La testimonianza preziosa di chi ha vissuto le terribili vicende della guerra e ne ha subito le dolorose conseguenze
La rivolta dei Taiping fu un movimento rivoluzionario lanciato da Hong Xiuquan, fondatore della Società degli adoratori di Dio, che univa elementi di cristianesimo, taoismo e confucianesimo, e fondatore del Regno della Pace Celeste nel 1851.
L’insurrezione che guidò contro il governo della dinastia dei Qing tra il 1851 e il 1864, partita nella provincia del Guangxi, si estese a sud dell’impero cinese, passando da movimento rivoluzionario a guerra civile, che causò milioni di morti e distruzione nella zona del basso Yangtze. Nel 1853 fu conquistata Nanchino, eletta a capitale del nuovo Stato. A favorire l’estendersi della rivolta sia la situazione economica e sociale causata dalla precedente guerra dell’oppio sia la diffusione di un sentimento anti-mancese e anti-dinastico.
Tra i ribelli Taiping di Li Gui, a cura di Ivan Franceschini, pubblicato da O barra O, è stato pubblicato in Cina nel 1880 con il titolo originale di Sitongji ed è un resoconto in due parti in cui Li Gui ripercorre le proprie vicende personali, vissute tra il 1860 e il 1862, periodo in cui fu fatto prigioniero dai ribelli Taiping.
L’autore ha redatto il resoconto di quanto vissuto ben vent’anni dopo, ma nelle pagine il dolore e la sofferenza provati da lui e da chi ha condiviso le sue stesse esperienze sono ancora vivi.
Li Gui permette al lettore di capire cosa la rivolta dei Taiping abbia provocato nella popolazione del tempo. Gli episodi drammatici e atroci si susseguono, violenze, uccisioni e torture segnano la narrazione, che si focalizza sugli episodi di cui l’autore è stato vittima o testimone, tralasciando del tutto lo sguardo d’insieme sulla situazione politica del Paese.