.
Un racconto realistico, con note giallo-noir, e dal finale scioccante.
Lady Tan e il circolo dei fiori di loto di Lisa See (Longanesi, 396 pagine, 22 euro)
Cina, XV secolo. Secondo Confucio «una donna istruita è una donna senza valore», ma Tan Yunxian non è d’accordo. Rimasta senza la madre, fin da bambina le vengono insegnati dai nonni i pilastri della medicina cinese, i Quattro Esami – guardare, chiedere e ascoltare, annusare e toccare, sentire il polso –, un approccio che un medico uomo non può mai mettere in atto con una paziente donna perché la tradizione lo vieta, giudicandolo sconveniente. E così ci sono donne che devono curare altre donne, come Meiling, promettente levatrice che conosce la consistenza dei corpi e la viscosità del sangue: per lei toccare è prassi quotidiana, mentre per un medico è riprovevole. Yunxian e Meiling si scambiano nozioni e rimedi, diventano amiche e giurano che condivideranno gioie e battaglie. Ma poi Yunxian è costretta a sposarsi e tutto quello che ha costruito sembra franare. Ma il suo desiderio di curare, di aiutare donne e ragazze di ogni ceto sociale è più forte persino della tradizione, alla quale si ribella. Con l’aiuto di Meiling, Yunxian si spingerà così dove nessuna donna cinese era mai arrivata, contribuendo in modo indelebile al progresso della medicina.
Priceless 1. Un pittore taiwanese a Parigi di Hom (Toshokan, 184 pagine, euro 12,90)
Parigi all’inizio del XX secolo richiama pittori da tutto il mondo. Van Gogh, Monet, Cézanne e altri maestri vivono nella capitale francese e respirano la sua atmosfera, vivace e stimolante. In città arriva anche Yang San-lang, un giovane pittore di Taiwan, destinato a diventare il più amato della sua terra natale. Attraverso la storia e la passione di un uomo, un suggestivo viaggio nel mondo dell’arte della prima metà del Novecento. Disegni splendidi e personaggi affascinanti.
Fiocchi rossi. Cronache di vita cinese di Ginevra Barducci (Augh! Edizioni, 118 pagine, 15 euro)
Fiocchi rossi descrive il viaggio emotivo dell’autrice in Cina. L’esplorazione tocca tematiche originali, è una cronaca viva che propone spunti di riflessione su una cultura un tempo considerata distante ma che, con la globalizzazione, oggi è possibile toccare facilmente con mano. Tra i capitoli emergono profili di persone incontrate ai quattro angoli del Paese più popolato del mondo, tra le smart city più affollate e tecnologiche del pianeta e il Buddha d’oro del monte Emei. Non mancano i dettagli di tante avventure incredibili, vicissitudini che si possono vivere solo quando si è disposti a immergersi dalla testa ai piedi in una nuova realtà. Il volume è destinato soprattutto a chi non conosce, e a chi pensa già di conoscere, la Cina e il suo popolo.
Gente di Taipei di Bai Xianyong (Atmosphere Libri, a cura di Antonio Leggieri, 320 pagine, euro 17,50)
Quattordici storie, o forse sarebbe meglio dire quattordici ritratti di personaggi in esilio volontario, paralizzati nella loro nostalgica rievocazione del passato e della madrepatria; fra partite infinite a mahjong, piatti prelibati, brindisi e abiti tradizionali, tutto serve a creare l’illusione di essere ancora sul continente, di essere giovani aitanti, o fate ammaliatrici, e di ricoprire ancora posizioni di prestigio nei propri circoli sociali. Sullo sfondo di una città spesso fredda e piovosa, contro un vento impetuoso e noncurante, malinconiche odi al tempo e alla gloria che furono si sviluppano in appartamenti fatiscenti e giardini appassiti.
MARZO 2024
L’arte della guerra di Sunzi (Nuinui, traduzione di Enrico Lavagno, 368 pagine, euro 24,90)
Primo trattato di strategia conosciuto al mondo, ha anche esercitato un fascino potente su molti importanti leader politici e militari, in Cina e altrove. La recente notorietà in Occidente, commisurata all’oblio durato secoli, si deve alle tante possibilità di applicazione in ambito strategico e militare, ma anche economico e commerciale, di questo testo. Fu tradotto per la prima volta in una lingua occidentale – dal mancese, però – dal gesuita francese Amiot nel 1772, ma la prima traduzione annotata dal cinese classico fu pubblicata in inglese solo nel 1910 da Lionel Giles. Grazie alla sua incredibile capacità di penetrare nelle più recondite pieghe di significato del testo, l’opera è diventata una pietra miliare negli studi sinologici e su di essa si basa quest’edizione illustrata, con 32 pagine a colori, testo cinese completo e un ricco apparato di note e commenti. Nei suoi tredici capitoli viene a comporsi un quadro completo della teoria della guerra, ma anche della pace.
L’arte della guerra di Sun Tzu (Newton Compton Editore, a cura di Riccardo Fracasso, 128 pagine, euro 5,90)
Composto nel IV secolo a.C. da un anonimo che si riallacciava alla tradizione della scuola di Sun Tzu, L’arte della guerra è il trattato di strategia militare più antico, famoso e studiato. In tredici stringati capitoli, l’opera espone una dottrina bellica improntata all’utilitarismo: fornisce preziose indicazioni sulle valutazioni e la gestione di un conflitto, sulle strategie e le manovre di attacco e ritirata, sui rapporti psicologici con le proprie truppe e col nemico. E poi, la conformazione dei terreni e i fattori atmosferici, la peculiarità e la strutturazione di una rete spionistica. Dopo essere stato per oltre due millenni l’indispensabile guida delle alte gerarchie militari cinesi, adesso ispira strategie economico-aziendali e si trova sulla scrivania dei più importanti manager del mondo.
Il gran maestro della scuola demoniaca. Vol. 1 Rinascita di Mo Xiang Tong Xiu: (Mondadori, traduzione di Maria Teresa Trucillo, 360 pagine, 19 euro)
Wei Wuxian è il temibile Patriarca di Yiling, considerato il fondatore delle tecniche demoniache di coltivazione, una combinazione di studi taoisti e arti mistiche che consente di ottenere facoltà soprannaturali. Governa eserciti di cadaveri e semina il terrore con il suo Generale fantasma Wen Ning e il potentissimo Sigillo Oscuro della Tigre. Quando finalmente muore durante il Grande Assalto al colle dei Sepolcri, la notizia è accolta con gioia dal mondo dei cultori. Tredici anni dopo, Wei Wuxian si risveglia nel corpo di un giovane che sacrifica l’anima per farlo rinascere nel proprio corpo e affidargli la sua vendetta. Questa seconda vita, però, non libera Wei Wuxian dal fardello di quella precedente, anzi lo costringerà a fare i conti con le conseguenze delle scelte intraprese. Al suo fianco c’è Lan Wangji, cultore sopraffino dalla reputazione inattaccabile, con il quale tenterà di fare luce sui segreti intricati che riemergono dalle ombre del loro passato. E al quale si troverà unito da un legame tanto inaspettato quanto indomabile.
Filosofie orientali. Il pensiero cinese di Carlotta Sparvoli (De Vecchi, 192 pagine, 20 euro)
Nella sua evoluzione attraverso i secoli la civiltà cinese ha conosciuto grandi personalità e correnti di pensiero che le hanno permesso di intuire profonde verità, di comprendere l’essenza dell’uomo, di scoprire il senso della vita e il significato del mondo.
Un testo completo, ricco di approfondimenti, che ci consente di avvicinarci ai pensatori e alle idee di un Paese dall’inesauribile fascino.
Il mantello dell’invisibilità di Ge Fei (Fazi Editore, traduzione di Barbara Leonesi e Caterina Viglione, 144 pagine, 18 euro)
Il signor Cui vive nella Pechino contemporanea, città governata da forze più potenti e terribili della malavita, dove imperano l’egoismo, il brutale senso della competizione e la disperata corsa all’arrampicata sociale del capitalismo più sfrenato. Qui tutti fanno del loro meglio per salire la scala del successo; Cui, al contrario, è un perdente. Alle soglie della mezza età, senza figli e con poca iniziativa, divorziato ma ancora innamorato dell’ex moglie che lo ha lasciato per un uomo in carriera, vive in periferia a casa della sorella, in un appartamento segnato da una crepa nel muro dalla quale entra il vento del Nord. Si guadagna modestamente da vivere assemblando impianti audio personalizzati per ricchi audiofili, finché un vecchio amico gli procura un ingaggio speciale: un individuo losco ma molto danaroso vuole l’impianto acustico migliore del mondo. Un po’ rischioso, certo, ma basterà non fare troppe domande. È forse arrivata, per questo perdente, l’occasione giusta?
Tradire il grande fratello. Il risveglio femminista in Cina di Leta Hong Fincher (add editore, traduzione di Margherita Emo e Piernicola D’Ortona, disponibile dall’8 marzo, 280 pagine, 20 euro)
Ai primi del Novecento, l’antesignana del femminismo cinese Qiu Jin raccontò la storia di una principessa che, tramutatasi in un uccello di nome Jingwei, aveva tentato la disperata impresa di riempire il mare di pietre. Jingwei riempie il mare è da allora un’espressione proverbiale di tenacia e resistenza. Le protagoniste di questo libro, in particolare le Cinque femministe arrestate alla vigilia dell’8 marzo 2015, vivono in un mondo diverso; anziché il mare, affrontano le maglie della censura online e della sicurezza di Stato, larepressione sistematica dei diritti e la presenza di un regime autoritario e patriarcale. Nella Cina dell’onnipotente Xi Jinping, una rete di donne mette in crisi i valori tradizionali e la retorica natalista, la discriminazione dilagante, l’indifferenza verso violenze e molestie. Il racconto di Leta Hong Fincher ci trascina in un mondo al limite della clandestinità, tra attiviste, avvocate, lavoratrici che si battono quotidianamente per la causa femminista. Un mondo dove le emoji (mi) e (tu), pronunciate come #MeToo, diventano simbolo di lotta e l’unico modo per eludere i controllori della rete e parlare di diritti delle donne.
Sei gru cremisi di Elizabeth Lim (Mondadori, traduzione di Laura Miccoli, 480 pagine, 24 euro, disponibile dal 12 marzo)
Shiori’anma, unica figlia femmina dell’imperatore di Kiata, nasconde un segreto: nelle sue vene scorre la magia proibita. È sempre riuscita a tenerla nascosta, fino a quando, proprio durante la cerimonia per il suo fidanzamento, non perde il controllo. La cosa inizialmente sembra un colpo di fortuna, che le consente di posticipare un matrimonio che non ha mai voluto; ma quell’errore attira anche l’attenzione della sua matrigna Raikama. Nonostante sia lei stessa una strega, la donna bandisce la figliastra dal regno e trasforma i suoi sei fratelli in gru. La ragazza non dovrà parlare con nessuno: per ogni parola che pronuncerà, uno dei principi morirà. Senza un soldo, senza voce, senza amici, Shiori va in cerca dei fratelli e scopre un complotto per prendere il potere. Lei sola può salvare il regno, ma per farlo dovrà fidarsi di un uccello di carta, un drago volubile e il ragazzo che proprio non voleva sposare. Ma soprattutto dovrà abbracciare quella magia che per tutta la vita le hanno imposto di tenere a bada.
Memorie storiche di Sima Qian (Edizione integrale, 4 volumi, Luni editrice, traduzione di Vincenzo Cannata, 2256 pagine, 150 euro)
Lo Shiji, in italiano Memorie storiche, del grande storico cinese Sima Qian, scritto a cavallo tra il II e il I secolo a.C., è un’opera monumentale della storiografia e della letteratura mondiali, sovente accostata alle Storie del sommo Erodoto. Questa è un’edizione integrale, in quattro volumi, con trascrizione fonetica in pinyin. Nelle Memorie storiche l’uomo, con le sue qualità e i suoi difetti, è sempre il protagonista della narrazione: lo si coglie nei momenti di eventi leggendari, in quelli dello scontro serrato tra princìpi etici contrastanti, in quelli in cui mostra attenzione e affetto verso la donna e quelli in cui la ignora, quelli in cui mette in evidenza grandi doti di strategia militare, o grande cinismo verso gli altri. Le Memorie storiche sono la summa di tutte le conoscenze dell’antica Cina, la carta di identità di un Paese descritto e definito nei dettagli più di 2000 anni fa, narrata dal più grande storico di quello straordinario Paese.
Gli asteroidi cadono di pomeriggio di Shen Dacheng (Atmosphere Libri, a cura di Valentina Consoli, 248 pagine, 17 euro)
Un’area epidemica illuminata da luci al neon lampeggianti; una gigantesca stazione metropolitana in cui si nascondono uomini-seppie; impiegati aziendali colpiti da continue mutazioni, un grande processo di costruzione della società su un nuovo pianeta… Questo libro comprende una serie di racconti scritti recentemente da Shen Dacheng che, con il suo umorismo nero, ritrae un gruppo di esseri umani che sembrano vivere su un pianeta gemello della Terra, in un momento incerto su cui sta per abbattersi un futuro imminente.
APRILE 2024
Il libro dell’oca di Li Yiyun (NN editore, 384 pagine, 20 euro)
Francia, anni Cinquanta. Amiche inseparabili fin da piccole, Fabienne e Agnès sono cresciute a Saint Rémy, un piccolo paesino rurale. Agnès è beneducata e schiva, va bene a scuola ed è ignorata dalla famiglia; Fabienne è intelligente e feroce, e dopo la morte della madre e della sorella deve occuparsi del padre e del fratello. Le due ragazzine vivono in un mondo tutto loro, tra avventure ora innocue ora crudeli, create dalla sconfinata immaginazione di Fabienne, che un giorno affida ad Agnès una serie di macabri racconti perché lei li metta per iscritto. Le storie diventano un libro che viene pubblicato a nome di Agnès, e il successo è tale da catapultare la ragazzina a Parigi e poi a Londra, fino alla scuola d’élite di Mrs Townsend. Ma con il passare del tempo, Agnès si sente sola e sradicata, colpevole di vivere la finzione creata dall’amica, e così decide di tornare a casa per affrontarla. “Il libro dell’oca” è un romanzo vivido che racconta l’assoluta intensità di un’amicizia tra due ragazzine, in cui amore e violenza diventano inseparabili e creano un mondo più reale della realtà. Con lucida compassione, Li Yiyun esalta il tessuto vibrante e sovversivo dell’infanzia, che come la letteratura ha il potere di plasmare il nostro destino.
Sogni di giada di Lin Hierse (O barra o, traduzione di Federica Garlaschelli, 160 pagine, 16 euro)
“In una lingua il mio nome è composto da tre lettere, in un’altra da dodici tratti. In una lingua non indica nient’altro che me. In un’altra lingua significa giada”. Lin Hierse in questo suo romanzo d’esordio porta in scena, attingendo alla propria esperienza autobiografica, un’identità sospesa tra due culture, quella cinese e quella occidentale. Lo sfaccettato rapporto con la madre, una donna di Shanghai migrata in Germania negli anni Ottanta, e il flusso dei ricordi familiari si intrecciano in una fitta rete di corrispondenze e significazioni richiamando concetti quali appartenenza, distanza/vicinanza e libertà. Se nella vita di tutti i giorni la giovane protagonista è spesso animata dalla volontà di emanciparsi e di trovare un proprio posto nel mondo, i suoi sogni, diurni o notturni, rivelano piuttosto l’impossibilità di separarsi definitivamente dalla figura materna, tanto diversa quanto simile a lei, e il desiderio profondo di conciliare i differenti retaggi.
Maturare tardi di Mo Yan (Einaudi, traduzione di Patrizia Liberati, 368 pagine, 22 euro)
Nei dodici racconti di questa sua nuova raccolta, Mo Yan ritorna a Gaomi, la sorgente mitica della sua narrativa, nel Nord-Est della Cina. E mettendo in scena vecchi amici, parenti e perfino se stesso, attraverso lontani ricordi e nuove avventure, nella doppia veste di bambino e scrittore famoso, racconta gli impetuosi cambiamenti che alla fine hanno raggiunto anche il suo paese natale. Arrivare tardi alla maturità, così come succede a uno dei suoi compaesani, che da scemo del villaggio si è trasformato in imprenditore di successo, non è per forza un difetto. Meglio anzi non maturare mai, non cristallizzarsi e non riposare sugli allori. C’è chi nasce coraggioso e da grande diventa un vigliacco e chi da piccolo ha paura di tutto e una volta cresciuto diventa intrepido. È questa la differenza tra chi matura presto e chi matura tardi, ci spiega Mo Yan nel racconto che dà il titolo alla raccolta. Molti racconti hanno per cornice un suo ritorno a casa, durante il quale incontra parenti e vecchie conoscenze, di cui ci racconta la storia o che a sua volta gli confidano vicende e pettegolezzi. I testi spaziano così dai suoi ricordi d’infanzia, ambientati all’epoca dolorosa del Grande balzo in avanti e della Rivoluzione culturale, fino ai tempi attuali, non sempre meno problematici.
MAGGIO 2024
Isolati di Xiao Bai (Orientalia, traduzione di Riccardo Moratti, 184 pagine, 16 euro)
In un edificio del Distretto ovest di Shanghai, il signor Ding, noto collaborazionista delle forze di occupazione giapponesi, rimane ucciso in un attentato dinamitardo. Sembrerebbe un caso irrisolvibile, ma a condurre le indagini c’è il Maggiore Hayashi, un ufficiale della Kempeitai determinato a trovare l’assassino, anche a costo di isolare l’intero edificio e di sottoporre i sospettati a privazioni e interrogatori sempre più duri. Sullo sfondo della Shanghai degli anni Trenta, Xiao Bai costruisce un noir ricco di colpi di scena in cui tutto è in divenire e nulla è come sembra, e racconta i giorni dell’isolamento facendo muovere i personaggi in uno spazio chiuso che assume la forma di un palcoscenico.
La città che non c’è di Yu Hua (Feltrinelli, traduzione di Silvia Pozzi, 384 pagine, 22 euro)
Un uomo del Nord umile come un salice e silenzioso come i campi approda dopo mille peripezie in una cittadina del Sud, sotto una bufera di neve. Ha una neonata al collo: cerca sua madre e una città che non c’è. Ma questa non è soltanto la sua storia. È il 1900. L’impero millenario è in ginocchio. La Cina, dilaniata da lotte intestine, eserciti allo sbando e scorribande di briganti, inizia il suo viaggio verso una modernità ancora lontana, che intanto ha acceso di luci elettriche Shanghai. Questa, dunque, è una storia di mestieri scomparsi, antiche usanze e torture feroci. È una storia di violenze gratuite, amori ingenui e amicizie profonde. Ed è soprattutto una storia di storie: l’indovino cieco con la Mauser, la puttana in cima alla scala cigolante che odora di pesce, il manipolo di soldati agguerriti senza un orecchio, il ragazzo venduto come schiavo che piange nella stiva di una nave in rotta verso l’Australia. E tante altre vite ancora.
La donna che piangeva ai funerali di Lu Wenyan (Garzanti, traduzione di Valeria Bastia, 312 pagine, 18 euro)
In un piccolo villaggio nel nordest della Cina vive una donna che ogni giorno indossa un vestito nero, si trucca il viso con della cipria bianca e appunta con cura tra i capelli un fiore di stoffa. Questo è ciò che le basta per compiere il suo lavoro: piangere ai funerali di persone che non ha mai conosciuto. Arriva nelle case in lutto, si accomoda su una sedia e comincia a singhiozzare e disperarsi. È molto brava nel suo mestiere, tutti i parenti si commuovono nel vedere le sue lacrime. Ed è per quelle lacrime che lo fa. Perché sono l’unica emozione che prova nella vita. Fino al giorno in cui dietro quei tendaggi neri e quelle corone di rose rosse scopre che ogni famiglia nasconde dei segreti. Scopre che, dietro l’apparenza di mogli e madri silenziose, molte donne hanno coltivato sogni e speranze. Ma ora qualcosa di più profondo sta per accadere: la rivelazione che viene a galla questa volta ha a che fare con la sua di famiglia. In quel momento dentro di lei nasce una voglia nuova di credere in qualcosa, di essere amata davvero, di avere un obiettivo. Non le bastano più quelle lacrime finte. Vuole provarne anche una sola, ma che sia sua davvero. Una che provenga dal suo cuore. Eppure quando risponde allo sguardo dell’unico uomo che la fa sentire importante, nulla va come aveva immaginato. Perché in fondo lei è una donna che piange per finta ai funerali e non è facile cogliere la sincerità quando la incontra. Neanche se si perde in una goccia che accarezza la sua guancia per la prima volta.
La strada di fango giallo di Can Xue (Utopia editore, traduzione di Maria Rita Masci, 180 pagine, 18 euro)
Al limitare di una grande città, una strada di fango giallo è costellata di casupole in rovina. È un posto in abbandono che in passato ha goduto di un certo benessere. Dal cielo piove cenere nera, gli animali impazziscono e gli abitanti, che si conoscono tutti, dormono in continuazione per poi raccontare i propri sogni nei minimi particolari. Un giorno la vita della strada è sconvolta dall’arrivo di un’entità, Wang Ziguang, che forse è una persona, forse un fuoco fatuo, ma prende a stimolare l’energia del posto. Al sorgere del sole, tutto marcisce. La gente si confonde, cerca premonizioni nei sogni, è perseguitata da insetti e ombre misteriose. Si diffonde un senso di incertezza e di paura, aggravato dalla notizia che tutti saranno dislocati presto altrove. I funzionari sono elusivi, gli slogan politici si rincorrono, la gente avvia conversazioni nelle quali non c’è alcuno scambio. E se la catastrofe fosse alle porte?
Respirare sott’acqua di An Yu (Atmosphere Libri, a cura di Martina Codeluppi, 184 pagine, 17 euro)
Una mattina d’autunno, subito dopo colazione, la vita di Jia Jia cambia per sempre: trova il marito morto nella vasca da bagno del loro appartamento a Pechino. Accanto a lui c’è un foglio di carta piegato: lo schizzo di una strana creatura che aveva sognato. Nessun altro indizio o messaggio. Giovane, sola e con molte domande a cui dare risposta, Jia Jia si mette alla ricerca del significato di questo misterioso disegno. Partendo dai grattacieli e dai locali notturni della Pechino contemporanea, intreccia nuove relazioni, una delle quali sembra prometterle l’amore autentico a cui ormai aveva rinunciato rifugiandosi in un matrimonio conveniente ma infelice. Il viaggio la porterà tra le montagne del Tibet e persino in un misterioso mondo delle acque, da cui si sente spaventata e attratta allo stesso tempo.
Scenografico e onirico, Respirare sott’acqua è una riflessione sul mito, sul lutto e sull’esistenza di un mondo al di là delle parole, un testo che narra della ricerca di una giovane donna, che scava nel proprio passato per conquistarsi il futuro.
Yellowface di Rebecca F. Kuang (Mondadori, traduzione di Giovanna Scocchera, 384 pagine, 22 euro)
Che male può fare uno pseudonimo? Juniper Song ha scritto un libro di enorme successo. Però forse non è esattamente chi vuole far credere di essere. June Hayward e Athena Liu, giovani scrittrici, sembrano destinate a carriere parallele: si sono laureate insieme, hanno esordito insieme. Solo che Athena è subito diventata una star mentre di June non si è accorto nessuno. Quando assiste alla morte di Athena in uno strano incidente, June ruba il romanzo che l’amica aveva appena finito di scrivere ma di cui ancora nessuno sa nulla, e decide di pubblicarlo come fosse suo, rielaborato quel tanto che basta. La storia, incentrata sul misconosciuto contributo dei cinesi allo sforzo bellico inglese durante la Prima guerra mondiale, merita comunque di essere raccontata. L’importante è che nessuno scopra la verità. Quando però qualcosa comincia a trapelare, June deve decidere fino a che punto è disposta a spingersi pur di mantenere il proprio segreto.
The corner store. Volume 1 di Ruan Guang-Min (traduzione di Antonio Paoliello, Toshokan, 240 pagine, euro 9,90)
Quando Chun-lung, un giovane agente immobiliare di Taipei, viene a sapere che suo nonno è gravemente malato, torna nella città natale in campagna per occuparsi della chiusura del negozio che la sua famiglia ha gestito da generazioni. Giunto sul posto si imbatte in nomi, volti e parole che gli ricordano l’infanzia e un mondo di relazioni che aveva dimenticato. Scopre anche che servire una piccola comunità è tanto un business quanto un’arte: una miscela che ha permesso all’attività del nonno di sopravvivere in un’epoca di supermercati e minimarket.
GIUGNO 2024
La scarpetta rossa di Tang Sulan (traduzione di Michela Martinelli, Cina in Italia, 48 pagine, 15 euro)
Una scarpetta rossa ha perso la sua compagna e si sente molto sola. Ma dopo aver incontrato un topolino riesce a ritrovare la strada di casa e l’altra scarpetta. Solo in quel momento anche il topolino, che era sempre stato indipendente, si sente inaspettatamente solo e capisce che a volte la solitudine è legata all’amore che custodiamo nel cuore.
In ogni libro della collana INCINQUE il lettore può imparare cinque caratteri cinesi. Oltre a spiegarne le origini e l’evoluzione, una griglia consente di esercitarsi attivamente nella scrittura, seguendo il corretto ordine dei tratti. Infine, grazie a un QR code, è possibile ascoltare la corretta pronuncia del testo in cinese.
Una famiglia di asini di Tang Sulan (illustrazioni di Wang Zumin, traduzione di Agnese Manzi, Cina in Italia, 52 pagine, 15 euro)
Le orecchie di Xiao Qin, sempre intenta ad ascoltare segreti, si trasformano in lunghe orecchie d’asino appuntite. Pensa che la sua famiglia ami solo il suo fratellino, ma alla fine scoprirà che in realtà tutti amano anche lei. Una tenera storia familiare che racconta ai bambini che l’amore più si divide più diventa grande.
Oltre alla storia in italiano e in cinese, è presente anche un QR code per ascoltare l’audio in cinese.
I girini cercano la mamma di Fang Huizhen e Sheng Lude (illustrazioni di Yang Yongqing, traduzione di Lea Vendramel, Cina in Italia, 48 pagine, 13 euro)
I girini cercano la mamma è una favola scientifica pubblicata per la prima volta nel 1959. Racconta la storia di un gruppo di girini che nuotano nello stagno alla ricerca della loro mamma. Dopo aver incontrato tanti animali, riescono finalmente a ritrovarla e diventano delle piccole rane proprio come lei.
In questo libro della collana INCINQUE il lettore può imparare cinque caratteri cinesi e, grazie a una griglia, esercitarsi attivamente nella scrittura, seguendo il corretto ordine dei tratti. Infine, grazie un QR code, è possibile ascoltare la storia in cinese.
La pera violino di Bing Bo (illustrazioni di He Yanrong, traduzione di Lea Vendramel, Cina in Italia, 44 pagine, 13 euro)
In una grande foresta vivono molti animali, tra cui volpi, leoni, galline, conigli e scoiattoli. Gli animali non vanno d’accordo tra loro Ma un giorno, dopo aver ascoltato la bellissima musica suonata da un piccolo scoiattolo con un violino fatto con una pera, dimenticano ogni rivalità e scoprono la bellezza e il valore dell’amicizia..
In questo libro della collana INCINQUE il lettore può imparare cinque caratteri cinesi e, grazie a una griglia, esercitarsi attivamente nella scrittura, seguendo il corretto ordine dei tratti. Infine, grazie un QR code, è possibile ascoltare la storia in cinese.
Il villaggio è cambiato di Sun Yu (illustrazioni di Bing Bo, traduzione di Michela Tamburini, 48 pagine, 15 euro)
Una storia vera ambientata nel villaggio di Yucun, nella provincia del Zhejiang. Come molti altri paesi in Cina, nel periodo di riforme e apertura, Yucun visse una profonda trasformazione, che cambiò e migliorò la vita dei suoi abitanti. Protagonista è Xiaolin, bambino prima e adulto poi, che ha assistito alla profonda trasformazione del suo villaggio, a cui farà ritorno per realizzare il suo sogno d’infanzia.
The corner store. Volume 2 di Ruan Guang-Min (traduzione di Antonio Paoliello, Toshokan, 200 pagine, euro 9,90)
Chun-lung è tornato nella città natale in campagna per occuparsi del negozio che la sua famiglia ha gestito per generazioni. Il nonno malato, infatti, non può più farlo. Immerso in un contesto completamente differente, il protagonista è costretto a riflettere sulle priorità della propria vita. Di questo manga è possibile vedere gratuitamente la serie televisiva (intitolata Yong-Jiu Grocery Store), sottotitolata in italiano, sulla piattaforma Rakuten Viki.
Una vendetta tibetana. Indagini nella regione dell’Himalaya di Bernard Grandjean (traduzione di Andrea Da Glossari, O barra O edizioni, 192 pagine, 14 euro)
Dopo le prime due indagini narrate in La scomparsa del manoscritto tibetano e Il mistero dei cinque stupa, Betty Bloch, giovane universitaria simpatizzante della causa tibetana, si trova alle prese con una nuova e singolare avventura. A Lhasa, Pechino e Calcutta, una serie di atroci omicidi commessi con un’insolita arma ha come vittime alcuni personaggi apparentemente immischiati in un traffico di opere d’arte trafugate dal Tibet. Che rapporto può esserci tra questi delitti e un rispettabile generale, ex compagno di Mao, ora in pensione? Dall’alto delle vette dell’Himalaya, il dio Vajrakila sta forse cercando di vendicarsi? In compagnia di Liu, agente dei servizi speciali cinesi, Betty dovrà rivangare nelle tragiche vicende del Paese delle Nevi all’epoca della Rivoluzione Culturale per venire a capo di un enigma che coinvolge ex Guardie Rosse e lama tibetani. Bernard Grandjean intreccia aspetti antropologici e politici per dar vita a un palpitante giallo ricco di suspense e ironia.
LUGLIO 2024
Un giorno, tre autunni di Liu Zhenyun (traduzione di Patrizia Liberati, Orientalia Editrice, 19 euro)
A Yanjin ciò che conta è saperla prendere sullo scherzo. Lo sanno bene i suoi abitanti che vivono nel timore di ricevere in sogno la visita di Hua Erniang, lo spirito di una ragazza dimenticata, che lascia sopravvivere solo chi riesce a farla ridere. Nella durezza della quotidianità della classe operaia e urbana cinese, non esente dalla presenza di demoni e dei, prende forma la storia di Mingliang, un ragazzo che attraversa gli anni e il Paese per superare le avversità della vita. In questo suo lungo viaggio esistenziale, denso di figure e atmosfere talvolta deformate ed esagerate, Minliang capirà che le persone, i luoghi e i sentimenti da cui pensava di essersi allontanato possono ritornare nella sua vita in un istante.
Il tempo del riso glutinoso di Fiore Picco (Fiori d’Asia Editrice, 17 euro)
Il tempo del riso glutinoso è la storia vera di una ragazza cresciuta in città, colta e laureata, costretta a tornare nel proprio villaggio d’origine per ricoprire la carica di sindaca in una società matriarcale dove il potere è in mano alle donne e si venerano divinità femminili. Tra queste la Grande Nonna Sama, santa protettrice che veglia sul popolo Kam, un’etnia del Sud della Cina. Usi, costumi, tradizioni, mistero e segreti caratterizzano la vita degli abitanti di Shanjiao, un luogo isolato e d’altri tempi che pian piano, grazie al contributo dei giovani, si apre al mondo esterno.
AGOSTO 2024
Un fidanzato take-away di Sher Lee (traduzione di Monica Paola, Mondadori, 264 pagine, 19 euro)
Dylan Tang ha diciassette anni e una vita tutt’altro che facile. Tra andare a scuola e aiutare la zia a mandare avanti il suo ristorante da asporto cino-singaporiano, non gli resta molto tempo per pensare all’amore. Soprattutto ora che si è messo in testa di iscriversi a un concorso per giovani pasticcieri organizzato da un celebrity chef di New York. Partecipare, e vincere, presentando la torta preferita della mamma, la mooncake nevosa celeste, un dolce che la sua famiglia prepara da generazioni, sarebbe un modo perfetto per celebrarne la memoria ma anche per dare un po’ di visibilità al Wok Warriors, il take-away cinese di zia Jade, che ultimamente non se la passa proprio benissimo. Imbattersi in Theo Somers, giovanissimo rampollo di una ricca famiglia newyorchese abituato a ottenere sempre tutto ciò che vuole e, soprattutto, dotato di un sorriso capace di far imbambolare chiunque, non era assolutamente nei piani. Come non lo era accettare di accompagnarlo a un matrimonio deluxe negli Hamptons fingendosi il suo fidanzato. Ma come poteva rifiutargli questo favore? Dopo tutto, Theo ha fatto una generosa donazione al ristorante della zia e poi i ragazzi con i fisici statuari sono da sempre la kryptonite di Dylan. Dirgli di no era proprio impossibile. Tutto andrebbe per il verso giusto se solo Dylan riuscisse a tenere bene in mente che la loro relazione è una farsa, che non esistono mondi più distanti dei loro e che farsi coinvolgere troppo è tutto tranne che saggio, soprattutto con il concorso dietro l’angolo…
SETTEMBRE 2024
Primavere e autunni. Con i Commentari di Tso di Confucio (traduzione di Fausto Tomassini, Luni editrice, 2 volumi, 1152 pagine, 48 euro)
«Tra le generazioni future, quelli che mi conosceranno, mi conosceranno a causa di Primavere e Autunni; quelli che mi criticheranno, lo faranno a causa di Primavere e Autunni». Con queste parole Confucio affidava ai discepoli questo suo libro: tre secoli di storia dell’antica Cina nell’epoca cruciale della sua trasformazione da agglomerato di staterelli feudali in impero centralizzato, ripensati secondo le linee della sua filosofia. Quasi due secoli dopo che il piccolo stato di Lu, nel nord della Cina, iniziò a compilare regolarmente i propri annali, iniziati nel 722 a.C., costituiti da brevi annotazioni rigorosamente disposte secondo l’avvicendarsi delle primavere e degli autunni, tracciate su fasci di listelli di bambù, Confucio si immerse nello studio di questo straordinario deposito di notizie che sarebbe divenuto la principale base documentaria della sua filosofia della storia e della sua dottrina etico-politica. Da quel materiale Confucio trasse l’opera che qui presentiamo, che è la prima traduzione pubblicata in una lingua europea: gli annali riportavano sia notizie locali sia informazioni su tutta quella che allora era la Cina e sui popoli barbari che la premevano da ogni parte, fornendo soprattutto precise valutazioni su uomini e azioni; da questa congerie di materiali Confucio selezionò le notizie secondo le linee di una concezione personalissima della storia. All’opera si aggiunsero ben presto i vasti commentari di Tso, probabilmente un discepolo diretto di Confucio, il quale, oltre a rendere esplicite le allusioni del maestro e le ragioni delle sue omissioni, ci fornisce una quantità di integrazioni d’ogni genere, tratte dalle fonti più diverse. Il traduttore ha steso ricchissime note e appendici sul calendario, la cronologia, la divinazione, destinate a collocare nel modo più completo Primavere e Autunni nel suo contesto culturale; insieme a un indice completo in caratteri cinesi dei nomi contenuti nell’opera, esse contribuiscono a fare di questo libro uno strumento essenziale per intendere non solo lo spirito dell’antica civiltà cinese, ma tutta la storia di quella che sarà la Cina imperiale.
2100. Come sarà l’Asia, come saremo noi di Simone Pieranni (Mondadori, 192 pagine, euro 18,50)
Carne coltivata e cocktail di meduse, Big Data e intelligenza artificiale, aziende milionarie e sorveglianza, chirurgia da remoto e chip neurali, leggi anti fake news e deepfake. L’Asia è ormai una potenza demografica, economica, culturale e militare, che cresce a un ritmo serrato e dove ciò che accade spesso è soltanto un’anticipazione di quel che accadrà nelle nostre società occidentali. D’altronde, osserva Simone Pieranni, oggi in Asia si stanno discutendo, affrontando, e in alcuni casi risolvendo, temi e problemi di cui da tempo si dibatte anche da noi. Cosa mangeremo in futuro? Come garantiremo sostenibilità e vivibilità alle nostre città? In che modo si evolvono i diritti e le idee sulla famiglia, o in che modo quei diritti svaniscono, vacillano o vengono eliminati? E ancora: in che direzione si muovono il lavoro, l’informazione, l’intelligenza artificiale? Sullo sfondo, poi, la questione del cambiamento climatico, all’ordine del giorno a livello mondiale ma che in Asia, in particolare, è una priorità. Non è detto che il futuro asiatico debba essere il nostro, anzi. Ma superare quella «visione ferma nel tempo» che l’Occidente ha nei confronti dell’Asia, e che spesso distingue poco tra Paese e Paese, è un passo necessario.
Spaziando dall’ordinata Singapore al Myanmar dei militari e alla Malaysia, dal Vietnam in pieno boom alla Cambogia, dalla Cina all’India al Giappone, e ancora, tra gli altri Paesi, alle Filippine, a Taiwan e alle due Coree, Pieranni offre dunque uno sguardo approfondito su un continente che, tra conflitti sociali, novità tecnologiche e tendenze culturali, ci aiuta a immaginare il futuro che ci aspetta. Per trarne esempi, spunti, soluzioni. O semplicemente evitare di ripeterne gli errori.
Cinema Love di Tang Jiaming (traduzione di Silvia Montis, edizioni E/O, 320 pagine, euro 18,50)
Lo scalcinato Cinema dei Lavoratori di Mawei proietta vecchi film di guerra che celebrano l’eroismo della Cina di Mao. Dietro questa improbabile facciata, però, si nasconde un ritrovo per uomini gay, che si incontrano e si amano al suono di spari e di esplosioni di granate. È qui che Secondo, ripudiato dai genitori, conosce e si innamora di Shun-Er, affezionato alla moglie Yan Hua alla quale però è legato solo da un matrimonio combinato. Ed è qui che la bigliettaia Bao Mei crede di poter comunicare col fratello morto, il cui spirito le bisbiglia all’orecchio le storie degli uomini del cinema – immigrati con le loro vite appese a un fagotto, padri di famiglia, impudenti sognatori che solo lì possono essere sé stessi. Quando, negli anni ’80, il vecchio cinema verrà chiuso, i suoi protagonisti andranno incontro a un futuro incerto: Secondo e Bao Mei negli Stati Uniti, così come, a loro insaputa, la moglie di Shun-Er, Yan Hua. Ma le loro vite, legate per sempre a quel cinema, s’incroceranno nei successivi quarant’anni, assieme a quelle di tanti altri immigrati in cerca di fortuna nel reticolo di strade di Chinatown. Con una scrittura freschissima, ironica e poetica Jiaming Tang scrive un romanzo dai molti volti: una celebrazione della dignità di una vita queer, una straordinaria epopea dell’emigrazione cinese in America, ma anche e soprattutto un toccante racconto corale sul dolore, l’amore, la perdita e la memoria.
I racconti fantastici di Liao di Pu Songling (traduzione di Ludovico Nicola di Giura, Luni Editrice, 3 volumi, 1888 pagine, 65 euro)
Umorismo, satira, critica sociale e fantasia scatenata sull’onda delle leggende e delle credenze popolari sono il fil rouge che accompagna queste 435 storie, ascoltate e riscritte nell’elegante stile letterario che era proprio di Pu Songling, che qui vengono ripubblicate integralmente nella celebre traduzione di Ludovico Nicola Di Giura, completamente rivista e rinnovata e impreziosita dalla introduzione del grande orientalista Giuseppe Tucci. Durante i molti anni della sua vita di insegnante e segretario privato, l’autore era solito incontrarsi con conoscenti, amici, abitanti dei villaggi, nello Studio di Liao, un padiglione dove trascorreva lunghe ore ad ascoltare i racconti in lingua parlata degli ospiti. In seguito, coerentemente con il suo ruolo di insegnante e di studioso confuciano, li trascriveva in elegante lingua letteraria classica. È nata in questo modo la raccolta I racconti fantastici dello studio di Liao. Vi si ritrovano tutti i motivi più amati della letteratura cinese: storie di spiriti volpe, di fantasmi, di studiosi sfortunati, di ufficiali di corte, di monaci o esorcisti taoisti, di innamorati delusi o contrastati, di demoni, di animali.
The corner store. Volume 3 di Ruan Guang-Min (traduzione di Antonio Paoliello, Toshokan, 200 pagine, euro 9,90)
Tornato in campagna da Taipei per occuparsi della drogheria di famiglia, un tempo gestita dal nonno, Chun-lung riscopre un mondo di relazioni e di tradizioni che aveva dimenticato e che sembra sempre più destinato ad andare perso, schiacciato dalla frenesia di un progresso privo di umanità. Mentre i cantieri avanzano inesorabilmente, attorno al negozietto si ritrovano gli amici di sempre, ognuno con le sue storie, i suoi sentimenti e le sue speranze, più forti della benna di qualsiasi escavatrice.
Asia ribelle. Assalto agli imperi e rivoluzione globale di Tim Harper (traduzione di Stefano Travagli e Anita Taroni, Add Editore, 780 pagine, 45 euro)
A inizio Novecento l’Asia coloniale – l’immensa rete di località marittime, passi montani, piantagioni e vie d’acqua compresa tra l’oceano Indiano e le coste orientali cinesi – è una polveriera pronta a mandare in frantumi gli imperi europei. Da Bombay a Shanghai, da Singapore a Manila, le banchine dei porti e i transatlantici che fanno la spola dall’Europa diventano la via d’accesso di idee anarchiche e marxiste, oltre che il teatro di un continuo scambio di personalità, traduzioni, ricette politiche tanto varie quanto originali. I pellegrini di questo sottosuolo antimperiale – come il futuro Ho Chi Minh e la nemesi di Gandhi, M.N. Roy – convergeranno in una nuova Mecca, la Mosca dei primi anni Venti, per poi diffondere in Asia il verbo di un mondo che non è più lo stesso. Terroristi, ammutinati, femministe con i capelli a caschetto, doppiogiochisti, tipografi clandestini, facinorosi che s’imbarcano come marinai: tra fonti d’archivio, stampa dell’epoca e documenti privati, Tim Harper ripercorre nel suo libro-mondo le traiettorie avventurose degli uomini e delle donne che gettarono le basi di una nuova idea di Asia.
L’età dell’oro di Wang Xiaobo (traduzione di Alessandra Pezza e Patrizia Liberati, Carbonio, 300 pagine, 21 euro)
Nella Cina della Rivoluzione Culturale, il ventunenne Wang Er viene spedito nelle remote campagne dello Yunnan. La sua rieducazione si trasforma in una iniziazione al sesso quando incontra la giovane dottoressa Chen Qingyang e comincia con lei una storia d’amore illecita, che dovrà descrivere nelle sue lunghe e scabrose ‘confessioni’ al Partito, infarcite di dettagli erotici a uso e consumo delle autorità. Vent’anni dopo, Wang Er lavora a Pechino in università e passa le sue giornate nella mediocrità degli anni ’80, tra servilismo, trasgressioni e sesso gratuito, con il pensiero sempre rivolto al passato suo e dei suoi coetanei: anni di pestaggi e suicidi, di controllo sociale e delazioni, ma anche di amore vero, eroismo e audaci fughe dalla realtà. Scritto nel 1982 ma pubblicato in Cina soltanto nel 1994, L’età dell’oro continua ancora oggi ad appassionare e a commuovere.
OTTOBRE 2024
Le figlie di Shandong di Eve J. Chung (traduzione di Maria Elisabetta De Medio, Corbaccio, 396 pagine, euro 19,60)
Nel 1948 la guerra civile infuria in Cina, ma nella regione rurale dello Shandong la ricca famiglia Ang sembra più preoccupata dell’assenza di un erede maschio. Hai è la maggiore di quattro figlie e trascorre il suo tempo badando alle sorelline. La seconda, di un anno più giovane di Hai, sa come nascondersi per evitare di venire coinvolta nelle faccende domestiche, e la loro madre – vessata dalla famiglia perché «incapace» di dare al marito l’agognato figlio – compie i suoi piccoli atti di ribellione in cucina. Quando l’esercito comunista si avvicina alla loro cittadina, il resto della famiglia si trasferisce nel sud del Paese, abbandonando madre e figlie, altrettante bocche inutili da sfamare. Non potendosela prendere con un maschio Ang, i soldati dell’armata rivoluzionaria individuano in Hai la rappresentante della classe di proprietari terrieri da punire per la loro ricchezza. E la ragazza sopravvive a stento alla loro brutalità. Comprendendo che il peggio deve ancora venire, le donne della famiglia decidono di fuggire dalla loro regione. Senza mezzi, senza cibo, senza denaro, ma forti e fiduciose, falsificano i loro permessi di viaggio e si mettono in cammino per raggiungere la famiglia che le ha abbandonate. Dalla campagna alla brulicante città di Qingdao, fino alla colonia britannica di Hong Kong e infine a Taiwan, saranno testimoni dei cambiamenti drastici di un grande Paese e delle difficoltà estreme patite da un popolo preso nella morsa della rivoluzione. Ma con la perdita della loro casa e la nuova vita che devono affrontare, Hai con la madre e le sorelle sperimenteranno anche una nuova libertà, quella di prendere in mano le redini del proprio destino, di sciogliere i lacci imposti al loro genere e di costruire la loro nuova storia.
Oceano rosso. Volume 2 – Il passato del nostro passato/ Il nostro futuro di Han Song (traduzione di Chiara Cigarini e Martina Renata Prosperi, Add Editore, 312 pagine, 18 euro)
Siamo alla vigilia della guerra contro i Bianchi, il popolo che si è insediato sulla Luna. I terriani, ormai sull’orlo dell’estinzione, scelgono di alterarsi geneticamente per colonizzare l’ecosistema più vasto del pianeta: l’oceano. Ma la nuova specie degli acquatici e le altre comunità che abitano la terra rifiutano il proprio destino e lo combattono. Che il nemico siano le alghe rosse e allucinogene che invadono l’oceano o i Naviganti con cui concorrere per il poco pesce commestibile rimasto, la lotta in scena è quella dell’umanità contro sé stessa: incapace di imparare dalla storia, cade ricorsivamente in cicli di conflitto e violenza estrema. L’epopea oceanica aperta nel primo volume dell’opera si chiude con una lettura ucronica in cui l’esploratore cinese del Quattrocento Zheng He “scopre” l’Europa. Nell’inquietante incontro fra Cina e Occidente, dove presente e passato si confondono, il futuro si svelerà come un feroce ritorno alle origini.
Il discepolo. Il sistema di salvataggio del peggiore dei cattivi. Vol. 1 di Mo Xiang Tong Xiu (traduzione di Giulia Carbone, Mondadori, 372 pagine, 20 euro)
Nato da una relazione clandestina tra una cultrice umana e un discendente degli antichi Demoni Celesti, Luo Binghe è il protagonista ridicolo e stereotipato del Cammino del fiero demone immortale, una webnovel del genere “stallone da monta” firmata dall’improbabile Aeroplano Impennato Verso il Cielo. Tra scene erotiche gratuite, buchi di trama e trovate tanto mirabolanti quanto grottesche, la storia raggiunge vette di trash ineguagliabili. Persino l’appassionato lettore Shen Yuan, quando arriva alla fine del romanzo, si abbandona a una sfilza di insulti; almeno finché, all’improvviso, ci lascia le penne! La sfortuna di Shen Yuan però non si ferma qui: al suo risveglio, si ritrova nel corpo di Shen Qingqiu, il cattivo della storia! Sotto l’occhio vigile di un onnisciente Sistema, ha ora il compito di trasformare quel romanzo di infima categoria in un’opera di qualità. A differenza degli altri personaggi, però, lui conosce il destino atroce che lo aspetta. Per sfuggire a una fine letteralmente già scritta, decide di provare a entrare nelle grazie dell’eroe, in modo da scardinare la catena di eventi immaginata dall’autore. Ma la sua strategia avrà risvolti decisamente inaspettati.
NOVEMBRE 2024
Metà acqua, metà fuoco di Wang Shuo (traduzione di Rosa Lombardi, Orientalia editrice, 12 euro)
«Non ho mai imparato niente dai libri, ho imparato tutto da solo, vivendo, perché non vivere più liberamente? Divertendosi, soffrendo, piangendo, ridendo, facendo ciò che più si desidera. Il mondo è molto più emozionante, altro che seppellirsi tra i libri e lamentarsi e invidiare gli altri. Almeno si è padroni di sé stessi! […] Non mi piace sapere esattamente come vanno a finire le cose, seguire le regole e raggiungere degli obiettivi poco alla volta, non c’è gusto. Più cose prevedi, meno eccitante è. Se so quale passo fare, cosa mi aspetta ad ogni passo e quali conseguenze ci saranno, non mi interessa più vivere».
PROSSIMAMENTE
Lei di Qiao Ye (Orientalia editrice)
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